Classe ‘97, si è laureato pochi giorni fa all’Univesita Magna Grecia di Catanzaro: «Porto con me il ricordo di un'università a cui ho dato tanto, ma da cui ho ricevuto molto di più»
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Giovanni Pio Oliverio, classe '97, laureato in Biotecnologie nel luglio 2019, Biotecnologie mediche luglio 2021 e Medicina e Chirurgia il 10 luglio 2025. Il futuro lo scriveranno i ragazzi come Giovanni che in questi giorni stanno discutendo la tesi di laurea all’Università degli Studi di Catanzaro "Magna Graecia".
Oliverio è stato rappresentante nell'ateneo di Catanzaro, nonché Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Segretario dell'ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti con Autismo) sede Crotone - San Giovanni in Fiore.
All’UMG abbiamo assistito alla seduta di laurea di pochi giorni fa, in un bel clima di festa e allegria. Con Giovanni tanti altri ragazzi, pronti ad affrontare le sfide della vita.
Dunque Giovanni, il momento è arrivato. Ed è andata bene. Non sarà stato facile.
«L'ansia e le emozioni erano tante, come in tutte le sfide che si rispettino, ma mi auguro di essere stato all'altezza della giornata e del ruolo che dovrò rivestire nel mio futuro professionale».
La tesi, l’esposizione chiara e sicura, la fine di un momento importante della vita. Rimpianti?
«Nessuno! Sono fiero del percorso svolto, sotto ogni punto di vista. Non è stato facile ma posso dire di essere stato anche fortunato. Fortunato nell'avere una famiglia che mi supportasse e nella possibilità di potermi dedicare solo allo studio. Molti miei colleghi, purtroppo, vivono il dramma del precariato e delle difficoltà economiche, condizioni che li costringono a dover lavorare e a sottare del tempo allo studio e alla formazione».
Ci sono stati momenti difficili?
«Come in tutti i percorsi formativi senz'altro. Riporto con piacere che, nonostante i traguardi raggiunti, ho più volte tentato l'accesso a medicina e spesso pensavo di non farcela. Penso di essere stato costante e determinato nel perseguire questo obiettivo, non privo di ostacoli che fanno parte del percorso di ognuno di noi».
I ragazzi del giorno in cui hai discusso la tesi di laurea, sono apparsi tutti motivati, tutti decisi. Ma allora non è vero che dalle università escono fuori sempre più giovani impreparati e insicuri.
«I dottori (di ogni corso di studi) investono su loro stessi e sul loro percorso di formazione. L'università non è un percorso facile e spesso mancano i supporti adeguati a compensare insicurezze e fragilità. Posso dire, nella mia umile esperienza, che laurearsi è frutto di un costante impegno in cui nessuno regala nulla. Non si può essere impeccabili, ma si può ambire a migliorare ogni giorno. Il motto della mia università è "dubium sapientiae initium" ed è proprio da una generazione piena di dubbi che forse potranno uscire le migliori menti».
Eppure oggi i medici vengono contestati, messi in discussione. Perfino aggrediti. Io penso che tu lo saprai che non sarà facile entrare in un rapporto diretto di fiducia con i futuri pazienti. Che sarà un rapporto tutto da costruire in un’epoca in cui il dottor Google Arriva prima di voi.
«Non posso parlare del lavoro del medico a causa della mia inesperienza, ma mi piace pensare che ogni rapporto possa instaurarsi dall'incontro tra due parti che veramente vogliono confrontarsi. Google diventa la risposta ad ogni paura, ma un buon medico può sostenere, capire e supportare il paziente. Per quanto la tecnologia impatti sulle nostre vite, il valore umano rimarrà la chiave del rapporto medico-paziente».
Cosa ti porti dietro dall’UMG di Catanzaro? Che cosa ti ha lasciato durante questi anni di studio?
«Porto con me il ricordo di un'università a cui ho dato tanto, ma da cui ho ricevuto molto di più. I colleghi, gli amici, l'associazione "insieme-umglab", rimangono un punto fermo della mia vita e, nonostante gli ostacoli avuti, rimarrò sempre legato a questa università. Ho avuto l'onore e l'onere di rappresentarla in assisi importanti e porterò questa esperienza con me, pur rimanendo critico per molti disservizi presenti nella città. I trasporti, gli affitti in nero, il mancato rapporto tra università e città hanno gravato molto sul futuro di entrambe le istituzioni, ma sono speranzoso che si possano creare ponti e abbattere muri».
Adesso la specializzazione, cosa pensi di fare?
«I progetti sono tanti e l'aver concluso il percorso di studi pochi giorni fa, non mi da modo di scegliere con certezza. La sfida più importante rimane il test SSM, in cui un'intera generazione punterà alla specializzazione che più appartiene. Tuttavia, la mancanza di investimenti sul numero delle borse non permette a tutti di inseguire il proprio sogno. Ho discusso una tesi in cardiochirurgia e non nascondo un'amore per questa disciplina, sebbene le sfide da affrontare non siano poche»
È giusta l’abolizione del numero chiuso in medicina, ammesso che di eliminazione si tratti, visto che i dubbi sono tanti
«Non c'è stata un'abolizione vera e propria, ma un grande clamore mediatico di una riforma che non pensa alla formazione degli studenti. Il test è stato solo posticipato sei mesi più tardi e diviso in più blocchi, del resto rimane un "numero chiuso". Far leva sulle speranze dei cittadini per fini elettorali è un atto barbaro. In futuro, avere più medici ma senza specialisti non risolverà il problema, anzi accentuerà ulteriori disuguaglianze. Per non parlare della formazione che necessità di un rapporto uno ad uno tra docente e studente e, visti i possibili aumenti, verrà meno».
Il tuo futuro sarà in Calabria ?
«Mi auguro di sì. Sono curioso di conoscere nuovi ambienti e realtà, non trascurando tutto ciò che mi ha donato questa terra. Uscire fuori da un'ambiente, ci arricchisce da una parte e ci fa apprezzare ciò che abbiamo lasciato. Ad oggi rimane una speranza, in futuro mi impegnerò per concretizzarla dopo un percorso di formazione».
Tu sei stato sin da ragazzino, molto impegnato nel sociale e nel politico, così anche nell’associazionismo. Pensi che qualcosa di questo lo ritroverai anche nel tuo futuro?
«La politica farà sempre parte della mia vita, continuando ad essere il sogno di un bambino. Tuttavia, non so se avrò la possibilità e la volontà di farlo in prima persona. Amo lavorare in squadra e collaborare verso un obiettivo comune. Ad ogni modo ci sarà tempo e modo di riflettere, l'importante è saper coltivare l'umiltà di chi vuole apprendere e tralasciare l'arroganza di chi vuole apparire».
Tra spopolamento, fuga dei giovani, una crisi economica che non finisce mai, e tanti errori di strategia, oggi ci danno una Calabria in forte sofferenza. Anche se si vuol far credere il contrario. Tu lo vedi il futuro della Calabria e come ?
«Il futuro della Calabria dipende da noi e da chi lo scrive giorno per giorno. Le difficoltà ci sono, la gestione politica è una piaga, ma i calabresi non sono solo questo. Mi piace pensare alla figura eccelsa di Renato Dulbecco che nasce a Catanzaro e viene insignito del Premio Nobel per la medicina nel 1975: oggi a lui è intitolata l'AOU in cui ho studiato. In futuro, molti dei giovani calabresi potranno cambiare questa terra e non solo, basta crederci senza farsi mai prendere dallo sconforto».
Nel suo post di Facebook subito dopo la discussione della tesi il nel dottore con 110 e lode scrive: “a tutte quelle volte che pensavo di non farcela. A tutte quelle volte che ci ho riprovato. Grazie perché, nonostante tutto, non mi sono mai arreso. Alla mia ragazza, ai miei amici, alla mia famiglia e a Dio: costante della mia vita! Dottore in Medicina e Chirurgia”.