Caos Pd, la Federazione provinciale di Cosenza annulla il congresso di Rossano

Un caso più unico che raro ma vero. Giuseppe Tagliaferro era stato eletto pochi giorni fa nuovo segretario del circolo di Rossano, nell'entusiasmo di una parte del Partito democratico. Poi il niet della città dei bruzi che ha cancellato tutto. Guerre di partito mentre il governo regionale resta a guardare le strategie dell'Asp di Cosenza ai danni di Corigliano-Rossano

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di Marco  Lefosse
23 gennaio 2019
15:01

La Federazione provinciale del Partito Democratico di Cosenza annulla il congresso cittadino di Rossano che aveva portato all’elezione a segretario Giuseppe Tagliaferro, leva storica della sinistra rossanese e già candidato a sindaco. Insomma, dopo decenni che nel capoluogo bizantino non si tenevano regolari elezioni di un responsabile di partito, una volta che si era giunti alla quadra per tentare di riorganizzare dalla base i quadri del PD, incombe il niet della commissione provinciale.

Motivi tecnici alla base dell'annullamento del congresso

Alla base dell’annullamento ci sarebbero motivi tecnici. E su tutti, il fatto che la Federazione di Cosenza non avrebbe mai rilasciato il nulla osta per la celebrazione del congresso locale. E questo perché si è ancora in attesa di conoscere le sorti della reggenza regionale. In poche parole, se ai vertici vige confusione perenne è normale che si pretenda che anche la base debba adeguarsi a questo stile di vita. Dove si vive alla giornata. Insomma, le bandierine che erano state sventolate nemmeno due giorni fa dai simpatizzanti territoriali del PD (non tutti, ovviamente, perché su Corigliano-Rossano rimane una frangia ampia e solida vicinissima alla federazione provinciale) per salutare il nuovo segretario cittadino, sono state riposte nuovamente negli scatoloni. Fino a quando – a questo punto – non si sa.


Una storia che cela risvolti al veleno

Ma anche questa storia, come immaginabile, cela risvolti al veleno, e parla tacitamente di frizioni e contrasti mai sopiti tra una parte della base sibarita del partito - in questo caso quella che non ha mai nascosto simpatie verso la candidatura a sindaco della nuova Città dell’ortopedico pediatrico Gino Promenzio - ed i vertici provinciali e regionali del partito.

E questa frattura, tra lo Jonio e Cosenza, era apparsa evidente tra le righe di un comunicato diramato dal circolo del PD di Schiavonea nelle ore successive al congresso rossanese (oggi annullato) per salutare positivamente l’elezione a segretario di Tagliaferro. «Si è dimostrato, con l’elezione di Tagliaferro, - si legge nella nota stampa - che il congresso a Rossano si poteva e si doveva celebrare, così come abbiamo chiesto fin dalla nascita della nuova città. Se non si è fatto prima è stato solamente per una volontà pervicace e incomprensibile che ha operato fino all’immediatezza del congresso e alla quale, evidentemente, un Partito Democratico di Corigliano-Rossano organizzato dava fastidio». Insomma, quella del congresso di Rossano è stata una prova di forza e forse anche un banco di prova per stanare i vertici del partito rispetto alle ormai prossime elezioni comunali.

Il PD litiga mentre il territorio subisce le "malandrinate" dell'Azienda sanitaria

Ingerenze, diktat e prese di posizione forti ma soprattutto un guerra intestina al PD sulle strategie di comando in un territorio, quello della Sibaritide e di Corigliano-Rossano, che ancora oggi subisce le “malandrinate” della burocrazia di potere. Come quella del dispositivo firmato dal direttore generale dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro, che in “ossequio” al famigerato decreto 64 sul riordino della Sanità in Calabria, in barba alle convergenze amministrative e burocratiche venutesi a creare con la fusione di Corigliano e Rossano, ha uniformato le Unità Operative Semplici Distrettuali di Medicina Legale ai due distretti esistenti, inserendo quindi l’utenza dell’ex territorio del comune di Corigliano nel distretto Jonio Nord e l’utenza dell’ex territorio del Comune di Rossano nel distretto Jonio Sud. Una scientifica operazione chirurgica divisoria che si tramuta in quella pervicace voglia di voler mantenere divise due realtà che adesso sono un’unica cosa. Di questo, però, il Partito Democratico – che rimane partito di governo alla Regione - non dice nulla e si perde (ma, come abbiamo detto, non per caso) ancora una volta nelle quisquilie tecniche e partitiche per la spartizione del potere.         

Giornalista
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