Dem Calabria

Irto fa la voce grossa: «Via i voltagabbana dal Pd». E a Occhiuto: «Sanità ferma, presenteremo una riforma»

Il segretario regionale del Pd chiude l’assemblea provinciale di Reggio che ha proclamato il neo segretario Antonio Morabito. Presente anche Sebi Romeo: «Io al servizio del partito. L’obiettivo politico è cambiare la narrazione negativa della Calabria»

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di Claudio Labate
14 marzo 2022
22:31

Di nuovo insieme. Nicola Irto e Sebi Romeo si sono ritrovati, a stretto contatto, ognuno con il proprio ruolo, a spingere il Partito democratico della ri-generazione verso le nuove sfide che l’attendono. Il capogruppo in Consiglio regionale coi galloni da segretario regionale a dettare la linea in quella che è stata e rimane la sua Federazione, Romeo, fresco di nomina alla Direzione nazionale, a contribuire alla causa.

L’occasione è stata l’assemblea metropolitana del Partito democratico di Reggio Calabria che, presieduta dalla sidernese Tania Bruzzese, ha proclamato, questa sera, l’avvocato Antonio Morabito quale segretario provinciale della Federazione, e nominato Demetrio Pecora tesoriere.


Irto: «Fuori gli ‘ndranghetisti, i fascisti e i voltagabbana»

Il segretario regionale ha chiuso i lavori assembleari parlando di un anno per ricostruire e di una sfida di lungo respiro, da maratoneti, per riconquistare la posizione politica del Partito. In questo cammino anche la comunicazione e la sottolineatura dell’importanza dei Congressi per l’elezione del Segretario e dei Direttivi di Circolo nei comuni inferiori ai 15 mila abitanti, che si svolgeranno tra il 28 marzo e il 10 aprile prossimi.

Saranno le Commissioni provinciali per il Congresso a dover comunicare all’Organizzazione regionale il calendario con le date e il luogo di svolgimento dei Congressi di Circolo del proprio territorio entro la data del 25 marzo 2022.

Ma Irto ha chiarito gli obiettivi della sfida e messo paletti a quella che fino all’altro ieri è apparsa come una sorta di autogestione del partito. «Oggi siamo un partito con tutti i suoi limiti, ma abbiamo anche delle regole e chi fino a ieri twittava contro il Partito democratico, chi pensa di entrare e uscire secondo le convenienze, non avrà cittadinanza nel partito. Per quanto mi riguarda in questo partito devono restare fuori gli ‘ndranghetisti, i fascisti e i voltagabbana. Nessuno pensi di tenere un pezzo di partito a suo uso e consumo. È finito quel tempo».

Irto: «Nessuna inversione di tendenza. Vogliamo proporre una riforma sanitaria»

A margine dei lavori assembleari Irto ha anche analizzato l’attuale momento politico regionale, non risparmiando una dura critica al governo del centrodestra: «Dall’idrico agli aeroporti, alle risorse covid non spese mi pare che ci sia una non risposta da parte della Regione. Non si possono fare spallucce rispetto a temi centrali come la governance del sistema idrico, sugli aeroporti, soprattutto in vista dell'apertura della stagione estiva, e non si può far finta di niente se ci sono 77 milioni che la Corte dei Conti certifica non avere speso per l’emergenza covid. Ora qualcuno potrebbe dire non le ha spese Tizio o Caio, ma qui c’è una responsabilità politica precisa, perché le risorse covid arrivano a metà 2020, ed è il governo di centrodestra che non ha avuto la capacità di fare una programmazione su quelle risorse. E ancora oggi, con l'ultimo governo Occhiuto, dove lui è anche commissario alla sanità non c’è un'inversione di tendenza né sulla spesa nel sul riassetto organizzativo della sanità. Perché questo è il cuore della discussione. Noi vorremmo proporre al Consiglio regionale una riforma sanitaria. Perché è inutile che ogni giorno ci comunica che sta comunicando qualcosa, perché poi concretamente non ci sono atti che vanno nella direzione del cambiamento o di iniziative di riforma del sistema sanitario, ma anche del sistema aeroportuale calabrese, perché è vero che si sta cercando di recuperare il danno fatto dal centrodestra di svendere ai privati Sacal, ma manca il Piano industriale, manca e speriamo arrivi presto un management competente perché l'attuale è stato scelto sempre dal centrodestra. Questo lo dico perché ci sono delle responsabilità politiche connotate, e ogni tanto qualcuno fa finta di voler apparire come l'uomo nuovo al comando. In verità stanno il potere da 30 anni con ruoli diversi e con livelli diversi e sono anche loro purtroppo partecipi del disastro che c'è in Calabria».

Romeo: «Eliminare la narrazione politica della Calabria»

Nella celebrazione dell’Assemblea metropolitana c’è anche un po' di Sebi Romeo. L’ex consigliere regionale e già segretario provinciale dem, ritirando la sua candidatura ha permesso la soluzione unitaria Morabito in riva allo Stretto. Oggi, anche grazie a questo sacrificio, è approdato in Direzione nazionale, mettendosi al servizio del partito, calabrese e nazionale.

«Sono onorato della designazione in Direzione e spero di essere all’altezza del compito affidatomi. Io sono iscritto al Partito Democratico e provo a dare un contributo. In questo senso nel mio ruolo ho lavorato per aiutare il processo di svolgimento dei Congressi perché da tantissimo tempo non facevamo assemblee democratiche, non si esprimevano gli scritti e quindi la vita politica del partito era praticamente inesistente. Abbiamo fatto il congresso regionale eleggendo Nicola Irto che ha promesso la rigenerazione del partito e quella rigenerazione è già in atto. Io ho avuto tanti onori nella mia vita anche oltre i miei meriti e ho deciso negli ultimi anni di restituire questi onori alla mia comunità mettendomi al servizio. Sono davvero soddisfatto».

I congressi unitari, dal regionale ai provinciali (solo Cosenza rimane appesa alle decisioni della Commissione di garanzia), hanno rimesso quantomeno in piedi un gigante che è sempre stato dilaniato da lotte intestine. Servirà a dare una immagine nuova della Calabria al Nazareno?

«Questo è il punto centrale del lavoro politico che – afferma Romeo - abbiamo fatto con Nicola e con altri compagni. Cioè eliminare la narrazione negativa sulla Calabria. Dare corso ad un rinnovamento vero con persone vere, radicate. Aprire il partito a chi ha avuto poche opportunità perché era stato tenuto fuori, chiudendolo però ai trasformismi, ai carrierismi e ai trasversalismi. Naturalmente avversando le mafie di ogni tipo, i poteri criminali e gli opportunisti. E da questo punto di vista io penso che stiamo facendo un lavoro difficile e complicata ma lo stiamo facendo. Ovviamente bisogna dare continuità, e allargare ulteriormente».

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