A rischio

Paola, opposizione all’attacco: «Ritardo nei lavori sul lungomare peserà sulla festa di San Francesco e sull’estate»

VIDEO | L’ex candidata a sindaco Ciodaro mette all’indice l’amministrazione Politano: «Gestione lasciata al caso, a rischio bella stagione e lavoro degli operatori del settore»

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di Francesco Frangella
29 febbraio 2024
14:06

Auspicati dal tempo in cui venne messo in atto il primo, radicale, intervento di riqualificazione del lungomare cittadino, vale a dire il periodo in cui venne realizzata la pista ciclopedonale, quando alla guida del comune di Paola c’era l’avvocato Basilio Ferrari (2012-2017), i lavori per restituire un contesto gradevole al tratto che ne inframezza i circa due chilometri di lunghezza, sono ripresi dopo mesi di stop.

Concentrati nell’area su cui affaccia l’uscita lato ovest della stazione ferroviaria, biglietto di presentazione per tanti turisti e visitatori al loro arrivo in città, gli interventi posti in essere riguardano due punti nevralgici, perché andranno a sanare l’annosa questione del famigerato “ecomostro” (conosciuto anche come “Pit” o “Centro di Accoglienza e Promozione Turistica”), riorganizzando poi un tratto del lungomare che, dalla realizzazione del percorso ciclabile, è stato “strozzato” ad una sola corsia, a senso unico, per le auto.


Dopo l’incoraggiante e celere allestimento del cantiere, qualche mese fa, un periodo di stasi ha condizionato la prosecuzione dell’opera, perché dalle parti del comune si è dovuto provvedere al reperimento della liquidità necessaria da anticipare alla ditta che se ne sta occupando.

I lavori, inquadrati nelle misure d’intervento funzionali alla rigenerazione e riqualificazione, prevedono anche la realizzazione di una suggestiva porta verso il mare, non stanno brillando per rapidità di esecuzione. Il ritardo accumulato è tale da non lasciare margini di ottimismo in vista della festa con cui, tra meno di due mesi, sarà celebrato il Patrono di Calabria, la cui tradizionale fiera è allestita in parte proprio lungo il camminamento su cui ruspe e operai stanno effettuando gli sbancamenti.

«È una gestione lasciata al caso, non c’è programmazione, non ci sono direttive politiche significative tali da poter correggere il tiro su cose di questa gravità». Con questo commento lapidario, l’ex candidata a sindaco per la coalizione “La Paola che non ti aspetti”, Emira Ciodaro, leader della compagine “Forza Paola Domani” nella minoranza consiliare, ha voluto stigmatizzare la situazione venutasi a creare, sottolineando il rischio che potrebbe rappresentare il dover organizzare un evento unico, com’è annualmente la festa dedicata al Patrono di Calabria, con un’intera porzione del percorso destinato all’allestimento della fiera, transennato coi nastri da cantiere.

A rendere ancor più affannosa la corsa contro il tempo, la contemporanea esecuzione dei lavori per la riqualificazione del cosiddetto “ecomostro”, recentemente oggetto di una bonifica dovuta al «ricettacolo» (così definito nell’ordinanza comunale con cui è stato stabilito l’intervento) di  indumenti usati presenti all’interno, che accumulati in quantità esagerata, sono rimasti a languire per anni in un ambiente non consono, diventando a tutti gli effetti spazzatura.

Uno spreco che rischia di fare il paio con quello paventato dalla consigliere Ciodaro, che ha puntato l’attenzione sulla possibile perdita degli introiti derivanti dal canone mercatale durante i giorni della festa (1-2-3-4 maggio), che tanti ambulanti potrebbero non versare a causa della mancanza di posti venutasi a creare per via dei lavori che, protraendosi ulteriormente, potrebbero compromettere finanche l’andamento della stagione estiva.

«Se le cose continuano ad andare così - ha detto la leader consiliare paolana - mi chiedo come sarà possibile garantire un traffico idoneo a quel flusso di persone che, normalmente, popola il lungomare durante il periodo estivo. L’andazzo è preoccupante e mette a rischio anche il lavoro degli operatori di settore, a cui va tutta la mia solidarietà, perché so che stanno in fibrillazione perché ancora non sanno di che morte devono morire. Cioè, il loro destino economico e gestionale per la futura estate, ancora non si sa a quale filo è appeso».

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