Debiti fuori bilancio a Cosenza, Salerno: «Possibile abbattere 11 milioni»

VIDEO | Il capogruppo di Forza Cosenza richiama l’amministrazione sul principio dello scorporo dell’utile d’impresa: «Sul punto c’è una giurisprudenza consolidata della Corte dei conti. Ma è necessario che le pratiche giungano in Consiglio»

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di Salvatore Bruno
6 agosto 2019
21:42

Pieno sostegno all’attività del sindaco Mario Occhiuto e voto favorevole alla pratica di assestamento. Ma il capogruppo di Forza Cosenza Carmelo Salerno, nel corso del proprio intervento durante l'assise di Palazzo dei Bruzi con all'ordine del giorno l'assestamento di bilancio, lamenta anche uno scarso coinvolgimento dei consiglieri sull’andamento della gestione finanziaria. «Occorre una informazione più puntuale sull’entità dei debiti fuori bilancio e sulla consistenza delle entrate tributarie» dice, presentando un documento che è diventato parte integrante della delibera di approvazione degli equilibri di bilancio, di cui è firmatario insieme agli altri esponenti della maggioranza, nel quale si chiede all’amministrazione di offrire periodici chiarimenti, a cadenza almeno trimestrale, sull’andamento degli incassi di Municipia, la concessionaria per la riscossione dei tributi, e sulle eventuali iniziative che saranno avviate per accertare la prescrizione del credito di 19 milioni preteso dalla Sorical per forniture idropotabili risalenti al periodo precedente il 2004, non iscritte in bilancio ma considerate sussistenti dalla Corte dei Conti, tanto da essere menzionate nella delibera con la quale viene certificato il dissesto.

Risparmio da 11 milioni di euro

Nel documento presentato da Carmelo Salerno però, c’è un altro passaggio importante. Il capogruppo forzista infatti, richiama l’attenzione sull’ammontare dei debiti fuori bilancio e sul loro mancato riconoscimento in consiglio. «Il Testo Unico sugli Enti Locali – sottolinea - prevede un tempo, non perentorio, di venti giorni per quelli contratti per interventi di somma urgenza. L’approdo delle pratiche in aula consentirebbe, da parte del civico consesso, l’adozione di un orientamento rigoroso tale da condurre, fatta salva l’ipotesi di valutare per ogni singola posizione la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento, ad una riduzione del debito stesso anche del 40 per cento». Tradotto in soldoni si tratterebbe di un abbattimento di circa 11 milioni di euro.


Lo scorporo dell’utile d’impresa

La questione va spiegata in punta di diritto. I debiti fuori bilancio sono riconoscibili, a norma del primo comma, lettera e) dell’articolo 194 del Tuel, solo quando vi sia una utilità ed un arricchimento per l’Ente. L’utilità dunque deve essere per il Comune e non per l’impresa che ha fornito la prestazione senza gara e senza impegno di spesa. Per questo l’ammontare del debito fuori bilancio, in fase di riconoscimento, va depurato della quota presunta dell’utile di impresa, vale a dire di quella quota di ribasso normalmente applicata dalle imprese che mirano ad aggiudicarsi un appalto. Recenti sentenze della magistratura contabile, collocano tra il 30 ed il 40 per cento la quota da scorporare. Ma affinché la procedura di scorporo possa essere attivata è necessaria una delibera del consiglio. E siccome i debiti fuori bilancio ancora da riconoscere, ma già portati all’attenzione del collegio dei revisori, sono numerosi, Carmelo Salerno propone l’istituzione di un’apposita commissione permanente che ne valuti l’ammontare caso per caso.

Giornalista
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