Pubblica Piazza

L’Alta velocità che in Calabria «ci sarà, ma non si vedrà» tra i temi della settima puntata

Durante la puntata del talk politico condotto da Pasquale Motta, oltre che di fondi del Pnrr si è parlato anche delle amministrative 2022 della città di Catanzaro - LA PUNTATA

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di Danilo Colacino
28 aprile 2022
08:00

Alta velocità in Calabria: ci sarà, ma non si vedrà. Nel senso che al massimo, con i soldi e gli “studi di fattibilità” al momento disponibili, si procederà alla realizzazione di appena due lotti, dei sette totali, della tratta ferroviaria compresa fra Salerno e Reggio. Vale a dire che si darà seguito alla “conversione” di poco più di 180, dei 435, chilometri complessivi. Molto meno del 50%, quindi. Altro che cullare il sogno, perché tale allo stato sembra, di un collegamento su linea ferrata in grado di connettere la città dello Stretto alla capitale in tre ore abbondanti.

Una realtà negativa che pare cristallizzata, sebbene i fondi del Pnrr debbano ancora arrivare, in base a quanto ascoltato dal segretario regionale della Uil Santo Biondo, dal presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara, ospiti in studio della settima puntata di Pubblica Piazza insieme al componente dell’assise di Palazzo Campanella Antonio Lo Schiavo, ma anche dal commissario della Camera di Commercio di Catanzaro Daniele Rossi, intervistati dal conduttore del talk de LaC Pasquale Motta unitamente al referente dell’Udc del capoluogo, Vincenzo Speziali, invece soffermatosi sulle sempre più imminenti Comunali in programma in cima ai Tre Colli il prossimo 12 giugno.


Dalle considerazioni di Biondo, Ferrara e Rossi, in particolare, è emerso un unico dato, al momento quasi certo. Che si lavorerà all’innovazione effettiva del collegamento fra Battipaglia e Praia sulla sponda tirrenica, anche al fine di aggirare la cosiddetta strozzatura cilentana, da lì procedendo poi fino a Tarsia per andare quindi verso la costa opposta della Calabria. Ma è molto probabile che poi si guardi alla Puglia e non all’estensione dell’alta velocità verso Reggio. Perché, come premesso, mancano le risorse necessarie, che ammonterebbero a molto di più degli 11 miliardi e 200 milioni di euro impiegabili allo stato, e persino i progetti. Lo aveva del resto spiegato 15 giorni fa, intervenendo da remoto nel programma, il luminare dei Trasporti Francesco Russo, peraltro vicegovernatore e assessore nella Giunta Oliverio.

Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, con la grama prospettiva che in Calabria ci sarà - per la gran parte - solo un potenziamento della linea ferroviaria e magari dei lavori come quelli previsti per la SS 106. Arteria, che collega Reggio a Taranto lungo la dorsale ionica, capace di guadagnarsi il sinistro appellativo di “strada della morte” per l’altissimo numero di incidenti fatali occorsi nel tempo a chi la percorreva.

Ma a tenere banco durante la trasmissione è stato anche il tema del “raddoppio” del termovalorizzatore e del rigassificatore a Gioia Tauro su cui Lo schiavo ha asserito di non essere pregiudizialmente contro. Ma di non condividere il metodo adottato dall’esecutivo Occhiuto e, come ovvio, dallo stesso presidente in primis. «Il tema dell’ambiente è un argomento delicatissimo, che non si può decidere per decreto o con posizioni unilaterali. Scelte che non tengono in conto cosa pensano le popolazioni e le loro rappresentanze istituzionali locali, a cui si chiede di continuare a compiere grandi sforzi in un’area in passato sacrificatasi sul piano naturalistico. Io, quindi, ritengo che i sindaci e gli amministratori di quella città e delle altre del circondario vadano interpellati prima di prendere decisioni definitive così come sono convinto che gli abitanti di quei luoghi hanno il diritto di farsi sentire anche protestando pubblicamente».

Puoi rivedere su LaC Play la puntata completa di Pubblica Piazza

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