Comunali 2022

La candidatura di Fiorita a sindaco di Catanzaro rischia di sgonfiarsi come un soufflé venuto male

No primarie, no party? Di sicuro almeno al momento c'è solo che la fuga in avanti del prof sostenuto dal Pd che però rischia di essere un boomerang per le aspirazioni del giovane leader di CambiaVento

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di Danilo Colacino
29 dicembre 2021
13:56
Nicola Fiorita
Nicola Fiorita

Pd Catanzaro: no primarie, no party? Chi può dirlo, perché per ora l’unica certezza è che la forzatura per presentarsi con un candidato a sindaco ancor prima di Natale sbandierando un’unità di facciata prodromica a un’agevole navigazione verso un trionfo annunciato alla tornata della prossima primavera si è dimostrata controproducente (eufemismo!). A riguardo sembra quasi di parlare di una specie di soufflé sgonfiatosi rapidamente, avendo preso aria in cottura. La strategia del partito lettiano, dunque, non pare aver affatto pagato i dividendi sperati. Eppure, in casa Dem, una ristretta cerchia di maggiorenti locali aveva pensato di poter designare con larghissimo anticipo (già sei mesi fa, circa) il prof Nicola Fiorita quale aspirante primo cittadino con al massimo la formalità di un rapido passaggio dall’assemblea degli iscritti. Un piano molto intelligente, e di sicuro pure molto machiavellico, ma a prescindere da come andrà a finire tutt’altro che… risolutivo. Dal momento che, lo stesso prof dell’Unical allo stato non è di fatto ancora ufficialmente in pista - quantomeno con l’imprimatur Dem - mentre il suo collega docente dell’Unicz, Valerio Donato, sì. Seppur anch’egli - almeno attualmente - senza insegne partitiche. Meno che mai, quella Democrat.

I conti senza l’oste dei vertici locali Dem

Il più classico dei boomerang (leggasi fuoco amico, pur stavolta sparato in perfetta buona fede) rischia di arrivare nella schiena dello stimato Fiorita con una forza d’urto tale da stopparne l’auspicata folgorante ascesa. Una prospettiva inattesa, frutto come premesso dell’approssimazione di chi ha lanciato un po’ alla “Viva il parroco!” la pur autorevolissima proposta fioritiana. Che, è bene precisarlo, non è di sicuro una soluzione residuale. Semmai il contrario. Ma il metodo praticato - lo si ribadisce - è apparso il frutto dell’affannoso tentativo di trovare una scorciatoia per l’agognata (e redditizia) vittoria. E il primo, e più evidente, segnale di questa intenzione lo si è avuto con un Pd che si è messo alla testa di un non meglio precisato Nuovo Centrosinistra. Che, Cinque Stelle a parte (anche su input della segreteria romana), non dà l’idea di uno schieramento sufficientemente strutturato, con un potenziale in grado di renderlo competitivo nelle urne, semmai somigliando assai più a una “trovata pubblicitaria” utile al fine propagandistico contingente.


Il “Nuovo” con Cambiavento dentro fa un affarone

A eccezione dei Democrat (in città storicamente non egemoni, ma parecchio quotati) nella coalizione denominata Nuova è difficile immaginare un grosso apporto dell’M5s & company (partiti e sodalizi che alle Amministrative di Catanzaro sono davvero poca cosa in termini di consensi). Ecco allora come sia apparso sin da subito chiaro a tutti quanto l’affrettata - e pasticciata - cooptazione di Cambiavento e del leader Fiorita (pronti a portare in dono un pacco di preferenze, ricevendo in cambio un importante marchio: quello Dem ovviamente) fosse in ossequio alla logica della celebrazione di un matrimonio di interesse più che a un progetto di ampio respiro. Lungimirante, insomma. Peccato, perché si tratta forse dell’ennesima occasione d’oro gettata alle ortiche dal Pd del capoluogo. Che adesso dovrà decidere se tirare dritto, facendo all in con Fiorita e proseguendo quindi la corsa con i bastoni tra le ruote andando incontro al pericolo di non tenere il passo dei competitor, o invece fare marcia indietro alla ricerca della compattezza perduta (meglio, mai avuta).

Chi ci rimette di più dallo stop all’operazione Fiorita sindaco

È facilmente comprensibile come per chi già pregustava cosa fare da giugno in avanti, vale a dire una volta vinte in carrozza le elezioni, la faccenda sembra essersi complicata. Perché, banalmente, i posti di governo e sottogoverno vanno prima conquistati e poi spartiti, non opzionati a parole su un piano molto ma molto teorico. A chiacchiere, insomma, che soprattutto a Catanzaro se le porta via sempre il vento.

Il ruolo nella partita di un certo centrodestra, alleato della sinistra

C’è una parte di centrodestra che sa bene come non toccherà palla alle future Comunali e, pertanto, in nome dei soliti interessi (diciamo così, parecchio lontani dalla politica in senso stretto intesa) aveva già strizzato l’occhio ai presunti vincitori in pectore. Che quindi si fregavano le mani, forti della trasversalità (caratteristica principale dei Tre Colli fra i tanti amici e amici degli amici) dei loro contatti, prima di capire come in città ci siano vari centrodestra dialoganti con vari centrosinistra. E l’avvocato Donato pare parecchio avanti anche su questo fronte, mettendo i brividi a chi si era fatto un altro… film! È del resto il motivo per cui, in parecchi pur attualmente defilati e silenti, sono in realtà sull’orlo di una crisi di nervi mentre le diplomazie (leggasi certi gruppi molto influenti sul territorio) sono alacremente al lavoro per trovare la soluzione a un rompicapo mica da ridere.

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