Il “ciaone” di Minniti che ritira la candidatura. Renziani nel panico ma Matteo se ne frega

Il democrat calabrese decide di abbandonare la corsa alla segreteria nazionale del Pd dopo il disinteresse dimostrato verso il congresso dall’ex presidente del Consiglio che sembra concentrato solo sulla creazione di un nuovo partito a sua immagine e somiglianza che possa debuttare già alle Europee

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di E. D. G.
6 dicembre 2018
01:38
Marco Minniti ritira la candidatura alle primarie del Pd
Marco Minniti ritira la candidatura alle primarie del Pd

Alla fine la corda si è spezzata e ora i renziani si ritrovano in mezzo al guado. Marco Minniti ha annunciato il suo ritiro dalla corsa per la segreteria nazionale del Pd. L’ex ministro dell’Interno non ci sta a fare il perdente di lusso: "Se devo candidarmi e prendere il 20 per cento meglio rinunciare". È quanto avrebbe confidato al termine di un incontro avuto con Luca Lotti e Lorenzo Guerini, che hanno cercato in extremis di farlo tornare sui suoi passi.


L’idea di mandare tutto a monte era infatti nell’aria da qualche giorno, da quando si era fatta più netta la presa di distanza dal congresso di Matteo Renzi, che sembra assolutamente disinteressato alla questione, forse perché troppo concentrato sul nuovo partito che si appresterebbe a fondare uscendo così dal Pd e debuttando già alle Europee. Una scissione che ridurrebbe ulteriormente le ambizioni elettorali del Pd, dandogli probabilmente il colpo di grazia.


 

Ecco perché, secondo quanto scrive il Foglio, Minniti avrebbe chiesto provocatoriamente a Lotti e Guerini, come precondizione per non ritirare la candidatura, che ogni parlamentare firmasse l’impegno solenne a non uscire ora e neanche in futuro dal partito. Una richiesta considerata dai due offensiva, che ha dato al democrat calabrese l’opportunità di chiudere la partita prima ancora che cominciasse.

 

A farne le spese saranno i renziani che si ritrovano a una settimana dalla presentazione delle candidature a segretario senza un nome. A prendersi la croce sulle spalle potrebbe essere a questo punto lo stesso Guerini, per mantenere una testa di ponte all’interno del partito, mentre Renzi prosegue nel suo cammino di allontanamento definitivo.
Caos anche in Calabria, dove quello che ne esce meglio è il presidente Mario Oliverio, sin dall’inizio critico nei confronti della candidatura di Minniti e già schierato con Nicola Zingaretti, dato vincente a livello nazionale.

 

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