Oliverio contro il Governo: «Il lavoro? La Calabria cancellata dalle politiche nazionali»

Anche nel corso delle celebrazioni dedicate al Primo maggio il presidente della Regione ha colto l’occasione per scagliarsi contro l’esecutivo: «È necessario un cambio di rotta, l'Europa e le istituzioni assumano un grande programma di investimenti per i giovani»

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1 maggio 2019
20:43

«La festa del Primo Maggio alla Montagnella di Carfizzi si tiene da oltre 100 anni. È un appuntamento ed un riferimento nazionale per il mondo del lavoro. Una festa che ha conosciuto la storia ed ha accompagnato trasformazioni, vittorie ed anche sconfitte del mondo del lavoro nel suo percorso di conquista, di diritti e di affermazione di dignità e rispetto della persona». È quanto affermato dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio nel corso delle celebrazioni della festa dei lavoratori nel paese crotonese.

 


«La festa del lavoro – continua il governatore - oggi si colloca in una dimensione globale nella quale si impongono nuove regole e consapevolezza adeguata per contrastare nuovi processi di marginalizzazione di milioni di uomini e di donne e mantenere fuori da esperienze di lavoro intere generazioni e vaste aree territoriali». Quindi la stoccata al Governo nazionale e alle politiche europee: «È necessario un cambio di rotta. C'è bisogno di più Europa per affermare i diritti delle persone: primo tra tutti il diritto al lavoro. È necessario che l'Europa e le sue istituzioni assumano un grande programma di investimenti per il lavoro ai giovani. Su questa linea dovrebbe muoversi il Governo nazionale che, sino ad ora purtroppo, non ha dato segni concreti in questa direzione. In particolare il Sud e la Calabria sono di fatto cancellati dalle politiche nazionali».


Il presidente della Regione ne ha anche per il recente Consiglio dei ministri convocato a Reggio Calabria: «Ci aspettavamo misure e provvedimenti concreti, forti ed adeguati in direzione del lavoro e del sostegno alle imprese, incentivi per l'occupazione ed un programma di investimenti. Niente di tutto questo. Questo Primo Maggio deve rappresentare un momento di ripartenza di un movimento ampio per aprire una stagione nuova nella quale il lavoro possa riconquistare la centralità necessaria per offrire opportunità concrete a milioni di persone per vivere con dignità e liberi dalla preoccupazione del futuro».

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