Film Commission, Romano conferma dimissioni. Molinaro (Lega): «Minoli chiarisca dubbi su bando cinema»

VIDEO| Il direttore non vuole fare dichiarazioni ma ribadisce di essere in partenza. Giannetta (Fi) annuncia la presenza del commissario straordinario in Vigilanza entro breve termine

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di Riccardo Tripepi
26 maggio 2021
17:12

Continua a tenere banco il giallo delle dimissioni del direttore di Film Commission Vittorio Romano che raggiunto al telefono da LaCnews24 si trincera dietro un generale no comment, ma conferma di averle presentate e non ritirate. Peraltro domani è in scadenza il termine dell’avviso pubblico che la Regione ha pubblicato per la sua sostituzione.

Minoli sulle dimissioni di Romano non ha fornito alcuna spiegazione e si è limitato a dire di avere concordato con il direttore l’ultimo bando per il cinema calabrese, senza spiegare nulla anche in ordine al coinvolgimento delle troupe e delle maestranze calabresi che secondo statuto e legge regionale non dovrebbe essere inferiore al 30%. «Quanto alle maestranze abbiamo fatto di più e meglio – ha detto Minoli - prevedendo l’obbligo di spendere nella Regione il 160% rispetto al contributo concesso».


Una spiegazione che non convince i consiglieri regionali. Il presidente della Commissione “Turismo” Pietro Molinaro (Lega) osserva: «Non mi sembra che la risposta di Minoli abbia eliminato le perplessità sul bando. La spesa, proprio nelle spirito con cui è stata istituita la Film Commission, deve privilegiare le nostre maestranze. Dire che è previsto di spendere il 160% della spesa in Calabria non vuol dire molto. E si consideri che ci sono Regioni che prevedono criteri anche più stringenti come quello del coinvolgimento del 50% di maestranze locali».

In genere i bandi previsti dalle varie leggi regionali sul cinema prevedono che circa il 150% del contributo vada speso nella Regione che emana il bando, ma pongono una quota fissa, tra il 30% e il 50% da investire in maestranze locali. Ed è questo punto che monta la rabbia degli operatori del settore

Molinaro commenta anche le dimissioni di Romano. «In Commissione Vigilanza abbiamo chiesto di sentire sia Minoli che Romano, ma è si è presentato solo quest’ultimo che ha riferito sul suo lavoro e su come abbia provato a mettere in ordine la parte amministrativa e i pagamenti arretrati. Devo dire la verità – dice Molinaro – queste dimissioni mi lasciano perplesso. O si è sbagliato prima a nominare questa persona oppure poi si è lasciato solo davanti a situazioni difficili da gestire».

Secondo il consigliere della Lega inoltre se è vero che «Minoli è un nome importante, nonostante ci siano diverse anomali nel suo lavoro per l’Italia, penso soprattutto alla Sicilia, è altrettanto vero che occorre maggiore presenza in Calabria per far decollare i progetti. Complessivamente – prosegue Molinaro - mi sono fatto l’idea che Film Commission è nata con buone intenti per promuovere l’industria del cinema e l’immagine della Calabria e valorizzare le sue maestranze, ma la gestione successiva lascia a desiderare»..

Inevitabile, dunque, la conclusione: «Serve chiarire meglio quanto sta avvenendo – dice Molinaro – Serve capire anche a che punto è il progetto di realizzazione degli Studios per i quali è stata prevista una spesa da 20 milioni del 2021. Che ritorni ci sarebbero per la Calabria? Ai calabresi servono risposte in più sia da parte della giunta che dalla Film Commission. Altra anomalia che va segnalata è quella della dipendenza della Film Commission dal Segretariato generale della giunta. Perché non è stata allocata presso la Presidenza o all’assessorato al Turismo?».

Domande che, per il momento, rimangono senza risposta, ma che Minoli avrà la possibilità di chiarire presto in Commissione di Vigilanza.
Il presidente dell’organismo Domenico Giannetta, anche lui molto perplesso su quanto sta avvenendo, ne ha annunciato l’audizione a brevissimo termine. «Da qui a breve audiremo Minoli – ha detto Giannetta intervistato in diretta facebook sulla pagina di Lacnews24 – anche per chiarire quanto avvenuto prima delle dimissioni di Romano e fare piena luce sui criteri contenuti nel bando».

Giornalista
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