Lamezia, il nome di Guarascio spacca definitivamente il centrosinistra

VIDEO | Dopo Piccioni, anche Liotta e Grandinetti annunciano che non sosterranno l’imprenditore. Intanto il centrodestra punta sul promoter Pegna che dice: «Voglio solo nomi nuovi nella mia squadra»

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di Tiziana Bagnato
8 ottobre 2019
14:00

Tra Rosario Piccioni e il Partito Democratico in comune è rimasta in questo momento solo la Piazza, Piazza Mazzini. Qui i democrat si sono dovuti trasferire dopo la messa in vendita della storica sede Primerano e qui l’ex assessore della giunta Speranza ha aperto il suo punto d’incontro elettorale. Ma dopo svariati tentativi per potere arrivare ad una soluzione condivisa e ad una candidatura unitaria Piccioni si è definitamente smarcato dal Pd non accettando, prima la scelta di candidare Maria Teresa Morano, esponente dell’antiracket, e ora quella di candidare il patron del Cosenza Calcio Eugenio Guarascio.

«Nessuna proposta dal Pd»

Una scelta di pennacchio per Piccioni che stigmatizza il fatto che nonostante i due lunghi anni di commissariamento il Pd non sia riuscito ad elaborare una proposta per le comunali e a tutt’ora non abbia né un programma né delle liste.  «C’è una parte della città che si ispira al centrosinistra che se non ci fossi io non si sentirebbe rappresentata – ha dichiarato Piccioni alla nostra testata – la candidatura di Guarascio non esprime quel mondo,  è una figura imprenditoriale che sembra scimmiottare le operazioni fatte dal centrodestra». Il riferimento è alla candidatura di Ruggiero Pegna, messo in campo da Forza Italia, Udc, Fratelli d’Italia e Lega. E’ da notare poi come Guarascio, nella nota con la quale ieri ha ufficializzato la sua discesa in campo, abbia prestato attenzione a non nominare né i democrat, che lo hanno proposto, né il centrosinistra, presentandosi come una figura super partes.


Liotta e Grandinetti lasciano i dem

Abbandonano il Pd anche Milena Liotta e Francesco Grandinetti che non sosterranno la corsa di Guarascio. «Il centrosinistra non c’è perché Rosario Piccioni rifiuta e perché l’altro partecipante del Polo Civico, Nicolino Panedigrano non è stato nemmeno invitato (NdR al tavolo del centrosinistra) – scrivono in una nota -  e inoltre manca la rappresentatività di un’area moderata di centro. Quindi è solo il Pd in due versioni. In più, a quattro giorni dalla presentazione delle liste non è stata definita la composizione ed il numero delle liste. E non si è potuto nemmeno abbozzare un accordo di programma». «Abbiamo verso la città un obbligo di chiarezza e di trasparenza che ci ha portato a proporre le primarie, regole per la composizione delle liste, impegni dei candidati, dei partiti e delle associazioni che li sostengono. Tutte richieste disattese – incalzano Liotta e Grandinetti -  che oggi si vorrebbe non dover considerare per l’urgenza. In queste condizioni riteniamo che non ci sia possibile essere partecipi di un simile progetto. Pertanto, non saremo presenti in liste come singoli e non presenteremo una nostra lista a sostegno del candidato proposto dal partito democratico Eugenio Guarascio».

Il Meet up di Lamezia

Insomma,  al momento i democrat sembrano decisamente navigare a vista, senza neanche una lista pronta. Ecco perché già una settimana fa la Costituente, nata come piattaforma Pd- Cinque Stelle, ha deciso di non partecipare a questa tornata e il Meet Up Lametino ha proposto un suo candidato Silvio Zizza, pentastellato della prima ora.

Centrodestra pronto alla sfida

Il centrodestra sembra invece avere ormai trovato la quadra. Da un lato Paolo Mascaro con tre liste di ispirazione civica dall’altro i partiti del centrodestra cha hanno scelto di puntare su un outsider, il promoter Ruggiero Pegna e Massimo Cristiano con il suo progetto civico. Ed è lo stesso Pegna a tracciare la particolarità del suo profilo: «Sono stato proposto da un gruppi di partiti, ma la mia figura è trasversale, non sono identificabile con un partito. Nella mia vita, valori e significati sono anche trasversali». E poi rivela: «Ho chiesto ai partiti nell’interesse di questa città di proporre nominativi nuovi, dalla trasparenza e dall’impegno indiscutibile. Magari anche persone inesperte, ma non è stato mai sciolto un Comune per inesperienza».

 

 

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Giornalista
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