Il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato: «Chi muore sul lavoro è vittima di un reato commesso da tutti»
«Nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituire l’uomo e a nessuna intelligenza artificiale potrà essere delegata la nostra sicurezza», scrive Antonio Lomonaco
«Il lavoro è dignità, il lavoro è un principio costituzionalmente garantito, il lavoro non può essere mai una causa di morte. Oggi, nel giorno della festa dei lavoratori, un pensiero va a tutte le persone - e alle loro famiglie - che lavorando per rendere migliore questo Paese hanno perso la vita. Eroi dimenticati in un giorno in cui le celebrazioni retoriche fanno più rumore del numero di vittime innocenti». Lo scrive in una nota il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, Antonio Lomonaco.
«Numeri assolutamente insostenibili in un Paese civile che fonda la sua libertà e i suoi principi democratici proprio sul lavoro – prosegue la nota –. Vittime di un reato commesso da tutti; la colpa di chi non ha saputo tutelare. Chi perde la vita nell’adempimento del suo dovere é sempre vittima di un reato, mai di una casualità. Le famiglie che vengono private non solo del sostentamento di un reddito, ma del loro affetto più cari, sono a loro volta vittime di comportamenti non adeguati. Nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituire l’uomo e a nessuna intelligenza artificiale potrà essere delegata la nostra sicurezza, specie quella sul lavoro. L’Ufficio del Garante per le persone vittime di reato è a disposizione su più fronti, non solo per la tutela delle famiglie, ma anche per la costituzione di un tavolo dal quale nascano proposte concrete da perseguire in maniera fattiva perché nessuno perda la propria vita in conseguenza di un reato. Un Paese non ha bisogno di eroi per essere grande, ma deve garantire dignità e sicurezza a tutti per essere competitivo».