Sanità Calabria

Il Pd di Lamezia replica a Battistini (Asp): «Le lunghe liste d’attesa per una visita smentiscono la sua versione»

Il segretario cittadino dem Gennarino De Masi ribatte alle rassicurazioni date dal commissario dell’Azienda sanitaria provinciale: «Abbiamo fatto come ha detto, siamo andati a controllare le prenotazioni. Ed ecco cosa abbiamo trovato»

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di Sonia  Rocca
6 aprile 2024
18:54

Forse il commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Battistini, pensava di aver superato la vertenza aperta dal Pd di Lamezia Terme sul rischio di declassamento e le lunghe liste d’attesa all’ospedale lametino. Ma non è così. È durissima infatti la replica del segretario cittadino Gennarino Masi alla conferenza pubblica tenuta da Battistini tre giorni fa. E per ribattere sulla questione delle liste d’attesa, l’esponente dem segue esattamente il consiglio che lo stesso Battistini, provocatoriamente, nel corso dell’incontro organizzato dal comitato civico “La Sanità che vogliamo”, aveva consigliato di fare e cioè proprio controllare il sito dell’Asp.

In quell’occasione infatti sul tema dei tempi lunghi per le visite specialistiche il commissario straordinario aveva additato la stampa come responsabile, a suo dire, di una cattiva informazione e aveva consigliato a tutti di guardare sul sito. «Nel fornire doverosamente ai cittadini alcune precise informazioni - scrive infatti il segretario Pd - sulle liste di attesa, dobbiamo smentire quanto dichiarato dal commissario dell’Asp di Catanzaro Battistini». Masi si riferisce all’aspra replica rispetto alla denuncia di una utente che, con una lettera pubblica, lamentava la lunga attesa per poter eseguire un Ecocolordoppler dei tronchi sovra aortici. Esame prenotato per febbraio 2025. «Invitandoci - prosegue Masi - a consultare le liste di attesa sul portale dell’Asp. È ciò che abbiamo fatto. Sullo stesso viene segnalato che, su richiesta dal medico curante, le prestazioni devono essere garantite come Urgenti (U) con attesa massima 72 ore; Brevi (B) con attesa massima di 10 gg; Differibili (D) con attesa massima di 30 gg per le visite e 60 gg per le prestazioni diagnostico-strumentali; Programmabili (P) con attesa massima di 120 gg. Dobbiamo tuttavia precisare che le prestazioni possono essere espletate in una qualsiasi delle strutture presenti nell’Asp di Catanzaro o delle vicine province con evidente disagio o franca impossibilità nell’eseguirle per persone svantaggiate. Per malattia, solitudine o povertà».


Questa circostanza per i dem è una violazione del dettato costituzionale e, per avvalorare questa tesi, Masi riporta alcuni dati estrapolati dal portale dell’Asp di Catanzaro da cui si evince dopo quanti giorni vengono eseguite le prestazioni, dati che «smentiscono chiaramente quanto dichiarato dal commissario Battistini». Così, ad esempio, per un’ecografia “differibile” dell’addome servono 134 giorni a fronte di un limite massimo d’attesa di 60 giorni, per una colonscopia sempre di tipo D di giorni ce ne vogliono 81 mentre lo stesso esame “programmato” richiede un’attesa di 254 giorni.

«Comprendiamo tuttavia – continua la nota del segretario del Pd - le difficoltà del commissario nel dover gestire ben due Asp e lo perdoniamo anche per altre sue dichiarazioni riguardanti per esempio la spesa di 400mila euro per riparare danneggiamenti e l’annuncio di siglare un accordo sulla vigilanza con un’associazione di forze dell’ordine. In sostanza, la colpa è dei cittadini se le porte dell’ospedale restano aperte giorno e notte, quando qualsiasi supermercato per ridurre ruberie e danneggiamenti ha dei vigilantes. E se alcuni occupano i parcheggi dei disabili, dimentica che la stragrande maggioranza dei cittadini utilizza i parcheggi a pagamento. Eppure per risolvere il problema basterebbe ripristinare le sbarre con dei pass per i disabili».

E conclude: «Quando l’Azienda sanitaria era autonoma il nostro ospedale, come quello di Soveria Mannelli, era tra i più efficienti della Calabria e così i servizi territoriali, dai consultori ai centri per la salute mentale. Sui suoi bilanci non gravavano, come avviene ora, i rimborsi alle numerose case di cure e Rsa di Catanzaro con la conseguente riduzione delle risorse sanitarie per il nostro comprensorio».

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