Elezioni Crotone, ballottaggio Manica-Voce. Fuori dai giochi il centrosinistra

La sfida i prossimi 4  e 5 ottobre sarà dunque tra il candidato del centrodestra e quello sostenuto da una coalizione di liste civiche (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Redazione
22 settembre 2020
18:29
Voce e Manica
Voce e Manica

Ballottaggio anche a Crotone seppure con una situazione più delineata e una clamorosa sorpresa. Nella “Stalingrado” di Calabria non ci sarà al ballottaggio il centrosinistra. Con il 19% dei voti a un terzo dello scrutinio Danilo Giuseppe Arcuri sarà fuori dal ballottaggio. Conseguenza forse inevitabile della frattura interna allo schieramento che aveva portato il Pd a non presentare neanche il simbolo.

La sfida, dunque, sarà tra il candidato del centrodestra Antonio Manica che sfiora il 45% e Vincenzo Voce, candidatura civica, che raccoglie il 31% dei consensi. Ovviamente sarà da valutare il riposizionamento delle truppe di sinistra al momento del ballottaggio che comunque si presenta incerto.


In entrambe le città la sfida dunque è incertissima e sembrano mancare partiti e leader in grado di catalizzare il consenso. Sicuramente una tornata pessima per il Pd che dopo la sconfitta alle regionali completa l’anno in maniera assai preoccupante. E con il commissario Stefano Graziano che continua a non dare notizia di sé.


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Fuori il centrosinistra

Una vera e propria Caporetto per la sinistra in un città che un tempo era considerata una roccaforte inespugnabile, nella quale per trent'anni l'allora Partito comunista italiano, che alle elezioni amministrative non scendeva mai al di sotto del sessanta per cento dei voti, eleggeva sindaci ma anche deputati e senatori.

Una forza che al Pci derivava anche dalla massiccia presenza operaia, migliaia di lavoratori impiegati negli stabilimenti industriali Montedison, Pertusola e Cellulosa Calabra che alla città fecero guadagnare l'appellativo di Stalingrado del Sud; un'epoca nella quale nella centrale piazza Pitagora arrivavano il segretario generale della Cgil Luciano Lama o quello del Partito comunista Enrico Berlinguer.

Non a caso i primi segnali del declino della sinistra sono arrivati negli anni Novanta quando le industrie chiusero i battenti una dopo l'altra finché, nel 1997, la città elesse sindaco Pasquale Senatore, esponente del Movimento sociale italiano. Nel frattempo il Pci ha subito varie metamorfosi per diventare Pds, Ds e infine Pd e ogni cambiamento ha coinciso un arretramento dei consensi elettorali.

L'ultimo smacco lo ha subito quattro anni fa quando la candidata a sindaco del Pd Rosanna Barbieri perse il confronto con Ugo Pugliese, espressione di una coalizione di liste che facevano capo a Enzo Sculco. Ma in quel caso i dem arrivarono perlomeno al ballottaggio. Le amministrative 2020 segnano la definitva scomparsa, oltre che del simbolo, anche della presenza fisica della sinistra crotonese.

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