Il Consiglio regionale approva il nuovo Por, critiche le opposizioni: «Non c’è visione strategica»
Per il centrodestra il programma è frutto di una condivisione partita già con la presidenza Santelli. I dem contestano: «Sembra una lista della spesa». E Lo Schiavo attacca: «Il problema è il sistema di governance» (ASCOLTA L'AUDIO)
Nel giorno della debacle sull’Autorità unica dei servizi ambientali, il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto raccoglie il via libera dell’aula sul Programma regionale Calabria Fesr/Fse plus 2021/2027, in attuazione del REG,(CE) n. 1060/2021 e del Rapporto ambientale di VAS.
Dopo la relazione introduttiva di Antonio Montuoro (FdI), ad aprire il dibattito è stato il democrat Raffaele Mammoliti che nel riconoscere l'importanza del documento strategico ha lamentato la mancanza di una visione politica. «Manca un orizzonte strategico - ha detto - in un documento che ci consente di utilizzare le risorse europee che ci sono state assegnate». Quale l’obiettivo - si è chiesto insomma Mammoliti – tenuto conto che il compito di una Regione non è solo quello di raggiungere i target di spesa previsti.
Per la maggioranza, la difesa della programmazione e del metodo utilizzato per arrivare alla sua stesura è stata affidata prima all’assessore Fausto Orsomarso (FdI) che definendo «ingrato» l’intervento di Mammoliti, ha ricordato che già nel corso della presidenza targata Santelli era iniziata l'opera di consultazione con il territorio e le parti sociali - «il frutto di quel lavoro è ancora presente nei tabelloni ancora esposti nella hall della cittadella regionale», ha detto – e poi alla pasionaria Pasqualina Straface (FI) che ha elencato i punti salienti del Por, «a cominciare - ha ricordato - dai 160 milioni di euro del più grande programma che riguarda l'assistenza tecnica delle amministrazioni. Partecipazione, gioco di squadra, sinergie istituzionali - ha concluso - sono gli ingredienti che porteranno questo documento ad essere vincente per lo sviluppo della Calabria». Ma prima, Giacomo Crinò (FA) aveva promosso, definendolo «affidabile», il programma europeo.
Antonio Lo Schiavo (dMp) pur ritenendo condivisibile l’impianto del Por ha concentrato la sua attenzione sulle parole del dirigente Maurizio Nicolai che ha definito il precedente programma europeo «fallimentare». Un modo per domandarsi «cosa cambia oggi rispetto a quello precedente?», senza trovare una risposta plausibile per sé. «Il problema – afferma - è il sistema di governance. Non era adeguato prima e non lo è ora».
È toccato poi a Montuoro chiudere il dibattito che lui stesso aveva aperto illustrando il provvedimento. Il presidente della Seconda commissione, che tra le altre materie si occupa anche di affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero, ha risposto ad alcune affermazioni del consigliere Mammoliti, sostenendo che «non rispondono alla realtà». Prendendo posizione anche sulla domanda posta dal collega dem su quale impatto avrà il programma: «Il compito sarà anche nostro - ha affermato -. Per questo al dirigente generale del Dipartimento Programmazione comunitaria Maurizio Nicolai ho chiesto sedute periodiche per monitorare l'andamento della spesa e il suo impatto sul territorio. Sarà fatta una verifica del lavoro svolto. Se riusciamo tutti a collaborare, maggioranza ed opposizione su quelli che sono gli obiettivi da raggiungere, sono sicuro - ha concluso Montuoro - che riusciremo a fare la differenza».
Pd: «Programma è lista della spesa senza direzione strategica»
Forti critiche alla programmazione della spesa europea approvata a Palazzo Campanella sono state espresse a margine dei lavori da tutto il gruppo del Partito democratico: «Non è confortante quanto emerge dall'esame della programmazione europea per gli anni 2021-2027 elaborata dalla giunta. E la lacunosità degli interventi previsti, uniti alla loro parcellizzazione, ci lascia preoccupati anche per quel che riguarda la messa a terra delle risorse inserite nel Pnrr». Per Nicola Irto, Ernesto Alecci, Domenico Bevacqua, Franco Iacucci e Raffaele Mammoliti, la programmazione è «fumosa».
«Si perde in un'analisi minuziosa del contesto calabrese in cui ci si trova operare e con difficoltà amplificate rispetto al resto dell'Europa proprio a causa della pregressa fragilità della sua economia e del suo tessuto sociale. Come è avvenuto già per altri documenti e normative sottoposte all'attenzione del Consiglio regionale in questa legislatura, però, ad un'analisi dei problemi non seguono le soluzioni». Per i dem nel documento non emergono chiaramente i collegamenti fra le singole azioni di spesa che, inoltre, con grande difficoltà possono essere inseriti in un quadro unitario. «Siamo davanti a una lista della spesa di interventi molto finemente dettagliata, ma di cui non si coglie una direzione strategica. Obiettivi, indicatori, risorse, analisi economiche sono sviluppate con sufficiente dettaglio, ma senza avere un'anima». Manca, infine - concludono i consiglieri dem - in modo totale un'idea di quale Calabria si vuole progettare e di quale modello di sviluppo si vuole dare a questa regione. «Ed è l'aspetto più grave e, ribadiamo, desta preoccupazione anche per gli investimenti da realizzare con il Pnrr sui quali continua ad esserci enorme incertezza».