Fondazione Campanella, Abramo propone a Oliverio una ipotesi di transazione che eviti la chiusura della struttura

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, propone a Oliverio una nuova transazione per scongiurare non solo il rischio della chiusura della struttura ma anche il pericolo che l’Ente possa essere chiamato in tribunale a rispondere di cifre molto alte
di Redazione
30 marzo 2015
17:12

Una nuova ipotesi di transazione tra Regione Calabria e Fondazione Campanella per scongiurare non solo il rischio della chiusura della struttura, ma anche il concreto pericolo che l’Ente possa essere chiamato dal Tribunale a rispondere di cifre molto più alte. Il Governatore avvii al più presto una nuova istruttoria , in modo da avere piena contezza del debito, e lavori da subito ad un nuovo accordo, magari su basi ancora più convenienti per l’Ente, perché basterebbero 15 milioni di euro, forse meno, per evitare il disastro. Da qui si può ripartire per varare un piano industriale che consenta alla Fondazione di gestire, in regime di convenzione, i 35 posti letto e i servizi di assistenza domiciliare integrata.

 


E’ ciò che propone il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, al presidente Oliverio, sostenendo che la delibera di Giunta Regionale n. 395, pur subordinando la sottoscrizione della transazione al reperimento delle necessarie risorse in bilancio, contiene espliciti impegni e altrettanto esplicite ammissioni dei mancati adempimenti finanziari a favore della Fondazione, ammissioni suffragate dalla stessa Avvocatura regionale.

 

Il primo cittadino di Catanzaro ha formalizzato la proposta con una lettera inviata non solo al presidente Oliverio e al suo vice Ciconte, ma anche al commissario straordinario Scura e ai dirigenti dei settori regionali alla salute, Zito, al bilancio, De Cello, all’avvocatura, Spanti.


“Onorevole Presidente - scrive Abramo - uno dei nodi centrali della vertenza Fondazione Campanella è la definizione del contenzioso tra la stessa Fondazione e la Regione Calabria, da cui potrebbero scaturire le risorse per salvare in extremis la struttura. Nello spirito di collaborazione tra Istituzioni e nel riaffermarle il forte interesse della Città Capoluogo a salvaguardare il Polo Oncologico, mi permetto di segnalare alcuni elementi di forte preoccupazione sul piano della legittimità degli atti e delle azioni che si andranno a compiere. Io penso che la strada della chiusura della Fondazione sia sbagliata ed esporrebbe la Regione Calabria a forti rischi: il liquidatore giudiziale potrebbe chiedere ed ottenere il pagamento di tutte le somme dovute dalla Regione alla Campanella.

 

Occorre ricordare che nel giudizio, aperto nel 2012 dalla Fondazione, viene chiesto al Tribunale di Catanzaro di condannare la Regione al pagamento della complessiva somma di 170 milioni di euro. Comprendo la sua prudenza rispetto ad una pratica gestita dalla precedente Amministrazione Regionale, ma è altrettanto vero che un’inerzia rispetto agli impegni solennemente assunti nella Delibera di Giunta regionale n. 395/2014 potrebbe portare la Regione Calabria a soccombere e a pagare cifre nettamente più alte, con evidente danno per l’Ente. Se è vero che la citata delibera subordina la sottoscrizione della transazione al reperimento delle necessarie risorse finanziarie nel bilancio regionale, è altrettanto vero che nella premessa della stessa delibera la Giunta regionale ammette che “sono insorte diverse vertenze determinate dal mancato adempimento di impegni finanziari assunti formalmente dalla Regione”.

 

Né si può non tenere conto della lettera con cui l’Avvocatura Regionale il 16 settembre 2012 trasmette alla giunta la bozza di accordo, non senza sottolineare che “il diritto riconoscibile in favore della Fondazione risiederebbe in un’attenta lettura dell’art. 4 dello Statuto, laddove è previsto l’obbligo della Regione di versare alla Fondazione 25 milioni 882mila euro da destinare all’acquisto di strumentazioni”. Il rischio che la Regione sia soccombente e costretta a pagare cifre ancora più alte di quella pattuita resta molto alto. Ritengo che un amministratore esperto ed oculato come Lei non voglia e non possa assumersi una responsabilità in prima persona di tale dimensioni.

 

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