Elezioni regionali Calabria, il tavolo del centrosinistra a rischio flop ancora prima di partire

VIDEO | Tra defezioni delle forze civiche, le condizioni di Italia Viva e la lotta tra le correnti democrat l'interpartitica virtuale voluta dal commissario Stefano Graziano parte in salita. E cresce l'idea della candidatura di superamento, il solito papa nero da scegliere a Roma

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di Riccardo Tripepi
13 dicembre 2020
12:00

Neanche il tempo di essere pensato che il tavolo virtuale organizzato dal commissario regionale del Pd Stefano Graziano rischia il flop. L’idea è quella di mettere insieme tutte le forze alternative al centrodestra che comprendano i movimenti civici di Pino Aprile e Carlo Tansi, i Cinque Stelle passando per Italia Viva di Matteo Renzi fino ad arrivare alla sinistra di Leu, Articolo Uno e delle Sardine.

 


Un mix di forze eterogenee che ha già dato prova di corto circuito. Carlo Tansi ha annunciato che non parteciperà al tavolo, così come non lo farà il Polo Civico. Molti i distinguo anche da Italia Viva che tramite Ernesto Magorno ha posto ultimatum e condizioni ma poi ha finito con il decidere di sedersi almeno alla prima riunione tramite la delegata Silvia Vono.

Presenti i 5s

La vera novità è che stavolta al tavolo ci saranno i Cinque Stelle che, seppur lacerati tra pro e contro l’alleanza con il Pd, hanno delegato una triade guidata da Alessandro Melicchio ad avviare il confronto. Del resto le ultime tornate regionali per i grillini sono state disastrose tanto da non riuscire ad eleggere mai neanche un consigliere regionale.

 

Cosa possa venire fuori da un tavolo interpartitico così ampio, considerando che manca poco meno di un mese alla presentazione delle liste e delle candidature, è difficile da dire. Senz’altro occorrerebbe a questo punto un candidato di superamento che possa essere considerato garante degli equilibri. Il che farebbe saltare le piste politiche che fin qui avevano portato a nomi democrat come quello dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, del deputato Antonio Viscomi e dell’ex presidente del Consiglio regionale Nicola Irto.

Tutti profili troppo da nomenclatura partitica per convincere grillini e area civica. In buona sostanza sembra ripetersi il copione che alle elezioni dello scorso gennaio bruciò l’uscente Mario Oliverio per andare a pescare dal cilindro Pippo Callipo con i ben noti e fallimentari risultati.

Giornalista
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