Perfidia

Le contraddizioni nostalgiche di Giorgia, Veneziani: «Il partito degli scontenti ha premiato Meloni»

A Perfidia Antonella Grippo ha analizzato con i suoi ospiti i primi provvedimenti del premier. Galli Della Loggia: «Gli italiani sono a caccia di un leader da vent’anni», e per Abbate nella norma anti rave «c’è del razzismo»

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di Redazione
5 novembre 2022
09:24
In studio, ospiti di Grippo, Arruzzolo e Fragomeni
In studio, ospiti di Grippo, Arruzzolo e Fragomeni

In attesa di entrare nel vivo delle materie economiche, capaci di modificare il nostro vivere quotidiano, “Giorgia, una nessuna e centomila”, ha mostrato il braccio fermo del nuovo governo – forse per confortare certa opinione pubblica benpensante, per dirla con la conduttrice Antonella Grippo – tanto da guadagnarsi l’apertura della puntata di Perfidia sulle note e la forza vocale di “Nostalgia Canaglia”. Una nostalgia, provoca Grippo, «seduttiva, soffice, avvincente e tentatrice».

Finiscono così, al centro della serata, tutte le contraddizioni della rotta intrapresa dal governo. Dal pugno duro sul rave party di Modena al “liberi tutti” in tema di Covid.


Abbate: «Sui rave, c’è anche un segno di tipo razzista»

Sul controverso provvedimento che ha introdotto nell’ordinamento penale una nuova fattispecie di reato, si è subito registrata una levata di scudi da parte delle opposizioni, ma anche di Forza Italia. Per Teresa Fragomeni, sindaco di Siderno del Partito democratico, il provvedimento è sproporzionato, soprattutto dal punto di vista dell’urgenza con cui è stato varato. Che poi si traduce anche in una «evidente approssimazione». Tanto che la legge è già sottoposta ad un maquillage, ritenuto necessario anche da Giovanni Arruzzolo, neo deputato di Forza Italia. Per lui, che si dichiara garantista e liberista però, è chiaro che in questi casi «abbiamo anche un problema sociale», dato dalle occupazioni che «danno un segnale di libertà assoluta».

Fragomeni insiste sulla “inutilità” della legge - «si è arrivati a sgomberare con le norme esistenti» ripete - che si configura come «un qualcosa in più, una cosa identitaria, di destra». Sulla scorta della posizione assunta da Tajani, Arruzzolo spera nella consueta sintesi per superare “l’equivoco”.

«Il buongiorno si vede dal mattino» secondo lo scrittore Fulvio Abbate, secondo cui, le bollette, la guerra, le famose cose concrete che sono state al centro della campagna elettorale hanno fatto pensare ad una discontinuità che non è arrivata. «Invece i provvedimenti adottati sono di tipo sicuritario, con un provvedimento delirante sui rave party. Implicitamente in quel provvedimento si accenna ai ragazzi come degli alieni, dei drogati, il segno è quindi anche di tipo razzista».

Galli Della Loggia: «Gli italiani sono a caccia di un leader da vent’anni»

Per l’editorialista del “Corriere della Sera” Ernesto Galli della Loggia, che non si scompone sulla vicenda rave, la sinistra si è sempre occupata della questione sicurezza: «La storia italiana ha visto da un certo momento in poi una partecipazione piena della sinistra al tema della sicurezza, della polizia e dell’ordine pubblico. L’elettorato di sinistra invece mostra una certa diffidenza nei confronti di alcuni temi dell’ordine pubblico, perché ha un’attenzione massima, anche eccessiva, psicologicamente condizionata, al tema dei diritti e in ogni provvedimento di ordine pubblico sospetta un attentato a qualche diritto. Però credo che la sinistra dei partiti questo problema non l’abbia più».

Di certo l’elettorato ha dato segnali chiari convergendo sulla proposta politica di Meloni. Galli Della Loggia riconduce i movimenti dell’elettorato alla ricerca di un “capo”: «C’è una grande scontentezza storica che si è accumulata nella seconda repubblica circa l’inadeguatezza dell’esecutivo, circa governi che non sono stati capaci di decidere o sono stati fondati spesso su grandi maggioranze eterogenee e quindi sottoposta a veti reciproci oppure per scarsa capacità di decisione, penso ai Governi Berlusconi. L’elettorato quindi ha votato la destra, ma soprattutto per Giorgia Meloni, vedendo in lei una leadership».

Grippo fa notare che “l’operazione” è stata favorita dalla crisi eterna a sinistra. «Il Pd? Non ha cambiato idea, anzi ha mostrato di non averne proprio» ha esordito l’editorialista. «Letta non si è mostrato in grado di offrire un’immagine di un uomo convincente, alla testa di un partito dilaniato dalle correnti. Questo penalizza una proposta politica». Meloni, invece, «ha un temperamento di leader, e lo ha dimostrato in campagna elettorale e in queste settimane».

Veneziani: «Il partito degli scontenti ha premiato Meloni»

Anche lo scrittore e giornalista Marcello Veneziani è convinto che c’è una diffusa scontentezza in Italia che diventa radice tanto per i populismi quanto per gli astensionisti. «La scontentezza ha premiato cinque anni fa i 5 stelle, e il partito degli scontenti ha portato al governo la Meloni. E tanti sono gli scontenti, o incontentabili, che non vanno a votare perché ritengono che tutte le offerte politiche siano insoddisfacenti rispetto alle loro aspettative. Quindi siamo veramente nell’epoca della scontentezza. Ma non è solo un problema italiano, riguarda l’Europa e per certi versi l’occidente. Ma noi italiani abbiamo questa attitudine alla scontentezza che ci portiamo appresso da parecchio tempo».

Garantisti a intermittenza: Il caso Mangialavori

«Non è indagato, e non è diventato sottosegretario per un chiacchiericcio». Il riferimento di Antonella Grippo è a Giuseppe Magialavori, la cui vicenda della mancata nomina, ha sollevato un polverone tra i garantisti tout court, ai quali si iscrivono molti esponenti di centrodestra. Tema che la Grippo ha introdotto mostrando un articolo di LaC News24, a firma di Enrico De Girolamo: Il garantismo a corrente alternata del centrodestra: a Mangialavori non basta neppure la “presunzione di estraneità”. Un’altra contraddizione delle forze di Governo. Arruzzolo sottolinea che il coordinatore regionale di Forza Italia e neo deputato Mangialavori abbia subito un torto, trovandosi d’accordo con Fragomeni, secondo cui è tornato in auge il famigerato “metodo Boffo”. Ma Arruzzolo si affida alla massima secondo cui «gli avvelenatori dei pozzi sono sempre morti avvelenati».

È possibile rivedere l'intera puntata di Perfidia su LaC Play.

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