Catanzaro

L’opposizione abbandona l’aula e fa saltare l’elezione del presidente del Consiglio comunale

VIDEO | Nuova fumata nera nonostante questa volta bastasse la maggioranza semplice. Discussa la variazione di bilancio che passa con metà dei consiglieri che si sono astenuti, segno di una maggioranza sempre in bilico

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di Danilo Colacino
28 luglio 2022
14:42

Fumata nera, l’ennesima, per l’elezione del presidente del Consiglio comunale di Catanzaro poche ore fa con un colpo di scena. Niente successore di Marco Polimeni, dunque. Almeno per oggi con il favorito numero uno Gianmichele Bosco che ha dovuto ingoiare il rospo della fuoriuscita dall’Aula della minoranza, peraltro tale soltanto in virtù dello spostamento dei due Costanzo (Sergio ed Emanuela) e di Luigi Levato i quali, al di là delle smentite di prammatica e dei discorsi sul rispetto del luogo in cui si trovano, sono chiaramente dialoganti con il neosindaco Nicola Fiorita. Al di là di tutto, il comportamento dell’opposizione ha reso impossibile anche votare per la commissione elettorale. Niente step decisivo dunque o, se si preferisce, gradino salito da Fiorita nella sua spasmodica ricerca della governabilità di un consesso in cui, sulla carta, non disporrebbe della maggioranza.

Eppure, avrebbe potuto approfittare del fatto che da questa “terza chiama” in poi gli sarebbe bastato ottenere la maggioranza semplice di 17 voti (assai più raggiungibile di quella qualificata fissata a quota 21 preferenze delle precedenti sedute). Ma, lo si ribadisce, nulla da fare. Non c’è riuscito per il forfait di una compatta Rinascita al netto dei Costanzo e di Levato con il seguente esito: 16 schede bianche, 1 per Giuseppe Mangialavori e 1 per Massimo Palanca.


Prima di tale “fatidica mancata investitura”, la discussione si è incentrata sull'assestamento generale, la salvaguardia degli equilibri e la variazione al bilancio di previsione finanziario 2022/2024 (a cui è stato dato disco verde con 14 voti favorevoli, altrettanti astenuti e 2 contrari) in virtù di un’inversione dell’ordine del giorno disposta dal consigliere anziano Eugenio Riccio (al congedo da coordinatore dei lavori assembleari in base a quanto prevede il regolamento comunale) su proposta approvata all’unanimità del leader di Fare per Catanzaro Sergio Costanzo.

A far da prologo, come sempre, la relazione dell’assessore al ramo, Marina Mongiardo. Spazio, quindi, al dibattito sulla pratica del bilancio, a cui era anche corredato un cosiddetto emendamento tecnico sulle spese per le elezioni politiche (passato con 14 sì, 15 astenuti e 2 no), non previste per il 2022, aperto da Marco Polimeni in nome e per conto di Catanzaro Azzurra: «Considerato come nel rendiconto ci siano molte parti che, diciamo così, vengono dal passato quando al governo cittadino c’eravamo noi per una sorta di rispetto delle Istituzioni, ci determineremo per l’astensione. Chiedo, però, il motivo per cui il documento inviato alle nostre caselle di posta elettronica era apposta la firma del solo dirigente preposto, Antonino Ferraiolo, e non pure del sindaco o dell’assessore competente. Un modo, forse, per scaricare tutta la responsabilità sul Consiglio? Auspico di appurarlo presto».

A Polimeni ha tuttavia risposto a stretto giro la segretaria generale di Palazzo De Nobili Vincenzina Sica, parlando di atto conforme. A seguire Gianni Parisi (Rinascita), che ha peraltro affermato «ci saremmo attesi una relazione più esaustiva. Mancano, viceversa, anche le dovute considerazioni sulle Partecipate e per questo voteremo no (sulle municipalizzate gli ha però spiegato il presidente del collegio dei revisori dei conti Franco La Cava che il dirigente di riferimento non si è pronunciato. Ma che tali società restano, espressione testuale, nell’alveo dei pensieri dell’organo da lui presieduto. Espressione francamente un po’ vaga, ndr)».

Comunque sia, la posizione sull’importante delibera ha, di fatto, spaccato il fronte donatiano, almeno sul punto specifico, o meglio lo ha “diversificato” con l’astensione della rappresentanza di Forza Italia e invece la contrarietà del gruppo ancora legatissimo a Valerio Donato. Ascoltati gli interventi di Vincenzo Capellupo (Cambiavento), Rosario Mancuso (Alleanza per Catanzaro), Gregorio Buccolieri (Psi), il citato Costanzo (FpC), Antonello Talerico (Io scelgo Catanzaro) e Daniela Palaia (Mò-Fiorita sindaco), ecco le parole di Fabio Celia (Partito Democratico) da cui è oltretutto nata una sorta di contraddittorio con Donato: «Credo che votare questa pratica sia un atto di responsabilità. Ma c’è anche un valore politico costituito dal fatto che bocciare un consuntivo frutto del lavoro della parte da cui era sostenuto il suo candidato a sindaco. Senza contare che senza l’assestamento generale di bilancio, avremmo difficoltà a intervenite sulle scuole nell’ormai imminente settembre. Ma penso anche a quando davvero arriveremo alle Municipalizzate come la Catanzaro Servizi, verificando il monte ore di certi dipendenti e parecchie altre cose che a mio avviso meritano un approfondimento».

A lui però, come premesso, è arrivata subito la replica di Donato: «Bontà vostra, continuate ad addossarmi ogni possibile colpa. Ma nel caso di specie a Celia dico che noi non possiamo pronunciarci su macrocapitoli. Voci di carattere complessivo. Che non vanno nel particolare e non ci consentono allora di poter quantomeno esprimere un consenso informato in assenza di informazioni indispensabili. Senza contare che io non vengo qui ad alzare il ditino per parlare quando me lo dite voi, magari dicendo cosa piace a voi».

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