Lamezia, Zizza (M5s) chiede l'annullamento totale del voto e si sfoga: «Isolato da tutti»

VIDEO | L’ex candidato a sindaco che ha presentato ricorso al Tar sulle elezioni elettorali trovando parziale accoglimento e portando all’annullamento del voto in quattro sezioni e al commissariamento dell’ente comunale, racconta la sua battaglia e l’ostruzionismo in città

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di Tiziana Bagnato
17 dicembre 2020
16:07

Silvio Zizza, ex candidato a sindaco di Lamezia Terme per il movimento Cinque Stelle nella tornata elettorale di novembre 2019, è costretto ad impastare il dolce con l’amaro. Da un lato il ricorso presentato, insieme all’altro ex candidato a sindaco Massimo Cristiano, è stato accolto per quanto riguarda quattro sezioni e ha condotto al commissariamento momentaneo dell’amministrazione e al ritorno alle urne lì dove il Tar ha riscontrato anomalie e illegittimità, dall’altro è già al lavoro per valutare con i suoi legali l’appello al Consiglio Di Stato e tentare di fare annullare l’intera competizione elettorale alla luce delle «irregolarità riscontrate in oltre il 60 per cento dei seggi e che nella relazione di verifica della Prefettura erano state confermate».

 


Isolato e colpevolizzato

Ma non solo. Zizza recrimina di essere stato isolato e colpevolizzato per avere portato ad un nuovo commissariamento la città e non esita a parlare nella conferenza stampa convocata ad hoc di forme di ostruzionismo da parte degli attuali eletti in consiglio comunale. Ma alla luce di quanto emerso non si pente di quanto fatto. «Al di là del consigliere Rosario Piccioni nessuno mi è stato accanto, sui social i consiglieri si stanno scatenando. Non ho fatto ricorso perché tengo a una poltrona – ha affermato Zizza - non farò campagna elettorale e non cercherò voti. L’ho fatto per legalità e onestà. Eppure ci sono amici che ho perso per questi motivi. In questa città sembra che si debba vergognare chi sta dalla parte della legalità. Mi accusano di avere bloccato una città per quattro sezioni».

 

Duro lo sfogo del pentastellato che aggiunge: «Non si può ridimensionare tutto dando la colpa a scrutatori e presidenti, non erano elezioni di condominio. Gli atti sono stati trasmessi alla Procura perché penalmente rilevanti. Di cosa parliamo?».

 

«Irregolarità gravissime e fenomeni malavitosi»

Giuseppe Pitaro, legale esperto del ramo, ha proseguito: «Sapevamo che c’erano i presupposti per vincere il ricorso. Di mezzo ci sono irregolarità di tipo sostanziale e non formale come gli avvocati del Comune hanno cercato di fare passare. Irregolarità gravissime, verbali spariti o cancellati, schede sparite, alterazioni e manomissioni. Gli incontri per la verifica istruttoria in Prefettura sono stati più di dieci e quasi ogni incongruenza ha trovato riscontro».


L’avvocato ha sottolineato poi il fenomeno della “scheda ballerina”, parlando di «fenomeno malavitoso, secondo il quale una scheda viene consegnata all’esterno, fatta votare e reintrodotta». Dubbi ha poi sollevato Pitaro in merito al fatto che si debba votare entro 60 giorni ipotizzando che si possa votare con altri comuni in primavera.


E i legali sono al lavoro per eventualmente chiedere l’annullamento di tutta la competizione elettorale. Lo ha ribadito il legale Gaetano Liperoti certo che anche quanto evidenziato nelle altre sezioni rientri in irregolarità di tipo sostanziale. «L’elemento più grave – ha poi commentato – è che c’è stato un travaso di schede dall’esterno all’interno delle sezioni, sezioni con più schede dei votanti. La manomissione del voto è evidente».

Giornalista
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