Comune Catanzaro

Il presidente del Consiglio comunale difende la (loro) sosta gratis: «Sbagliato considerarlo un privilegio»

INTERVISTA Gianmichele Bosco respinge le critiche che hanno investito l’Assemblea in seguito all'ipotesi che ai consiglieri venga concessa la possibilità di parcheggi gratuiti. Poi affronta i nodi politici: «Inciucio? No, necessità di non tornare subito al voto» 

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di Danilo Colacino
2 settembre 2022
20:05
Nel riquadro Gianmichele Bosco, presidente del consiglio comunale di Catanzaro
Nel riquadro Gianmichele Bosco, presidente del consiglio comunale di Catanzaro

Dopo la vasta eco che ha avuto nel capoluogo la vicenda relativa ai pass per i parcheggi gratuiti dei consiglieri, raccontata da LaC News24, il neopresidente del Consiglio comunale, Gianmichele Bosco, rivendica il diritto al pieno esercizio dell’attività politica, anche attraverso alcune concessioni o agevolazioni dal suo punto di vista strettamente connesse all’espletamento del mandato elettivo.

 Presidente, la vicenda dei pass per la sosta gratuita delle auto dei consiglieri ha fatto molto discutere in città...
«Non so se abbia fatto molto discutere o meno. Di sicuro ha originato un articolo di stampa non proprio aderente alla realtà dei fatti. Tant’è che voglio subito chiarire come, a differenza di quanto abbiamo letto, nessuno abbia mai parlato di due pass (l'ipotesi è concedere la sosta per due targhe alternativamente, ndr). Dal canto mio, comunque, non intendo avvalermi di alcuna autorizzazione al parcheggio. Non l’ho fatto in passato, da consigliere comunale di opposizione, e non vedo perché dovrei farlo adesso da presidente del Consiglio. È una mia scelta, ma allo stesso tempo ritengo che l’attività politica necessiti di tutti gli strumenti utili per poterla esercitare nel migliore dei modi. In ogni caso, è bene che si sappia come questa Amministrazione abbia inteso stringere le maglie e molti pass concessi in passato, oggi sono stati negati».


Non le pare comunque che si resti nell'ambito di uno dei tanti ingiustificati privilegi di casta?
«Non c’è alcun ingiustificato privilegio perché, pur essendo stato personalmente sempre molto rigoroso nel  rinunciare ai privilegi e nel contrastarli, ciò non può significare che ogni cosa debba essere criminalizzata. I consiglieri sono stati eletti e devono poter svolgere la loro attività nell’interesse della collettività. Tale estrema demonizzazione del loro ruolo è inaccettabile. Il popolo ha scelto i propri rappresentanti e questi devono essere messi nelle condizioni di operare al meglio a beneficio esclusivo della collettività».

Ritiene dunque questa una "doverosa concessione" fatta agli amministratori?
«Non stiamo concedendo abbonamenti gratuiti allo stadio o al teatro. Stiamo semplicemente dando la possibilità di parcheggiare a chi svolge il proprio mandato all’interno del Comune, dove ai lavori del assembleari si aggiungono quelli delle Commissioni. D’altra parte è un po’ ciò che avviene per voi giornalisti, che potete entrare gratuitamente agli eventi o alle manifestazioni per poi poterne scrivere e renderne conto ai lettori (ipotesi sempre più rara e quando avviene riguarda eventi privati, non aree pubbliche, ndr)».

Voltiamo pagina. Fiorita sulla carta non ha una maggiorazna numerica. Dal rischio "anatra zoppa" all'inciucio?
«Nessun inciucio o spirito di conservazione. C’è un principio di ragionevolezza che anima il Consiglio. E c’è una città che ha voluto fortemente questo sindaco Non sarebbe quindi ragionevole, oltreché utile ed economico, per una città che ha bisogno di essere governata, tornare alle urne dopo soli due mesi dal voto. Era inevitabile cercare il consenso per far vivere quest’Amministrazione. Non mi sembra che qualcuno abbia mai indicato un’alternativa concreta. Qui c’è una Catanzaro da ricostruire e un ritorno alle urne sarebbe andato nella direzione esattamente opposta all’interesse generale. Non credo che la gente voglia un simile scenario». 

Non è che che puntate a tirare a campare?
«Alla fine, ognuno deve fare il suo mestiere. Il giornalista può cercare il titolo ad effetto. Chi invece è stato eletto per amministrare una città deve fare di tutto per governarla nel miglior modo possibile».

Ha destato scalpore l'elezione di Manuela Costanzo quale sua vice con una quota di consensi addirittura maggiore della sua. Sono insomma lontani i tempi in cui ne invocavate le dimissioni?
«Il Consiglio comunale, dopo aver eletto una figura riconducibile alla coalizione che sostiene il sindaco (Bosco, appunto, ndr), si è correttamente orientato verso una figura non facente parte dello stesso schieramento. Incredibilmente o colpevolmente, faccia lei, dall’opposizione non è stata avanzata alcuna proposta e l’unico nome emerso è stato quello della collega Costanzo. A quel punto, non vi era altra direzione da prendere se non la via poi in effetti battuta, soprattutto a fronte della necessità di chiudere la partita delle nomine e consentire al Consiglio e al resto degli organismi consiliari di poter operare».

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