Regione Calabria

La minoranza mette a nudo i limiti del centrodestra e il Consiglio si congeda senza i numeri

VIDEO | L’uscita dall’aula di Anastasi, Billari e Notarangelo fa mancare il numero legale. Arruzzolo tenta l’impossibile ma la maggioranza conta diverse defezioni

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di Claudio Labate
10 agosto 2021
20:24

Finisce con una triste presa d’atto della mancanza del numero legale l’ennesima seduta del Consiglio regionale di questa incredibile legislatura. Questa volta la minoranza di centrosinistra, seppur a ranghi ridottissimi, è riuscita nel colpaccio di mandare a casa la maggioranza che si accingeva ad approvare, uno dopo l’altro, e a velocità supersonica, tutta una serie di provvedimenti che, come accaduto troppo spesso in questo ultimo scorcio dell’undicesima legislatura, avevano poco di urgente e indifferibile.

Il presidente Giovanni Arruzzolo non ha, quindi, potuto far altro che dichiarare, prima sospesa e poi chiusa, la seduta, pur tenendo ben a mente che proprio quella di oggi potrebbe essere l’ultima riunione a Palazzo Campanella prima del voto. Il condizionale è d’obbligo, e non solo perché in questi ultimi mesi il centrodestra ci ha abituato a tutto e al contrario di tutto, ma anche perché c’è ancora una finestra utile per la convocazione dell’assemblea. Il giorno ultimo prima dell’inizio dell’iter che porterà al voto del 3 e 4 ottobre è il 18 agosto. E non è escluso che il presidente Arruzzolo tenti di convocare una conferenza dei capigruppo lampo per approntare un ordine del giorno che a questo punto può servire a tutto fuorchè all’Istituzione.


Centrodestra coi numeri contati

C’è da dire che il centrodestra si è presentato a Palazzo Campanella già a ranghi ridotti. E non certo per nobili motivi. Basti pensare ai provvedimenti giudiziari che nell’ultima settimana hanno colpito i consiglieri Nicola Paris e Raffaele Sainato che gioco forza erano da considerare in partenza assenti “giustificati”. Ai quali si è unita la defezione di Giuseppe Creazzo. All’ex sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, eletto tra le fila di Fratelli d’Italia, erano stati revocati non più di quindici giorni fa gli arresti domiciliari rimediati nell’ambito dell’operazione della Procura reggina “Eyphemos”, “sostituiti” con l’obbligo di dimora. Per lui, però, sembra non sia arrivata l’autorizzazione a presenziare al Consiglio come successe poco tempo fa a Mimmo Tallini, seppur in circostanze e fatti diversi. Ma non solo, perché il centrodestra ha dovuto fare i conti anche con altre defezioni all’interno del proprio schieramento. E nulla ha potuto il presidente Arruzzolo che ha tentato in extremis di richiamare in aula alcuni dei consiglieri che erano andati via, ma senza successo.

E d’altra parte tutta l’assemblea, già ad inizio seduta, era stata colpita dalla sindrome dell’abbandono con i congedi richiesti da Guccione, De Caprio, Irto, Sculco, Aieta, Francesco Pitaro, Di Natale, Bevacqua, Tassone, Tallini, Esposito, ai quali si sono uniti poi anche gli assessori Orsomarso e Savaglio.    

Esultanza amara

A “uscirne bene” dalla seduta sono proprio i consiglieri di minoranza che erano rimasti in aula. Marcello Anastasi (IriC), Antonio Billari (Dp) e Libero Notarangelo (Pd) hanno saputo cogliere la palla al balzo sottolineando – per dirla con loro - ancora una volta, l'assenza di unità della maggioranza, che a poche settimane dalle elezioni non ha i numeri per approvare i punti all'Ordine del Giorno in programma nella seduta del Consiglio Regionale.

I tre consiglieri hanno così vergato una nota polemica spiegando di essere stati presenti perché «è nostro dovere rappresentare i calabresi e siamo rimasti in aula fino a quando non è stato chiaro che la nostra presenza sarebbe servita esclusivamente a nascondere i limiti e le difficoltà del centrodestra».

Per loro, la seduta di Consiglio saltata oggi, «è l'ennesima dimostrazione della pochezza dell'azione amministrativa della compagine di centrodestra e delle mille lotte che la agitano in questo periodo elettorale».

Guardando infine ad una eventuale ultima convocazione Anastasi, Billari e Notarangelo auspicano che «da oggi si portino in aula solo provvedimenti davvero urgenti e indifferibili, in attesa che i calabresi eleggano la nuova assemblea che possa finalmente tornare a occuparsi della Regione e delle sue numerose necessità».

 

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