Guccione denuncia: «L'Asp di Cosenza nel mirino della Corte dei Conti»

I bilanci dell'Azienda sanitaria più grande della Calabria non convincono la magistratura contabile, che pretende spiegazioni: proroghe ingiustificate, sprechi, ritardi, pagamenti poco chiari e controversie per mezzo miliardo di euro sotto esame

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di Camillo Giuliani
30 maggio 2020
19:24
L’Asp di Cosenza
L’Asp di Cosenza

Allarme rosso all'Asp di Cosenza. Rosso come i conti dell'Azienda sanitaria provinciale più grande della Calabria, che, arrivata al 2020, non è stata ancora in grado di approvare il bilancio consuntivo del 2018, è sommersa dai debiti e dovrà spiegare alla Corte dei Conti entro due mesi molte cose.

La Sezione regionale di controllo, infatti, ha inviato all’Asp di Cosenza, a Jole Santelli, al commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro e al direttore del Dipartimento salute della Regione una richiesta istruttoria e di chiarimenti. Nel mirino ci sono i Bilanci degli esercizi 2016 e 2017. A denunciarlo è Carlo Guccione, il consigliere regionale del Pd impegnato da tempo in battaglie sulle spese della sanità cosentina. Il democrat aveva più volte evidenziato «la pratica illecita di doppi e tripli pagamenti di una stessa fattura», rimarcando come i soldi destinati alla cura dei cittadini finiscano spesso per essere impiegati «per pagamenti di interessi moratori, spese legali e per un sistema di proroghe illegittime e irregolari in merito al rinnovamento tacito di diverse prestazioni di servizi».

Liquidazioni senza un chiaro perché e interessi in aumento

Ma i problemi dell'Asp non si fermano qui. Ci sono, per esempio, i pignoramenti. Il Collegio sindacale nelle conclusioni della relazione del consuntivo 2017 ha attestato che spesso è estremamente difficile, nel mare magnum delle procedure esecutive in atto, riuscire a comprendere il titolo da cui scaturisce l’assegnazione delle somme dovute. In pratica, l’Azienda – spiega Guccione - «non è in grado di identificare con certezza la matrice sulla cui base i pagamenti vengono liquidati». Così, rischia di pagare più volte lo stesso debito. E non può utilizzare risorse del bilancio, trovandosi costretta poi a ricorrere all’anticipazione di cassa, sulla quale gravano interessi. Tra il 2016 e il 2017 quelli passivi sono aumentati del 49 per cento: da euro 11.138.695,00 a euro 16.620.411,00. E altri oneri finanziari – prosegue Guccione - «sono aumentati del 122 per cento».


Contenzioso pendente per oltre 280 milioni di euro

Ancora peggio va con il contenzioso. Se si considera solo il 2017, quello pendente è di quasi 282 milioni di euro. E si parla soltanto della quota capitale di 55 delle 120 cause in cui è coinvolta l'Asp, quasi le altre 65 non esistessero. Ergo, la somma potrebbe essere ben più alta di quella appena riportata. Il Collegio sindacale, aggiunge il consigliere regionale, «afferma che un discorso a parte merita il dato relativo per ottemperanza al giudicato». Il danno economico che viene fuori dalle sentenze definitive di diversi Tar nel solo 2017 è di un milione e 300 mila euro, a cui aggiungere i costi connessi agli atti transattivi (circa 8 milioni di euro) e gli interventi sostitutivi dei Commissari ad acta (circa un milione di euro). Somme in cui non sono considerate numerose sentenze della magistratura amministrativa – già segnalate alla Procura regionale della Corte dei conti - emesse a seguito di settanta giudizi di ottemperanza, chieste da fornitori insoddisfatti a seguito di sentenze civili e amministrative definitive con le quali – scrive ancora Guccione - «l’azienda è condannata a pagare rilevanti importi maggiorati di spese legali e compensi per la nomina di venti commissari ad acta».

Mezzo miliardo in ballo per le controversie. E le proroghe fioccano

Le cifre in ballo per le controversie, riferite alla sola quota capitale (quindi senza tener conto di interessi e spese legali), fanno rabbrividire. Il direttore Affari legali e contenzioso dell’Asp di Cosenza le ha quantificate in quasi 522 milioni di euro. Il volume di quelle chiuse supera i 155,5 milioni di euro, mentre ce ne sono di aperte per quasi 366,45 milioni. E nel calcolo non vengono conteggiate circa 460 vertenze il cui valore è indeterminato o non ancora determinabile. La Corte dei Conti, inoltre, ha rilevato irregolarità in merito al rinnovo tacito di diverse prestazioni di servizi.

La proroghe, normalmente, andrebbero utilizzate solo in casi eccezionali, ma all'Asp pare siano diventate il rimedio ordinario – si pensi al servizio di Tesoreria, effettuato ancora da Bnl nonostante il contratto sia scaduto nel 2018 – per sopperire a ritardi e disfunzioni organizzative. Così facendo c'è il pericolo di agire oltre i limiti consentiti dalla legge e provocare un danno erariale, violando i principi di economicità, efficacia, tempestività, correttezza, libera concorrenza e trasparenza.

Bilanci approvati fuori tempo massimo, l'ultimo è quello del 2017

Non è un caso che il Collegio sindacale abbia espresso parere negativo sia sul consuntivo 2016 sia su quello successivo. Nonostante questo i due bilanci sono stati approvati, seppure in ritardo, mentre ancora si attendono notizie su quello del 2018. E la Corte dei Conti evidenzia che per l'approvazione dei bilanci ci sono tempistiche precise fissate dalla legge, che a Cosenza non hanno rispettato. Poi ci sono le perdite di esercizio nel quinquennio 2013-2017. L’incremento di perdita più evidente si registra soprattutto dal 2015 al 2016 (32 per cento). Ma al peggio non c'è mai fine e quello nel quarto trimestre 2018 risulterebbe pari a 57,5 milioni, un peggioramento del 44 per cento rispetto al 2017.

Troppi incarichi a personale esterno e l'ultimatum della Corte dei conti

Molti gli aspetti da chiarire anche in relazione alla spesa del personale, specialmente per quanto riguarda gli affidamenti di incarichi a professionisti esterni. La norma prevede che sia possibile avvalersi di personale assunto a tempo determinato o con contratti flessibili nei limiti del 50 per cento della spesa sostenuta per le stesse finalità nel 2009. Ma all’Asp di Cosenza il costo di tali prestazioni nel 2016 è stato pari all'82,85 per cento rispetto al 2009 e nel 2017 del 76,50 per cento: una violazione che configura una ipotesi di illecito disciplinare e di responsabilità erariale. Ora l'Asp ha 60 giorni di tempo per fornire una spiegazione plausibile ai numeri appena elencati, fornendo i dovuti atti giustificativi. «Scaduto infruttuosamente tale termine – conclude il democrat – la Corte dei Conti adotterà le proprie determinazioni allo stato degli atti».

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