Elezioni Catanzaro

Letta lancia Fiorita: «Il Pd siamo noi, Donato è altro ormai». E su Salvini: «Se Draghi cade dovrà spiegare molte cose»

VIDEO | Il segretario del Partito democratico nel capoluogo calabrese per affiancare il candidato a sindaco del centrosinistra. Ma non sono mancati accenni alla situazione politica nazionale (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Danilo Colacino
23 maggio 2022
18:49

Palazzo De Nobili, ore 17.40 circa. Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, attorniato da una folta schiera di fedelissimi, ha scelto un luogo simbolo per iniziare la sua visita catanzarese nella campagna elettorale per le Amministrative 2022, peraltro nel 30esimo anniversario della strage di Capaci, dando la sensazione di voler comunicare "per immagini" un dato importante: fra un mese - più o meno - questa sarà "casa nostra", ossia un'istituzione governata da un sindaco (Nicola Fiorita) indicato dal Pd.

Ed è proprio qui che con accanto, fra gli altri, il citato Fiorita oltreché i consiglieri regionali Nicola Irto (peraltro segretario dei Dem calabresi), Ernesto Alecci, Raffaele Mammoliti e Mimmo Bevacqua, e la presidente dell'assemblea regionale Giusy Iemma, il leader lancia il "suo sindaco". 


«Sono insieme all'uomo - afferma convinto Letta - che darà a Catanzaro la dignità di città chiave. Intanto, però, ho avuto un proficuo scambio con le parti sociali per capire le loro esigenze. Intendo, infatti, portare le esigenze della Calabria e del capoluogo sui tavoli nazionali e quindi chi meglio dei corpi intermedi può fornirmi un quadro chiaro della situazione». Il segretario va di fretta. Vuole andare, percorrendo circa un paio di chilometri a piedi, sul luogo dell'intitolazione al giudice Giovanni Falcone di una via situata nei pressi della Corte d'Appello. Immancabile, tuttavia, la domanda di uno dei tanti giornalisti presenti sul prof Valerio Donato e su una presunta scissione in seno al Pd catanzarese. 

«Nessuna spaccatura - risponde in modo secco - perché il partito è uno e, a Catanzaro come altrove, sta tutto dalla stessa parte. Donato invece ha fatto le sue scelte. Ma adesso non sta più con noi e quanto farà, non ci riguarda». Prima del comizio in Piazza Prefettura, Letta però deve prima lanciare un'altra stoccata riservata stavolta al collega a capo della Lega, Matteo Salvini, su cui si esprime in maniera caustica: «Adesso basta. Sta facendo più opposizione al Governo Draghi rispetto a chi costituisce davvero la minoranza in Parlamento. Si sta dunque assumendo una grossa responsabilità. Mi riferisco a un'ipotetica caduta dell'Esecutivo stesso. Non accadrà, certo, ma in caso contrario dovrà spiegare molte cose ad esempio a sindacalisti come coloro a cui ho appena parlato o imprenditori e giovani come coloro i quali attendono le riforme necessarie per ottenere i fondi del Pnrr».

L'incontro alla Casa delle Culture

«Siamo pronti a governare una città allo stato isolata e priva di servizi essenziali - afferma Fiorita -. Dobbiamo darle un respiro e una spinta nuova. E non vogliamo che il Partito Democratico faccia chissà cosa, l'importante che ci stia vicino. Che si ricordi delle nostre necessità quando serve. Noi per il resto lavoreremo da soli. E dimostreremo che si può espugnare una roccaforte del centrodestra come questa in cui negli ultimi 25 anni hanno vinto quasi sempre i nostri avversari. Ma noi li batteremo grazie alla nostra unità di intenti».

Prima di congedarsi, Fiorita cita però, dalla Casa delle Culture, il sindaco-pescatore di Pollica Angelo Vassallo ucciso in un agguato di sospetta matrice camorristica, peraltro nel giorno della commemorazione dell'eccidio di Capaci da cui sono trascorsi 30 anni. Un'eco, la sua, delle parole del segretario regionale Nicola Irto che ha messo l'accento sulle diversità rispetto a una destra dei «trasversalismi e degli inciuci». 

Comunque sia, subito dopo, a (ri)lanciare Fiorita - dopo la rapidissima chiacchierata con i cronosti tenuta in Municipio circa due ore prima - è il segretario del Pd Enrico Letta che afferma: «Mentre percorrevamo a piedi il chilometro e mezzo circa che ci separava dal Comune al luogo dell'intitolazione di una via a Giovanni Falcone in Piazza Matteotti non sono riuscito a contare quanta gente ci abbia fermato per strada. Penso proprio, allora, che Nicola possa fare il sindaco di Catanzaro. Mi ha convinto subito, del resto, il suo profilo perché ho percepito immediatamente come sia la persona giusta per sbarrare la strada ai trasversalismi che si vanno profilando in questa città».

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