La politica all’origine del “caso Vibo”: prima distrugge e poi organizza collette per rimediare

La sorte del Festival Leggere & Scrivere è emblematica dell'incapacità della classe dirigente che non è stata in grado di difendere l'importante kermesse culturale, salvo poi ergersi a soluzione del problema proponendo (ai cittadini) una raccolta fondi (ASCOLOTA L'AUDIO)

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di Giuseppe Baglivo
11 luglio 2021
11:01
Nel riquadro a sinistra Matteo Salvini con Nino Spirlì. A destra: Vito Pitaro, Maria Limardo e Giuseppe Mangialavori
Nel riquadro a sinistra Matteo Salvini con Nino Spirlì. A destra: Vito Pitaro, Maria Limardo e Giuseppe Mangialavori

Non si spengono i riflettori sul mancato finanziamento da parte della Regione Calabria del Festival Leggere & Scrivere, la kermesse letteraria e culturale che dal 2012 ha portato in positivo alla ribalta nazionale – per almeno una settimana – la città di Vibo Valentia. La decisione della Regione Calabria a guida politica centrodestra – Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Udc e consiglieri della lista “Santelli presidente” – di modificare quest’anno i requisiti per accedere al bando dei finanziamenti pubblici, tagliando di fatto fuori il Festival Leggere&Scrivere – come denunciato dal direttore artistico della kermesse Gilberto Floriani – è infatti una scelta talmente grave quanto emblematica dell’incapacità di un’intera classe politica ad andare oltre gli slogan.

Una decisione – quella  della Regione Calabria guidata dal presidente facente funzioni Nino Spirlì (che conserva la delega alla Cultura) e da una coalizione di centrodestra (con l’opposizione rimasta a guardare) – arrivata proprio nell’anno in cui Vibo Valentia viene proclamata dal Ministero della Cultura quale “Capitale italiana del libro 2021”. All’istanza per ottenere l’ambito riconoscimento dal Ministero, non bisogna dimenticarlo, ha contribuito anche Gilberto Floriani, direttore del Sistema bibliotecario vibonese, stilando un apposito dossier.


Ma come è arrivata la Regione Calabria a cancellare, di fatto, il Festival Leggere & Scrivere dalle manifestazioni finanziabili? Innanzitutto bisogna ricordare che già lo scorso anno la Regione Calabria non ha inteso finanziare il progetto. Poi bisogna ricordare che dal febbraio dello scorso anno, la Regione Calabria è a guida politica di centrodestra, avendo la forzista Jole Santelli (scomparsa prematuramente nell’ottobre 2020) vinto le elezioni regionali. Ed infine bisogna ricordare che dall’8 marzo scorso il nuovo coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria (nominato dal presidente del partito, Silvio Berlusconi) è il vibonese Giuseppe Mangialavori, dal 2018 senatore della Repubblica e prima ancora consigliere regionale e presidente del Consiglio comunale di Vibo Valentia.

Tenuti ben a mente tali dati di fatto – unitamente alla circostanza che dall’ottobre scorso il leghista Nino Spirlì (fortemente voluto quale suo vice da Jole Santelli) guida la giunta regionale – occorre evidenziare come la Regione Calabria abbia deciso che per accedere al contributo previsto per il 2021 bisogna presentare un progetto di almeno 350.000 euro ed il contributo massimo concesso potrà essere di 210.000 euro, con costi in natura riconosciuti per 52.500 euro, mentre 87.500 euro dovranno essere a carico del proponente, di sponsor e sostenitori vari. Criteri che hanno di fatto tagliato fuori il Festival Leggere & Scrivere, non disponendo la kermesse di tali fondi e risorse finanziarie per partecipare al bando della Regione Calabria.

Le responsabilità politiche

A fronte di tutto ciò, alcune dichiarazioni e prese di posizione della politica fanno quanto mai riflettere.  «Per Vibo Capitale italiana del libro 2021 saranno realizzate partnership – ha dichiarato il sindaco Maria Limardo il 10 giugno scorso – con le associazioni culturali che realizzano da anni festival e rassegne letterarie in città e nel territorio regionale, allo scopo di attrarre a Vibo Valentia manifestazioni ed incontri di speciale rilievo e portata». Il primo cittadino nell’ambito del programma “Vibo Capitale italiana del libro 2021” ha pensato quindi (e giustamente) di coinvolgere anche chi da anni si occupa di organizzare in città Festival letterari. Peccato però che la Regione Calabria, guidata da una coalizione del suo stesso colore politico, e anche da lei sostenuta fortemente, abbia deciso di fatto di “cancellare” il Festival Leggere&Scrivere.

«Ho appreso con grande dispiacere del rischio, molto concreto, che il Festival Leggere & Scrivere chiuda i battenti nel 2021, per ragioni prettamente economiche. È una possibilità che né Vibo Valentia, né la Calabria, possono permettersi. Credo, quindi, che sia arrivato il momento della responsabilità collettiva. Mi rivolgo, in particolarea tutti gli imprenditori, vibonesi e non, affinché vogliano contribuire – ognuno secondo le proprie possibilità – al raggiungimento della cifra necessaria per assicurare lo svolgimento del Festival anche nel 2021. Per quanto mi riguarda, da parlamentare, imprenditore e cittadino, sono pronto a fare la mia parte e a dare il mio contributo. Spero che tanti altri estimatori del Festival possano fare lo stesso. Non è troppo tardi: Vibo non merita di perdere uno dei suoi principali attrattori». Firmato Giuseppe Mangialavori, senatore vibonese e coordinatore regionale di Forza Italia, secondo il quale il Festival chiude non per responsabilità politiche ben precise, ma per “ragioni prettamente economiche” e per questo bisogna ricorrere alla “responsabilità collettiva”.

Stando così le cose viene da chiedersi (ed in molti se lo stanno chiedendo in queste ore): a cosa serve avere un vibonese coordinatore regionale del più importante partito di centrodestra (Forza Italia), se poi la Regione Calabria (guidata proprio da Forza Italia e dai suoi alleati) esclude ugualmente la città di Vibo Valentia dalla possibilità di poter realizzare la sua principale kermesse culturale iniziata nel 2012? È normale che un senatore vibonese e – lo ripetiamo – coordinatore regionale del principale partito della coalizione (Forza Italia) sia costretto ad invocare una “colletta” collettiva da parte degli imprenditori (e non solo) per far fronte alle “mancanze” da parte di una Regione Calabria del suo stesso colore politico

Ed ancora: il consigliere regionale di centrodestra Vito Pitaro (eletto con la lista “Santelli presidente” dopo decenni di militanza nella sinistra e nel centrosinistra) dove stava quando la Regione Calabria modificava i requisiti per accedere al bando dei finanziamenti pubblici alle kermesse culturali rendendo di fatto la vita impossibile al Festival Leggere&Scrivere? Ed il consigliere regionale vibonese del Pd, Luigi Tassone, dove stava? E tutti gli altri consiglieri regionali – di centrodestra e di centrosinistra – che a parole hanno sempre proclamato l’importanza di Vibo Valentia nel panorama calabrese (Roberto Occhiuto insieme a Mangialavori hanno scelto proprio Vibo per la sua prima uscita pubblica da candidato a presidente della Regione) dove stavano e dove sono?

Cosa avrebbero innescato (giustamente) i vari Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Udc e compagnia se un simile “scippo” ai danni della città di Vibo Valentia si fosse consumato sotto la giunta regionale guidata dal centrosinistra e da Mario Oliverio? Facile immaginarlo, ben conoscendo la capacità comunicativa del centrodestra calabrese quando c’è da evidenziare le lacune di un centrosinistra da tempo allo sbando. Ora che invece la Regione Calabria è politicamente in mano al centrodestra c’è chi pensa – ancora una volta – di non assumersi le proprie responsabilità politiche e di cavarsela con una “colletta collettiva” che sa tanto di “piattino” dopo un’esibizione artistica in strada.

D’altro canto, una vicenda del genere, per come sinora gestita politicamente anche dal centrosinistra a livello regionale (con il quasi silenzio), la dice lunga anche sul perché il Partito democratico (si è registrata sinora solo la presa di posizione della Federazione provinciale di Vibo) in Calabria continua ad essere bocciato dagli elettori.

E se fosse successo in un'altra Regione?

Proviamo infine ad immaginare se una tale situazione fosse successa in un’altra Regione d’Italia. Immaginiamo solo per un istante – ad esempio – che la Regione Toscana “cancelli” di fatto una storica kermesse culturale che si tiene ogni anno a Livorno preferendogli Firenze, Pisa o Siena. Ed immaginiamo anche che il coordinatore regionale del maggiore partito di governo della Regione Toscana sia un livornese: tale esponente politico finirebbe minimo in copertina per almeno tre mesi di fila sul Vernacoliere (noto e storico giornale di satira toscana). Ma la Toscana – lo si sa – non è la Calabria. E Livorno (lo si sa anche questo) non è Vibo Valentia, la città del “cerchio magico” dove tutto è possibile, anche che accadano le cose più incredibili (e per molti aspetti ridicole) e nessuno risponda mai di nulla. Sino a quando?

 

Giornalista
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