Elezioni provinciali rinviate a dopo le comunali: le conseguenze in Calabria

Approvato in commissione Affari costituzionali della Camera l’emendamento del Pd. Ecco cosa succede ora

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di Alessia Bausone
26 febbraio 2021
22:30

Ieri è stato approvato in commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati un emendamento al decreto lLegge 183 del 2020 recante "Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi", ossia il cosiddetto “Decreto Milleproroghe” che rinvia le elezioni provinciali. Il testo dell’emendamento, proposto dal deputato del Partito Democratico Stefano Ceccanti, in raccordo con l’Unione provincie italiane (Upi), prevede l’introduzione di un comma 4 bis all’articolo 2 del Milleproroghe che prevede un rinvio delle elezioni provinciali che si terranno «entro sessanta giorni dall’ultima proclamazione degli eletti nei comuni della provincia che partecipano al turno annuale ordinario delle elezioni amministrative relative all’anno 2021 o, comunque, nel caso in cui nella provincia non si svolgono elezioni comunali, entro sessanta giorni dallo svolgimento del predetto turno di elezioni» e l’introduzione di un comma 4 ter che specifica che il rinvio «si applica anche alle elezioni dei presidenti delle province e dei consigli provinciali in scadenza entro il primo semestre del 2021. Fino al rinnovo degli organi di cui al presente comma è prorogata la durata del mandato di quelli in carica».

Le ripercussioni in Calabria

Lo scorso 24 gennaio si sono tenute le elezioni per il rinnovo del Consiglio metropolitano e del sindaco della Città Metropolitana che ha confermato la maggioranza di centrosinistra di Giuseppe Falcomatà: quattordici i consiglieri eletti, su quattro liste con una affluenza del 91% su Reggio Calabria città e 87% ai seggi allestiti su Palmi e Locri.


Cosenza

Mentre il 7 febbraio si è votato per il solo presidente della Provincia di Cosenza (e non per il rinnovo del consiglio provinciale), con una affluenza del 48,23 percento (e 870 votanti su 1.804 aventi diritto), con la riconferma di Franco Iacucci, dopo le polemiche del centrodestra che non ha partecipato al voto.

Crotone

Più travagliate, invece, le sorti delle elezioni provinciali di Crotone e Catanzaro. Nella provincia pitagorica, dopo le dimissioni dell’ex sculchiano Ugo Pugliese è subentrato come facente funzioni il consigliere comunale (di minoranza) di Cirò ed esponente del Pd “oliveriano”, Giuseppe Dell’Aquila poi dimessosi a sua volta per candidarsi (senza successo) come sindaco di Cirò Marina, subentrando a lui nell’agosto 2020 il giovane consigliere comunale di Petilia Policastro Simone Saporito. Su proposta dell’Upi venne fissata la data delle provinciali crotonesi tra il 13 e il 20 dicembre 2020, salvo poi vedersi traslare il termine “entro il 31 marzo 2021. Oggi, invece, si dovrà ancora attendere.

Catanzaro

Più complessa la situazione a Catanzaro che se si fosse votato il mese prossimo avrebbe visto nuovamente l’assenza di Lamezia Terme, nel 2018 commissariata a seguito dello scioglimento per mafia del Comune e oggi con consiglio comunale “sospeso” a seguito del parziale accoglimento ricorso al Tar sulle elezioni comunali degli ex candidati sindaco Silvio Zizza e Massimo Cristiano che porterà al voto in alcune sezioni della città. Il regno abramiano, pertanto, continuerà imperterrito ancora per un po’, nonostante gli scossoni delle inchieste giudiziarie che hanno toccato l’Udc e Forza Italia.

La reazione del sindaco “tansiano” di Marcellinara

Ad intervenire nel dibattito sul rinvio delle elezioni provinciali è il sindaco di Marcellinara Alberto Scerbo, già tesserato del Popolo delle libertà nel 2010 e poi considerato vicino a Forza Italia e oggi candidato con la lista Calabria Libera promossa da Carlo Tansi a favore del candidato Presidente Luigi De Magistris.

Per il sindaco del piccolo centro catanzarese: «Era da subito evidente che spingere verso un’elezione senza i rappresentanti di Lamezia Terme andava a disegnare nuovamente un Consiglio provinciale schiacciato sulle scelte esclusive del Consiglio Comunale di Catanzaro. Questo non l’ho reputato giusto perché condizionava in maniera determinante l’elettorato attivo e passivo dei futuri consiglieri provinciali, rendendo, di fatto, squilibrata la rappresentatività territoriale. La Città di Lamezia Terme non merita un’ulteriore mortificazione nella sua dignità, ecco perché mi auguro che tutto questo possa aiutare ad una riflessione seria e responsabile tra noi amministratori per garantire nella nostra Provincia pari dignità ed uguali diritti tra tutti i territori che ne fanno parte».

Giornalista
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