Le interviste di LaC

Irto (Pd): «Il partito trovi il coraggio di rifondarsi davvero, basta correnti e personalismi»

Il neo senatore reggino torna sull’esito delle Politiche: «È il momento di fare opposizione e ricostruire il rapporto con la società». Sulle priorità calabresi cita «le opportunità offerte dal Pnrr» e l’attenzione necessaria per lo sviluppo delle infrastrutture, a cominciare dalla 106, dalla Zes a Gioia Tauro e dagli scali aeroportuali (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Anna Foti
10 ottobre 2022
20:00

«Sento di dovere ringraziare per il risultato raggiunto tutti coloro che ci hanno votato, concedendoci la loro fiducia, ma anche ogni singolo militante del Pd che si è speso senza risparmiarsi in una campagna elettorale difficilissima».  Così il segretario regionale del Partito democratico, Nicola Irto, senatore della Repubblica eletto in occasione delle recenti consultazioni politiche e che adesso dovrà lasciare la carica di consigliere regionale a palazzo Campanella, commenta la conquista dello scranno a palazzo Madama. Una tornata elettorale che, visti i risultati, ha aperto per il Pd una fase molto delicata.

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All’indomani delle elezioni politiche il segretario del Pd uscente, Enrico Letta, ha convocato un congresso di profonda riflessione. Lo scorso 6 ottobre la direzione nazionale del Partito ha dato avvio alla discussione. Come dovrà articolarsi, secondo lei, la nuova proposta riformatrice e progressista del Pd? Continuerà a sostenere Letta?
«Adesso, dopo un’analisi senza sconti dell’ultima sconfitta elettorale, bisogna avere il coraggio rompere i vecchi schemi per fare in modo che il Pd possa ritrovare la propria identità e rinnovare il patto con gli elettori. Non si può più ragionare in termini di personalismi e correnti, ma serve un congresso rifondativo in grado di svolgere un dibattito aperto, franco e senza rete sul Paese che vogliamo costruire da qui ai prossimi dieci anni. Il Pd deve ritrovarsi su idee, programmi e soluzioni e soprattutto ritrovare un rapporto diretto con la società.

Temi centrali come lavoro, difesa dei diritti delle fasce sociali più deboli, sanità pubblica, diritto allo studio fanno parte del dna del Pd e devono ritornare ad essere centrali nella sua azione politica. Non sarà sufficiente cambiare il segretario o dare inizio a una nuova conta interna, men che meno cambiare simbolo o nome. Serve che il Pd riscopra il senso autentico della propria missione politica, cominciando dal preparare un’azione incisiva di opposizione al prossimo esecutivo targato Meloni che già ha iniziato a preoccupare i governi di mezza Europa. Dobbiamo uscire dai dibattiti sfinenti dentro il chiuso delle segreterie. Occorre recuperare concretezza, rapporto con il territorio e cittadini e tornare ad essere punto di riferimento per il nostro popolo che ha bisogno di essere rappresentato da una forza autenticamente progressista».

Tra i temi principali, oltre quello del nuovo Segretario, anche la questione di genere, resa ancora più urgente dall’esito “maschile” delle elezioni dem in Calabria e dalla prima premier della nostra storia repubblicana che sarà la leader di Destra, Giorgia Meloni. Come pensate di recuperare?
«Credo che questo sia un dato che riguarda tutte le forze politiche e non soltanto il Pd, considerando la composizione complessiva di Camera e Senato. Nel nostro partito esiste una forte componente femminile e rappresentanti donne che hanno fatto la storia del nostro partito e continueranno a farla. È necessario guardare con concretezza alla situazione storica e generale, aumentando l’impegno per valorizzare ancora di più il ruolo delle donne all’interno del partito.

Nell’ultima direzione molti interventi hanno avuto modo di esprimere liberamente e con forza il proprio pensiero chiedendo, giustamente e con determinazione, maggiore rappresentanza femminile. Una richiesta che è stata ascoltata con grande attenzione, ma non basta, da ora in poi, solo ascoltare. Va utilizzato ogni strumento utile per valorizzare il ruolo della donna nel partito e in politica. In Calabria, anche durante l’ultima campagna elettorale, è stato molto importante il contributo delle donne democratiche e l’elezione di Bruno Bossio è saltata anche per i meccanismi astrusi di una legge elettorale che va urgentemente riformata. La sconfitta elettorale e l’attuale crisi vanno utilizzate come un’opportunità di crescita a tutti i livelli, compreso quello della valorizzazione del ruolo della donna»

Adesso il voto in Calabria e a Reggio, con un Pd che resta dietro ai Cinquestelle anche nell’elezione al Senato che però la vedono vincitore nel plurinominale. Lei è il senatore dem nel collegio Reggio, una responsabilità storica per la sua storia personale, per il territorio e per il partito. Come commenta questo risultato?
«Naturalmente sento la responsabilità del nuovo ruolo che mi è stato attribuito alle ultime elezioni e farò di tutto per essere un punto di riferimento certo e stabile per il territorio e la sua Comunità con una presenza costante. Il risultato del Pd in Calabria, come nel resto del paese, è diverso e alternato, per esempio a Reggio si ha un risultato uguale alla media nazionale.
Il risultato dei Cinque Stelle, anche se più che dimezzato, è andato oltre le aspettative della vigilia non solo in Calabria, ma in tutto il Mezzogiorno. Evidentemente i cittadini, grazie ad una campagna elettorale imperniata sulla difesa del reddito di cittadinanza, hanno visto in quel partito la possibilità più concreta per difendere i propri diritti. Anche questo pone il tema dell’azione politica del Pd nel Mezzogiorno che dovrà far parte del dibattito durante il prossimo congresso. Con la Carta di Taranto avevamo lanciato un vero e proprio manifesto per il rilancio del Sud con sette linee di intervento, ma in campagna elettorale il Pd non è riuscito a farlo arrivare ai cittadini».

Un risultato quello del partito Democratico che non potrà non avere anche dei riflessi sui governi di Comune e Città Metropolitana di Reggio Calabria. Dalla sospensione del sindaco dem Giuseppe Falcomatà, le amministrazioni sono rette dai facenti funzione Paolo Brunetti e Carmelo Versace, rispettivamente esponenti di Italia Viva e Azione. Quali scenari si delineeranno a Reggio, al momento del rientro del sindaco Falcomatà?
«Reggio Calabria ha soltanto bisogno di essere ben amministrata e toccherà a Falcomatà, al suo rientro, completare il suo mandato che è stato confermato per due volte dagli elettori alle urne fermando il progetto leghista di conquista della città. Non esistono formule magiche e anche i rapporti con gli altri partiti, sul piano nazionale, andranno ripensati dopo il congresso e dopo i nuovi confronti che inevitabilmente seguiranno. Non vedo però conseguenze dirette tra il voto nazionale e gli equilibri delle amministrazioni locali».

Torniamo alla sua elezione. Tra i temi da portare al centro dell’agenda politica nazionale, nell’interesse della Calabria e del Mezzogiorno, c’è certamente la sfida del Pnrr, come ha sottolineato nel suo messaggio di ringraziamento agli elettori. Come pensate di difendere e realizzare le opportunità per la Calabria?
«Il Pd sarà il principale partito di opposizione per la prossima legislatura. È un dato che troppo spesso viene oscurato dai commenti catastrofisti sul risultato elettorale. La sconfitta è stata netta e va ammessa, ma il nostro partito continuerà ad avere un ruolo centrale anche nella prossima legislatura. Serve esercitare dunque un’azione di opposizione intransigente e costruttiva nei confronti di un governo che rischia di penalizzare ancora le regioni meridionali. Preoccupa la fase della messa a terra delle risorse del Pnrr, ma anche e soprattutto la proposta di autonomia differenziata, così come la vorrebbe applicare la Lega di Matteo Salvini. Dovremo mettere in atto tutte le azioni possibili e proporre le opportune modifiche auspicando che in Aula si possano trovare i numeri necessari per evitare che il Paese venga spaccato definitivamente e che il Mezzogiorno possa perdere le ultime speranze di sviluppo».

In Calabria e a Reggio, i fronti su cui lavorare sono molteplici. Come pensa di articolare il suo impegno in particolare in tema di infrastrutture, trasporti e sanità?
«Continueremo a lavorare nel solco della programmazione che abbiamo avviato dopo il congresso regionale. Abbiamo svolto tantissime Agorà democratiche su questi temi e avviato l’elaborazione di proposte concrete insieme agli amministratori e ai rappresentanti del territorio, di concerto con il partito nazionale. Questo tipo di concertazione va mantenuta anche in futuro in modo da far arrivare a Roma non richieste generiche, ma proposte concrete per ogni singola questione. Per la sanità ribadiamo la nostra scelta di una sanità pubblica e la necessità di investimenti in grado di risolvere i problemi basilari che attengono al primo soccorso e alla carenza di organici e strutture.

Ovviamente, ma qui serve anche un impulso del commissario Occhiuto che continua ad ignorare il problema, va aperta una discussione con il governo nazionale sul debito sanitario e sull’uscita della Calabria dalla gestione commissariale. Priorità come l’ammodernamento della statale 106, il concreto avvio della Zes a Gioia Tauro e il rilancio del sistema aeroportuale calabrese, mettendo a terra le risorse che ci sono per potenziare, ammodernare e rendere fortemente competitivi gli scali calabresi, a partire da quello dello Stretto».

 Altre priorità per i territori?
«Occupazione e assistenza alle famiglie in difficoltà. Continuiamo a credere che serva un piano straordinario di assunzioni per rendere efficiente la pubblica amministrazione, così come servono strumenti per aiutare chi oggi è in difficoltà con l’obiettivo di arrivare al più presto alla piena occupazione e all’aumento dei salari. Credo poi che non si debba mai smettere di occuparsi della legalità alle nostre latitudini. Serve il potenziamento degli organici e delle risorse logistiche per consentire a magistrati e forze di polizia di lavorare al meglio. La politica deve poi fare la sua parte per evitare ogni tipo di infiltrazione nelle istituzioni. Un lavoro che adesso diventa ancora più indispensabile considerando che le cospicue risorse comunitarie in arrivo faranno gola alla criminalità organizzata. Potenziare le condizioni di legalità, inoltre, è necessario per attrarre gli investimenti e potenziare l’attività di impresa, tassello fondamentale per lo sviluppo economico».

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Giornalista
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