Taglio privilegi, Melicchio (M5S): «Consiglio regionale ignora la mia proposta»

VIDEO | Il deputato pentastellato è il primo firmatario di un progetto d'iniziativa popolare: «La legge impone di iscriverla all'ordine del giorno dell'Assemblea di Palazzo Campanella, ma ancora non è approdata alla discussione. Si risparmierebbero quattro milioni»

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di Salvatore Bruno
6 luglio 2019
22:39
Alessandro Melicchio
Alessandro Melicchio

Con il contributo di Meetup, consiglieri comunali ed attivisti di tutta la Calabria, il Movimento cinquestelle ha raccolto le cinquemila firme necessarie per depositare un progetto normativo regionale sul taglio alle indennità e ai vitalizi. Il dispositivo, primo firmatario il deputato Alessandro Melicchio, attende da novembre scorso di essere calendarizzato e discusso dall’assemblea di Palazzo Campanella.

Omessa iscrizione all'ordine del giorno

Trascorso un periodo di sei mesi, la Legge 13 del 1983 prevede l’obbligo di iscrizione delle proposte di iniziativa popolare in testa all’ordine del giorno della prima seduta consiliare utile, imperativo che il Consiglio regionale ha disatteso. Per questo il parlamentare pentastellato ha inviato una diffida a Nicola Irto, esortandolo ad applicare la legge. Ma il presidente, con una nota a firma del suo capo di Gabinetto, gli ha risposto picche.


Tagli per oltre tre milioni

La vicenda è stata ricostruita nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti anche i parlamentari Anna Laura Orrico, Riccardo Tucci, Giuseppe Auddino e Massimo Misiti. La norma proposta da Melicchio, alla cui discussione il Consiglio regionale si sottrae, prevede un sensibile taglio delle indennità per il presidente della Giunta, i suoi membri, i presidenti di commissione, i consiglieri, i gruppi consiliari, intervenendo anche sulla rideterminazione dei vitalizi, con un risparmio per le casse pubbliche compreso tra i tre e i quattro milioni di euro.

La situazione attuale

Con le norme in vigore, ai presidenti della giunta e del consiglio regionale spettano, oltre all’indennità di carica pari a 5.100 euro lordi, anche 2.700 euro di indennità di funzione e 6.000 euro di spese per esercizio del mandato, per un totale di 13.800 euro. 700 euro in meno incassano i vicepresidenti della giunta e del consiglio mentre i compensi dei presidenti di commissione e dei gruppi consiliari ed il segretario questore ammontano in totale a 12.600 euro lordi. Il consigliere regionale semplice si ferma a 11.100 euro.

La riduzione pensata dai Cinquestelle

Con la modifica pensata dai pentastellati l’indennità di funzione e sulle spese di esercizio di mandato vengono notevolmente ridotte. Ecco come nel dettaglio.

- Presidenti della giunta e del consiglio regionale: indennità di funzione 1.000 euro (ora sono 2.700 euro); spese di esercizio del mandato 2.180 euro (ora sono 6.000 euro).

- Vicepresidenti della giunta e del consiglio regionale: indennità di funzione 1.000 euro (ora sono 2.000 euro); spese di esercizio del mandato 1.760 euro (ora sono 6.000 euro).

- Presidenti di commissione e dei gruppi consiliari e segretario questore: indennità di funzione 900 euro (ora sono 1.500 euro); spese di esercizio del mandato 1.560 euro (ora sono 6.000 euro).

- Consigliere regionale semplice: nessuna indennità di funzione (anche adesso non è prevista); spese di esercizio del mandato 1.560 euro (ora sono 6.000 euro).

Giornalista
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