Vibo, l’assessore Nardo: dal rischio dissesto alla polemica con Costa

INTERVISTA | La titolare del Bilancio: «Mai stata una consulente, polemica squallida e sterile». Sui conti dell’ente: «La situazione precipita ogni giorno di più». Sul futuro: «Non staro qui per approvare un bilancio risicato»

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di Giuseppe Mazzeo
12 marzo 2020
06:52
Vibo, l’assessore Nardo
Vibo, l’assessore Nardo

In questa amministrazione ricopre il ruolo più delicato, che è quello di assessore al Bilancio. Nella passata non ne ha ricoperto nessuno: «Non sono un consulente, ritengo offensivo quanto è stato detto». Maria Teresa Nardo, che di mestiere insegna Economia aziendale all’Università della Calabria, negli ultimi giorni è stata tirata dalla giacca in più di un’occasione. Nell’ultimo consiglio comunale l’opposizione l’ha chiamata in causa per via del parere offerto nel 2018 sulla soluzione da adottare per la difficile condizione finanziaria dell’ente all’epoca guidato da Elio Costa. Ed oggi lo stesso ex sindaco la tira in ballo, seppure indirettamente, per replicare a Maria Limardo che aveva parlato di situazione «agghiacciante» dei conti del Comune di Vibo Valentia.

Assessore, l’ex sindaco ha parlato di una sua “consulenza” sui conti dell’ente. Lei che ruolo ha avuto in quell’occasione?


«Francamente non intendo scendere in una polemica sterile e squallida, specie in un momento di grave difficoltà come quello che oggi stiamo affrontando tutti. Penso che alcune figure politiche dovrebbero mantenere un certo profilo. Detto questo, ricordo benissimo quell’occasione: era il 26 aprile 2018, mi sono ritrovata in una sala dove c’erano i revisori, alcuni componenti della giunta ed altre persone. Mi è stata chiesta la differenza tra dissesto, pre-dissesto, ripiano ordinario, aspetti tecnici insomma. Ed io ho espresso il mio parere sulla base di un dato conoscitivo che mi era stato sottoposto, ma un dato molto approssimativo, tant’è che la mia risposta è stata connotata da una serie di se: se attuerete determinati correttivi, se avete analizzato bene il contenzioso, se avrete avviato una attività monitoraggio, una seria lotta all’evasione, se avete una organizzazione che regge, allora potete ripianare queste somme in maniera ordinaria. Se non siete in possesso di questi elementi allora diventa difficile. Ed è finita qui».

E allora come giudica la polemica odierna?

«Un giochino squallido. E la cosa mi colpisce molto, tra l’altro in un periodo in cui sono lontana da Vibo per i problemi che affrontano tutti ed anche, nei giorni scorsi, per questioni familiari. Ho grande rispetto per una persona come Costa, che ha avuto un ruolo importante in questa città. Ma un conto è valutare la situazione alla luce di due numeri e di un quadro consuntivo che ti viene presentato là, un altro è effettuare un’analisi partendo da presupposti ben diversi».

Lei non è politico di professione, ma dalla politica, si intuisce dalle sue parole, si aspettava altro...

«Mi chiedo: è questo lo spessore della politica a Vibo? Sì, mi aspettavo un quadro diverso, figure di altro spessore. Sono delusa dalla qualità della politica vibonese e dei suoi rappresentanti».

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Dall’aprile 2018 al giugno 2019 sono cambiate tante cose. Lei è diventata assessore del Comune di Vibo, ed ora i conti li conosce meglio di chiunque altro. Com’è la situazione?

«Penso ad alcuni fattori positivi: siamo arrivati ad incassare il 20% sul coattivo partendo dal 5%. Penso al 60% di cittadini che oggi paga l’idrico rispetto al 29% del passato. Certo, serviva più tempo, ogni giorno sopraggiungono elementi che a volte mi fanno perdere la fiducia: un milione e 200mila euro di rifiuti, il conteggio errato negli anni scorsi sull’idrico già sanzionato dall’Arera, decertificazioni di finanziamenti. Il Piano di riequilibrio era già molto problematico, oggi continuano ad arrivare lettere in cui ci dicono: ti avevamo scritto nel 2015, ti avevamo scritto nel 2017, ti avevamo scritto nel 2018, perché non hai risposto? Queste cose non aiutano, e stiamo cercando di affrontarle con competenza».

È stato già detto, sia da lei che dal sindaco, che ci sono grosse difficoltà a chiudere il bilancio di previsione 2020. In quel caso, saremmo ad un altro dissesto.

«Data l’emergenza coronavirus, si parla di una ulteriore proroga della scadenza per il bilancio di previsione. Di certo io non appronterò un documento con poste sottovalutate. A novembre ho dovuto ripristinare capitoli del bilancio 2019 perché inseriti con un valore sottostimato. Nell’assestamento di bilancio abbiamo dovuto rimpinguare le somme per le pulizie, il gas per le scuole ed altro, perché le previsioni non erano adeguate ai fabbisogni di Vibo. Se a quella situazione critica andiamo ad aggiungere ulteriori poste sopravvenute, allora tutto precipita. Senza contare che abbiamo poche persone con cui affrontare questo stato di cose».

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Sul Piano di riequilibrio non sono arrivate notizie da Roma, ma l’impressione è che siate tutti pessimisti.

«Il perno del Piano era la lotta all’evasione, ma dobbiamo considerare anche i fattori che mutano. Se in una situazione già complicata di per sé, con l’economia che sappiamo a che livelli è, ci mettiamo anche la crisi di questi giorni, con i negozi che chiudono per l’emergenza sanitaria, allora dico: ma veramente possiamo chiedere altro ai commercianti? Se le attività chiudono, a chi la facciamo la lotta all’evasione?»

Insomma, sembra non esserci alternativa al dissesto.

«L’ho detto all’epoca con Costa e lo ribadisco oggi: dichiarare il dissesto è la cosa peggiore. Solo due fattori potrebbero mutare il quadro: o una modifica della norma, che conceda risorse extra agli enti in pre-dissesto come succede per gli enti in dissesto; o un aiuto dallo Stato».

Pensa di andare avanti in questo suo ruolo?

«Io non sono una che si tira indietro. Avevo detto sin dall’inizio che mi sarei impegnata per cercare di risanare i conti, ed alcuni risultati positivi li abbiamo raggiunti. Come ho dichiarato in passato, io non andrò oltre il bilancio di previsione, nel senso che io non approvo un bilancio di previsione risicato, con poste sottovalutate...».

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