La proposta

Il servizio idrico di Paola fa acqua da tutte le parti, le opposizioni: «Taglio in bolletta del 30% per risarcire i cittadini»

È quanto chiedono gli esponenti consiliari di Pd e La Calabria migliore alla luce dei continui disagi subiti dagli utenti: «Ridurre il canone a chi non ha beneficiato costantemente dell’erogazione per uso domestico o per le proprie attività commerciali»

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di Francesco Frangella
12 novembre 2023
13:45

Quella appena trascorsa, è stata una stagione estiva che Paola ha vissuto all’insegna dei disagi sul fronte del servizio idrico, con l’acqua che spesso è mancata nelle case dei cittadini, ai quali - comunque - il comune in questi giorni d’autunno, ha ugualmente spedito a casa l’ingiunzione del pagamento del canone.

Contro l’iniquità di questo automatismo burocratico, il movimento “La migliore Calabria” (fino a qualche tempo fa alleato della maggioranza che amministra la città del Santo) e il Partito Democratico, hanno indetto una conferenza stampa, per presentare una proposta che, nell’immediato, se venisse accolta consentirebbe di sgravare privati e famiglie colpite dal disservizio, del 30% dell’importo in bolletta, un indennizzo cui - nel lungo termine - dovrebbe poi essere appaiato il rifacimento della rete che serve la popolazione.


«La proposta nasce dall'esigenza di porre fine a una situazione che, lungi dall'essere eccezionale, ha invece  assunto i caratteri della cronicità - ha spiegato la presidente de “La migliore Calabria”, Francesca Branchicella - quindi è necessario intervenire perché come sappiamo, l'acqua è un bene, costituisce oggetto di un diritto riconosciuto come diritto dell'umanità. Addirittura è l'obiettivo numero 6 dell'agenda Onu 2030, infatti è richiesta alla comunità internazionale di riconoscere a tutti quanti l'accesso all'acqua e ai servizi igienici attraverso un prezzo accessibile e una gestione efficiente e sostenibile».

«Possiamo sicuramente dire - ha proseguito la leader del movimento che fino a qualche tempo fa era pilastro portante dell’attuale amministrazione comunale - che nel nostro comune, purtroppo, la gestione non è né efficiente e né sostenibile. Sicuramente il problema non sarà risolto in poco tempo, perché c'è un problema di struttura, quindi di condutture vetuste e di una rete idrica sicuramente vecchia, da rinnovare. È necessario quindi riconoscere alle persone che fino ad oggi hanno subito un disservizio e dunque un danno, una sorta di risarcimento, e noi riteniamo che questo risarcimento il comune lo debba riconoscere in maniera automatica».

La proposta delle forze che oggi sono schierate all’opposizione della maggioranza che sorregge il sindaco Politano, riguarda la possibilità di erogare un indennizzo a tutti i cittadini colpiti dal disservizio. «Un ristoro - ha proseguito la Branchicella - che vada ad incidere già nel calcolo del canone di quest’anno, pari alla riduzione del 30% della bolletta per le utenze domestiche, residenti e utenze diverse dall'uso domestico qualora l'erogazione sia stata effettuata in maniera non continuativa nelle 24 ore giornaliere e le interruzioni si siano protratte per più di due mesi, 60 giorni continuativi, indipendentemente dalle cause».

«Prevedere che questo indennizzo venga erogato senza alcuna richiesta dell'utente - ha concluso la presidente de “La migliore Calabria” - attraverso detrazioni dell'importo addebitato nella prima bolletta utile, evidenziando ovviamente la causale, cioè il la mancata continuità del servizio. Ovviamente, considerata la delibera del consiglio comunale numero 46 del 28 dicembre 2022, con cui è stato previsto l'affidamento del servizio idrico, è importante anche come segnale da parte dell'amministrazione comunale, quella di garantire che questo rimborso entri, diciamo, nelle condizioni contrattuali per la gestione del servizio idrico in futuro, quindi a partire dal 2024».

Secondo quanto è stato possibile appurare, trattandosi di una città morosa sul fronte dei pagamenti, Paola non beneficia degli aumenti di pressione che l’ente gestore abitualmente garantisce alle realtà che in estate aumentano esponenzialmente nel numero di residenti, il ché si traduce in un frazionamento ulteriore della stessa quantità d’acqua usata nei mesi in cui il numero di utenti che accedono alla risorsa è pressoché dimezzato, causando ovviamente penuria in ogni zona della città.

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