«Una strumentalizzazione politica». Così la presidente di Anci Calabria, Maria Rosaria Succurro, bolla la sortita di «qualcuno» che avrebbe utilizzato le firma raccolte nei giorni scorsi tra i sindaci per chiedere alla Regione una proroga della scadenza dei termini di chiusura della piattaforma attivata per aderire al percorso di stabilizzazione dei tirocinanti di inclusione sociale per sfiduciare l’associazione e la sua presidente. 

Raggiunta telefonicamente da LaC News24 ha dichiarato di aver «ricevuto telefonate da parte di sindaci che prendono le distanze dal documento» e che al contrario avrebbero evidenziato «di non aver firmato mozioni di sfiducia nei confronti di Anci ma solo una richiesta di proroga della piattaforma da inoltrare alla Regione Calabria».

Insomma, anche la vertenza lavorativa che riguarda il destino di quattromila lavoratori diventa terreno di scontro politico all’interno dell’associazione dei comuni. Duecento le firme di sindaci raccolte a corredo di una mozione di sfiducia e poi trasmessa alla stampa, «non indirizzata ad Anci ma solo alla Regione» evidenzia ancora Succurro che punta il dito contro una “manina” che avrebbe usato le firme dei sindaci per fini politici. «È evidente – continua Succurro – che chi ordisce simili strumentalizzazioni non ha a cuore le sorti dei tirocinanti ma li utilizza per fini elettorali».

La presidente di Anci Calabria, quindi, ricostruisce le ore che ne hanno preceduto la diffusione della mozione di sfiducia. «Duecento sindaci hanno sottoscritto un documento prima che scadesse il termine per presentare le adesioni sulla piattaforma regionale per chiedere alla Regione una nuova proroga. L’assessore alle Politiche del lavoro, Giovanni Calabrese, ha immediatamente risposto escludendo questa possibilità. Io stessa già in precedenza, da presidente di Anci, ne avevo chieste due. Apprendo oggi da molti sindaci che mi stanno contattando che nessuno ha firmato un documento di sfiducia nei confronti di Anci. Si tratta di una strumentalizzazione politica».

«Non c’è alcun documento di sfiducia»

«Non c’è nessun documento di sfiducia nei confronti di Anci Calabria, semmai una richiesta di approfondimenti condivisa da più sindaci rispetto alle procedure per la stabilizzazione dei TIS. Questo è lo spirito con cui la quasi totalità dei Sindaci ha sottoscritto il documento in cui non c’è alcun riferimento ad azioni di sfiducia». Lo sostiene in una nota Nico Nesci, segretario Anci  Calabria.
«Pur stigmatizzando il tentativo di strumentalizzare il documento sottoscritto da diversi sindaci, intendiamo mantenere un profilo di alta responsabilità, ricordando che l’Anci non rappresenta un terreno di scontro politico tra fazioni, ma è l’organismo che riunisce tutti i Sindaci al di là delle appartenenze politiche e partitiche.
Purtroppo, proprio la strumentalizzazione messa in campo oggi dimostra che c’è chi prova a trascinare Anci Calabria su un terreno di scontro, non comprendendo che l’impegno dell’Associazione è ben più importante di una semplice polemica. Anche sulla delicata questione dei tirocinanti – prosegue il segretario Nesci – Anci Calabria ha sempre mantenuto un confronto sereno quanto serrato, tutelando i Comuni e impegnandosi per migliorare con proposte concrete una manifestazione di interesse che rappresenta l’unico sbocco possibile dopo undici, lunghi anni di tirocinio. Un atteggiamento responsabile, ben lontano dalle appartenenze, ma frutto proprio della sensibilità e del ruolo che ANCI deve assumere».
A nome di Anci Calabria Nesci invita, infine, «tutti i sindaci a mantenere un profilo di responsabilità nei confronti dell’Associazione che rappresenta tutti i Comuni della Calabria, senza colore e distinzione. L’Associazione continuerà a lavorare con questo atteggiamento, evitando di cadere in inutili e dannose provocazioni che non fanno bene a nessuno».