Catanzaro, 5 consiglieri replicano a Talerico: «Non siamo soldatini da posizionare come crede, abbiamo il nostro cervello»
I transfughi Barberio, Lostumbo, Procopi, Scarpino e Serò replicano al consigliere azzurro che li aveva tacciati di opportunismo politico e paura di perdere lo scranno
Non si è fatta attendere la replica dei cinque consiglieri di Catanzaro ex appartenenti all'area-Talerico alla nota dura e sferzante nei loro confronti vergata dal consigliere regionale di Forza Italia e loro collega nell'assise cittadina, il quale ha da poco ritirato l'appoggio alla giunta di centrosinistra che guida il capoluogo di regione.
«Solo una valanga di insulti, niente a che fare con la politica» affermano Antonio Barberio, Rosario Lostumbo, Giulia Procopi, Francesco Scarpino e Raffaele Serò.
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«Clamoroso autogol»
«Dall’onorevole Antonello Talerico, consigliere regionale e già presidente dell’Ordine degli avvocati, ci saremmo aspettati una riflessione serena e pacata sul perché il suo gruppo, fino a qualche settimana fa forte di otto consiglieri e tre assessori, si è liquefatto come neve al sole. È arrivata invece una valanga di insulti, anche di carattere personale, verso cinque consiglieri legittimamente e democraticamente eletti che non se la sono sentita di seguirlo nel suo disegno di distruggere, senza una reale motivazione, un’Amministrazione da lui stesso sostenuta e in cui ha avuto un forte ruolo di indirizzo e di gestione. Le accuse di inefficienza amministrativa sono un clamoroso autogol, in quanto tutti sanno che alcune problematiche di carattere gestionale e organizzativo sono ascrivibili proprio ai settori cui erano stati delegati alcuni dei suoi rappresentanti», scrivono i consiglieri.
«Utili prima, spregevoli ora?»
E ancora: «Se davvero siamo personaggi così spregevoli, come ci dipinge l’on. Talerico, perché ci ha utilizzati per ottenere ben tre assessorati ed esercitare una sorta di golden share sul sindaco? Non possiamo essere trattati come soldatini da posizionare come meglio si crede, a seconda dei propri disegni personali. Non si esercita così una leadership e, infatti, quanto sta accadendo dimostra che non basta il piglio dittatoriale per tenere unito un gruppo: occorrono equilibrio, senso politico e soprattutto umiltà, dote che non sembra appartenere all’on. Talerico. Non siamo cacciatori di prebende, non chiediamo elemosine al capo, siamo persone che si sono messe in discussione alle ultime elezioni e che hanno un proprio cervello. Non è consentito a nessuno calpestare la nostra dignità e quella dell’istituzione che rappresentiamo».
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«Segno di debolezza»
«Gli insulti dell’on. Talerico, a cui auguriamo ogni bene nella sua nuova posizione politica - concludono Barberio, Lostumbo, Procopi, Scarpino e Serò - sono un segno di estrema debolezza. Capiamo che non deve essere facile per lui accettare il ruolo di semplice iscritto al gruppo di Forza Italia. Ma a questo si deve rassegnare. Noi, da parte nostra, manterremo il nostro profilo di autonomia e indipendenza e compiremo scelte nell’esclusivo interesse della città, che non può essere lasciata alla deriva sull’altare di un disegno personale».