Elezioni regionali, ecco perché i fratelli Occhiuto hanno perso la loro battaglia

Il sindaco di Cosenza e il parlamentare accusano i loro nemici e si preparano a correre da soli alla tornata elettorale del 26 gennaio. Ma il loro fallimento è frutto di strategie sbagliate che hanno indispettito la Lega e Forza Italia

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di Pietro Bellantoni
9 dicembre 2019
17:14
Roberto e Mario Occhiuto
Roberto e Mario Occhiuto

Hanno accusato la Lega di ingerenze e dipinto Salvini come un mostro; se la sono presa anche con Berlusconi e i vertici di Forza Italia, “colpevoli” di non averli protetti dagli assalti degli alleati; si sono scagliati contro l'ormai ex amica e sodale Jole Santelli, l'hanno etichettata come una traditrice, un'opportunista. Mario e Roberto Occhiuto, oggi pronti a correre da soli alle Regionali, sono stati molto abili nell'individuare i loro nemici, ma la realtà è che il tracollo politico dei due fratelli dipende in modo quasi esclusivo dalle loro scelte strategiche: intempestive, inopportune, autoreferenziali.

Le matrici

Il fallimento degli Occhiuto's ha quattro matrici: temporale, giudiziaria, amministrativa e politica.
Partiamo dalla prima. Mario ha lanciato la sua candidatura più di un anno fa, quando ancora il centrodestra non aveva nemmeno stabilito le varie ripartizioni per le regioni. È stato, quello del sindaco di Cosenza e di tutta la sua compagnia di giro, uno sgarbo di non poco conto nei confronti di alleati che avevano tutto il diritto di rivendicare la candidatura alla presidenza della Regione. Gli attacchi quasi quotidiani rispetto alla sua discesa in campo da parte di esponenti del centrodestra è stata dunque la diretta conseguenza di questa arroganza, che non ha fatto altro che indispettire molti esponenti della coalizione che non appartenevano a Fi (senza contare gli stessi maggiorenti azzurri, alcuni dei quali – vedi Abramo – potevano a buon diritto ambire alla candidatura).


Il problema giudiziario

La situazione personale di Occhiuto senior non ha fatto altro che legittimare questo fuoco di fila “amico”. E arriviamo quindi alla seconda matrice. È spendibile ed esente da critiche un candidato che ha sul groppone diverse inchieste giudiziarie nelle quali è accusato di reati quali la corruzione, l'associazione a delinquere transnazionale, la bancarotta fraudolenta? Forza Italia poteva forse permettersi di schierare un sindaco con tali pendenze senza incorrere nelle obiezioni di Lega e Fratelli d'Italia?

Il problema amministrativo

Occhiuto non deve difendersi solo dalle accuse penali, ma deve rispondere anche della sua condotta da amministratore. Il Comune di Cosenza è in dissesto conclamato ed è dunque arduo (e per certi versi ridicolo) cercare di decantare le grandi capacità politiche e organizzative di un sindaco alla guida di un ente in default finanziario. Che biglietto da visita sarebbe, per un aspirante governatore?

Il problema politico

A influire sulle decisioni finali di Berlusconi, Salvini e Meloni – che hanno bocciato sia la candidatura di Mario, sia quella di Roberto – sono state inoltre le scelte politiche fatte nell'ultimo anno dai due fratelli, in particolare dal parlamentare. La débâcle politica, si può dire, è tutto merito suo.
Innanzitutto perché ha cercato di “fare le scarpe” a Berlusconi puntando tutto sull'ascesa di Mara Carfagna.
«Mara – diceva Occhiuto junior nell'ottobre del 2018, durante un incontro a Reggio Calabria – è la storia di Fi, è il volto simbolo del nostro partito. L'auspicio è che acquisisca ruoli sempre più importanti: tifiamo perché possa essere la nostra portabandiera nel Paese». Dichiarazioni che non sono piaciute affatto ai vertici azzurri e al cavaliere.
Così come non è piaciuto affatto il piano, orchestrato anche dal deputato cosentino, di candidare la vicepresidente della Camera come capolista al Sud alle ultime Europee, nella speranza di rivedere le gerarchie del partito attraverso i responsi elettorali.
Ovviamente, tutto rientrava in una strategia ben studiata dal più piccolo degli Occhiuto, che avrebbe tratto solo benefici dall'eventuale maggior potere politico acquisito da Carfagna.

Anti Lega

A pesare più di ogni altra cosa, tuttavia, sono state le ripetute dichiarazioni del parlamentare contro Salvini e il Carroccio, anche queste in linea con l'orientamento anti-leghista della corrente carfagnana.
Alla fine, tutti i nodi sono venuti al pettine: Berlusconi prima, Salvini poi, hanno depennato gli Occhiuto dalla lista. E la sconfitta, stavolta, non è orfana, ma ha almeno due padri. Anzi, due fratelli.

Giornalista
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