Quella per il rinnovo del Consiglio provinciale sarà una corsa a due, dove “2” più che essere il numero degli schieramenti in campo è la cifra che indica le liste presentate entro il termine ultimo che scadeva oggi a mezzogiorno.

Da una parte il centrosinistra, al netto delle polemiche interne innescate da chi avrebbe voluto emulare quanto fatto dal centrodestra meno l’Udc, cioè non partecipare; dall’altra, appunto, solo l’Udc, con Forza Italia, Fdi e Noi Moderati che resteranno alla finestra nella convinzione che solo così si possa essere coerenti con la volontà di mandare a casa il presidente della Provincia, Corrado L’Andolina, anche lui di Fi ma sordo a qualsiasi esortazione a dimettersi.

Ed è stata proprio l’ostinazione di L’Andolina - che senza fare una piega ha visto sciogliere il Consiglio provinciale a causa delle dimissioni di sette consiglieri, in gran parte della sua stessa maggioranza - a determinare questo nuovo capitolo con la tornata elettorale del 12 dicembre per il rinnovo del solo Consiglio, come stabilisce la legge Delrio che non prevede alcuna sfiducia operativa nei confronti di chi guida l’Ente.

Le liste in campo

Così, oggi, negli uffici della Provincia, sono state depositate solo due liste: Progressisti e riformisti per il Vibonese (Pd, M5s, Avs, +Europa, Casa Riformista, Progetto Vibo, Democratici e Riformisti per Vibo) formata da Sergio Barbuto, Maria Angela Calzone, Antonio Carchedi, Domenico Console, Vincenzo La Caria, Carmine Mangiardi, Vladimira Pugliese, Antonino Schinella, Angelita Ilenia Tulino e Maria Trapani.

Provincia e Territorio (Udc), di cui fanno parte Franco Barbalace, Rosamaria Tassone, Salvatore Bulzomì, Nicoletta Covalea e Romano Loielo.

Nel corso della mattinata, nelle redazioni locali sono stati recapitati i comunicati dei tre partiti di centrodestra che spiegavano le ragioni del “boicottaggio”, tutte sintetizzabili così: abbiamo fatto tanto per defenestrare Corrado e ora dovremmo partecipare alle elezioni che lo legittimeranno nuovamente? No, grazie.

Schieramenti lacerati

Unica voce fuori dal coro quella del segretario provinciale dell’Udc, Stefano Luciano, che ha sostanzialmente definito inutile una protesta di questo tipo, visto che il presidente della Provincia sarebbe comunque rimasto al suo posto.

Lo stesso concetto che, declinato ovviamente con accenti politici diversi, viene dal fronte progressista, che però si è guardato bene dal mettere nero su bianco i motivi per cui ha deciso di correre alle Provinciali. A nulla è servito, dunque, l’intervento pubblico della consigliera comunale di Zambrone, Comune del quale L’Andolina è sindaco, che si era esposta lanciando un appello a tutto il centrosinistra affinché facesse un gesto di coraggio e contribuisse a isolare politicamente il presidente rinunciando alla presentazione della sua lista.

Posizione condivisa dall’assessore comunale Stefano Soriano, dirigente regionale del Pd, che si era fatto portavoce nella coalizione progressista di questa opzione. Alla fine ha prevalso la volontà di esserci sempre e comunque.

Il risultato sarà un Consiglio provinciale presumibilmente senza maggioranza per L’Andolina, anche se con l’highlander della politica vibonese è meglio non dare nulla per scontato, visto che finora è riuscito a metterli nel sacco tutti e sembra continuare a dire “su, prova a prendermi”.