Comunali Calabria

Elezioni Catanzaro, l’Università e la questione Lido: i nuovi temi nel dibattito dei candidati a sindaco

Dopo le dichiarazioni di Valerio Donato e Aldo Casalinuovo, arrivano pure le forti esternazioni a mezzo stampa relative però alla delicata faccenda della fusione fra aziende ospedaliere di un altro papabile successore di Sergio Abramo: Antonello Talerico

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di Danilo Colacino
13 gennaio 2022
13:02

Il ruolo dell’Umg nei futuri processi di crescita e sviluppo di Catanzaro, che fra poco spiegheremo il perché si intrecci con un altro argomento chiave ovvero la funzionalità da dare al quartiere marinaro, torna prepotentemente in cima nell’agenda per le prossime Amministrative. E del resto non poteva che essere così.

Considerato che fra i candidati a sindaco (ufficialmente in lizza o sul punto di sciogliere le riserve) quasi tutti (a parte Nicola Fiorita, per la verità finora molto silente in linea generale) hanno posto l’accento su una diversa collocazione sui Tre Colli - soprattutto territoriale, ma non solo - dell’Unicz. Che, intendiamoci, nessuno ritiene possa prescindere da una realtà quale quella del Campus di Germaneto, ma che i più avveduti fra gli aspiranti successori di Sergio Abramo vogliono in qualche modo riportare in centro.


La proposta, avanzata senza alcun timore di perdere voti oltreché appoggi da certi potentati con forti interessi su un’area di Lido molto beneficiata sul piano socioeconomico dalla vicinanza dell’Università, è peraltro già venuta da Valerio Donato prima e Aldo Casalinuovo poi. I quali, come ovvio, non intendono alimentare alcun conflitto fra quartieri della città, bensì correggere il tiro rispetto a un Ateneo avulso da quasi il 90% del capoluogo.

Ma, parlando di Università e di Marina, nessuno può disconoscere quanto - come si diceva poc’anzi - la convergenza fra i due temi si faccia stretta. Non è un mistero per nessuno, infatti, che la vocazione turistica e commerciale della zona marinara, nella sua interezza estesa quasi quanto Vibo, è finora rimasta “lettera morta”. E sì, perché del porto (che avrebbe dovuto costituire un volano decisivo per tutta Catanzaro) non c’è stata traccia ad eccezione dei plastici e dei progetti in gigantografia esposti da Abramo in ciclici convegni e conferenze stampe.

Così come non si è vista, mai, quella cosiddetta direzionalità, che proprio partendo da Germaneto avrebbe dovuto fare di Lido una direttrice ideale, ed essenziale, verso la parte alta della costa ionica e soprattutto in direzione di infrastrutture chiave quali l’aeroporto di Lamezia. Peccato però che, lo si ribadisce, non si scorgano i prodromi (insomma manchino persino i presupposti), se non nella sfera onirica, di una realtà portuale e di un annesso collegamento ferroviario veloce, di cui si è tanto parlato in passato, facendosi al contrario addirittura i conti con una mobilità alquanto precaria all’interno del quartiere stesso. Ma che fa gola a chi vuol realizzare investimenti favoriti proprio dalla presenza degli studenti.

È il motivo per cui, mentre lì si mira in particolare a costruire palazzi colando cemento ovunque e ad aprire attività legate alla ristorazione e alla movida, c’è chi fra la maggior parte dei pretendenti al vertice di Palazzo De Nobili (novero in cui sembrerebbe potersi registrare la novità del possibile ingresso del presidente degli Avvocati catanzaresi, Antonello Talerico) inizia a pensare, sempre in proposito della delicata questione Umg, pure in ordine alla fusione fra le due grandi aziende ospedaliere cittadine (la Materdomini, l’Ao universitaria in sostanza, e la Pugliese-Ciaccio, la parte pubblica per così dire).

Un processo, probabilmente troppo affrettato, originato dall’impulso di alcuni maggiorenti politici locali di entrambi gli schieramenti - d’accordo sulla necessità di accelerare, sebbene il parere contrario di loro autorevoli colleghi - che rischia di danneggiare parecchio un presidio clinico del livello del Pugliese. E a riguardo, Talerico ha ad esempio stigmatizzato le dichiarazioni del rettore dell’Unicz sui termini di (ri)assegnazione dei primariati del medesimo ospedale nella futura fase costitutiva dell’azienda unica

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