Crotone, offese in commissione: la Giunta striglia Meo, lui minaccia querele

Il consigliere comunale avrebbe usato «espressioni indecorose» verso due colleghe. Per sindaco e assessori, chi valica certi limiti «prenda atto di non far più parte, irreversibilmente, del nostro processo di cambiamento». Lui attacca: «Strategia di distrazione di massa»

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di Francesca Caiazzo
22 marzo 2021
06:38

Acque agitate nella maggioranza che sostiene il sindaco Vincenzo Voce al Comune di Crotone. La Giunta comunale, attraverso un lungo comunicato stampa, condanna apertamente alcuni comportamenti di Fabrizio Meo e Carmen Giancotti, eletti nella coalizione a sostegno dell’attuale amministrazione. La nota diramata alla stampa sembra annunciare la rottura con i due consiglieri, ma Meo non ci sta e a stretto giro replica, minacciando querele.

«Espressioni indecorose¨

Secondo quanto ricostruisce la Giunta comunale nella nota, durante una seduta della terza commissione consiliare, Meo avrebbe utilizzato «indecorose espressioni» verso due consigliere comunali e lanciato «altrettanto deprecabili illazioni» contro Francesco Vignis, dpendente dell’ufficio Comunicazione del Comune. Il caso è approdato in commissione Pari Opportunità, ma la presidente Giancotti «ha dichiaratamente smentito l’oggettività delle contestazioni a carico del consigliere – del resto verificabili attraverso le registrazioni fonografiche della seduta – interpretandole – sostiene la Giunta - a modo proprio nell’opinabile tentativo di difendere ciò che è oggettivamente complesso difendere».


Esprimendo solidarietà a Vignis e alle due consigliere, sindaco e assessori stigmatizzano dunque il comportamento di Meo e Giancotti, invitando il primo a «fare un passo indietro e chiedere scusa» ed evidenziando come la seconda non abbia avuto la «reazione che buona parte delle componenti della commissione ha puntualmente espresso e di cui lei non ha inteso prendere atto, contravvenendo alle prerogative del proprio ruolo».

Clima poco sereno

Insomma, per l’amministrazione Voce «ci sono limiti che non devono essere valicati e chi ha inteso valicarli, prenda atto di non far più parte, irreversibilmente, del processo di cambiamento che continuiamo a portare avanti, nonostante tali incidenti di percorso».

Perché «quando si parla di diritti, di dignità delle persone e dei ruoli, quando si parla di rispetto delle istituzioni e dei cittadini, quando sono in gioco le libertà, quando si violano le regole minime del vivere civile, quando si usano parole violente e sessiste, quando si offendono i lavoratori, noi non abbiamo dubbi. Sappiamo da che parte stare e chi non lo sa evidentemente non sta dalla nostra stessa parte».

La Giunta comunale, infine ammette «l’esistenza di un clima poco sereno, esacerbato da soggetti interni ed esterni all’amministrazione che paiono ormai sistematicamente protesi ad offendere e delegittimare», sottolineando che «la città non può permettersi che i disfattisti di turno mettano a repentaglio un progetto politico importante, rispetto al quale è anzitutto da rinsaldare un rapporto di proficua e serrata collaborazione fra gli organi di indirizzo politico. Lavoriamo ed impegniamoci tutti in questo senso».

La replica di Meo

A stretto giro è arrivata la replica di Fabrizio Meo secondo il quale si è di fronte a una «evidente e preoccupante innalzamento della strategia di distrazione di massa». Il consigliere comunale non entra nel merito delle «pesantissime ed allucinanti offese contenute nel comunicato che sarà ovviamente oggetto di una querela» in quanto destinatario di «un attacco spropositato e grottesco che è evidente tentativo di distogliere l’attenzione da un modo di amministrare che provoca un larghissimo scontento popolare».

Meo - invitando ad ascoltare bene la fonoregistrazioen della seduta - respinge le accuse, denunciando di aver lui stesso subito «pubbliche ingiurie, diffamazione ed aggressioni fisiche» sulle quali avrebbe sorvolato in passato. Poi difende Giancotti: «Ora, proprio perché una giovane neo Presidente (ed assieme a lei altri) ha rifiutato di assecondare un ordine del capo supremo e dei suoi epigoni, reputate opportuno contrattaccare e con questa veemenza così carica di infamia e bugie».

Quanto successo, per il consigliere comunale, è «puntata da telenovela sudamericana» frutto di una «palese deriva amministrativa, che pure stavo tentando di contenere ed aiutare perché ovviamente corresponsabile del suo approdo nelle massime cariche all’interno della Casa comunale».

Meo, infine, consiglia agli amministratori di trovare il tempo di occuparsi dei problemi della città «anche in questo immondezzaio comunicativo di cui qualcuno dovrà dare conto». «Il mio unico cruccio – conclude - è rivolto al fatto che la penitenza che sto pagando per aver creduto che un cambiamento fosse possibile, stia coinvolgendo la giovane Presidente Carmen Giancotti ed altre colleghe e colleghi con la schiena dritta».

Giornalista
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