Consiglio regionale

L’assunzione in Calabria del fratello di Luigi de Magistris diventa un caso nazionale

Le maggiori testate giornalistiche italiane hanno rilanciato la notizia diffusa da LaC News24, “insaporita” dalla durissima reazione di Carlo Tansi. Ma il diretto interessato minimizza: «Con lo stipendio ci copro solo le spese»

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di Redazione
12 gennaio 2022
15:00
Da sinistra, Claudio e Luigi de Magistris
Da sinistra, Claudio e Luigi de Magistris

«Subito dopo aver vinto le elezioni regionali chiederemo un indennizzo al Governo per i danni causati da Spirlì che invece di fare ordinaria amministrazione ha assunto tanti portaborse senza un minino di attenzione per le emergenze della Calabria come gli incendi di queste ore».
Parlava così Luigi de Magistris in piena campagna elettorale, quando era in corsa per la presidenza della Regione Calabria, puntando il dito contro l’assunzione indiscriminata di collaboratori esterni.

Ora l’ex sindaco di Napoli deve fronteggiare l’eco che ha avuto la notizia rivelata da LaC News24 e poi ripresa da gran parte della stampa nazionale, relativa all’assunzione del fratello Claudio come collaboratore part time del consigliere regionale Ferdinando Laghi, uno dei due rappresentanti del suo movimento eletti nell’Assemblea calabrese.


Da Repubblica al Corriere della Sera, dal Giornale al Mattino di Napoli, sono decine le testate cartacee che hanno rilanciato la notizia, che è ovviamente rimbalzata anche sul web. A fare da grancassa sono state le parole di Carlo Tansi, che non si è fatto scappare l’occasione di stigmatizzare duramente l’accaduto che coinvolge più o meno direttamente il suo ex alleato, Luigi de Magistris appunto, con il quale ha condiviso una breve sintonia politica con la relativa parentesi durante la scorsa campagna elettorale, fino alla rottura e alla separazione. Da allora se le danno di santa ragione alla prima occasione utile, affidando a comunicati infuocati le rispettive dichiarazioni.

«Alla faccia della coerenza - ha tuonato Tansi -. De Magistris mi criticava perché mi sarei avvicinato al Put, Partito Unico della Torta! Ora quel Put gli ha sistemato suo fratello come portaborse alla Regione». Siparietto troppo ghiotto perché i giornali non se ne accorgessero.
Intanto dall’ex candidato alla presidenza della Regione neppure una parola. È stato invece il fratello Claudio a replicare con una nota dai toni pacati, probabilmente nel tentativo di smorzare le polemiche: «Ho letto un articolo strumentalmente polemico e delle conseguenti richieste di chiarimenti circa l’incarico conferitomi in Regione – ha detto -. Mi fa piacere, quindi, condividere i motivi di questa mia scelta. Innanzitutto ringrazio Ferdinando Laghi, capogruppo della lista de Magistris presidente, e ringrazio il consigliere Antonio Lo Schiavo per avermi entrambi proposto questo incarico, ringrazio i tanti che mi hanno esortato ad accettare e quelli che successivamente si sono complimentati».

Parole che tirano dentro, quindi, anche Lo Schiavo e danno alla vicenda una chiara matrice politica, per rivendicare così la scelta di “partito”.

«Non avevo immaginato – prosegue la nota – un prosieguo dell’impegno in Calabria oltre quello profuso nei mesi di campagna elettorale, da sempre ho dedicato tempo e passione all’impegno politico, ho ricoperto incarichi politici in strutture nazionali e collaborazioni in amministrazioni, ma ho un mio soddisfacente lavoro, sono un libero professionista e gli impegni non mi mancano. È una proposta di cui sono stato onorato, sulla quale ho dovuto però riflettere a lungo perché sono impegnato su più fronti sia sul piano professionale che politico. Si tratta di un contratto di collaborazione nella segretaria particolare del capogruppo al 50% e la retribuzione mensile netta di fatto coprirà le spese che sosterrò di spostamenti e pernottamenti, non vivendo in Calabria. Ho ascoltato e ho riflettuto e infine ho accettato la proposta del gruppo consiliare per dare un contributo diretto per l’attuazione del programma politico ed amministrativo della coalizione civico popolare guidata da Luigi de Magistris».

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