Lo “Sblocca cantieri” riaccende le polemiche sulla nuova statale 106

VIDEO | Bruno Bossio (PD) attacca («il Governo vuole ritardare i lavori»), Forciniti (M5s) risponde («stiamo rimediando a ritardi ed errori del passato») mentre l’associazione delle vittime “invita” Toninelli a non scendere più in Calabria per le solite passerelle

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di Marco  Lefosse
14 giugno 2019
13:38

La nuova statale 106? Una bagarre infinita. E anche dopo ieri, quando il Parlamento ha dato il via libera al decreto Sblocca cantieri, non sono mancati strascichi al veleno tra chi (l’associazione delle vittime, su tutti) sostiene forti dubbi sulla realizzazione dell’opera e chi (i parlamentari 5 stelle), invece, parla di menzogne fatte circolare artatamente.

«Toninelli venga in Calabria solo se deve aprire cantieri»

Tutto si è consumato tra ieri sera e stamattina. Quando il presidente dell’associazione Basta Vittime sulla Statale 106 fa una dichiarazione di fuoco: «Il ministro Danilo Toninelli (il capo del dicastero dei trasporti e delle opere pubbliche) – tuona il presidente delle Vittime della Statale 106, Fabio Pugliese - eviti di ritornare in Calabria, non vogliamo che ritorni in Calabria, se non, questa volta, per tagliare i nastri dei cantieri. Stia a Roma ed eviti di venire a fare passerelle in Calabria perché di passerelle non sappiamo più cosa farne. Non possiamo che essere indignati con un ministro e con un governo che ancora non è riuscito a sbloccare l’unica grande opera finanziata e approvata, prevista al sud Italia. Una vergogna».


Ma a parere di Pugliese ancora più vergognoso è «l’agire di quei deputati che – dice - eletti con un voto plebiscitario, non si sono battuti perché quest’opera venisse avviata subito così come è stato fatto per la pedemontana veneta che è stata già inaugurata. Se entro il 30 ottobre non partiranno i lavori della statale 106 – annuncia Pugliese - noi inviteremo tutti a non votare alle prossime regionali in Calabria tutte quelle forze politiche che non si sono date da fare e non si sono impegnate per quest’opera ma, anzi, hanno remato contro questo progetto. E spero che insieme a noi si uniscano in questa vertenza anche i sindacati».

La polemica sui social tra Bruno Bossio e Forciniti

Tutto, però, era partito ieri sera da un messaggio che la deputata del Partito Democratico, Enza Bruno Bossio, aveva pubblicato sulla sua pagina facebook pochi minuti dopo l’intervento alla Camera dei deputati nella discussione apertasi sul decreto “Sblocca cantieri”. «Oggi in aula – ha scritto la Bruno Bossio facendo – si è consumata l’ennesima truffa del governo del fallimento». «Il MEF – spiega la parlamentare PD - pubblica su una cartina la SS106 come l’unica opera pubblica del Sud da completare, ma poi non accolgono il mio ordine del giorno che chiede di far partire subito i lavori per il terzo megalotto, in base alla delibera CIPE che il governo PD nella scorsa legislatura aveva definitivamente sbloccato. Farfugliano di compatibilità con la finanza locale, mentre l’opera è interamente finanziata per 1 miliardo e 300 milioni! Altro che sblocca cantieri. Qui – commenta - siamo alla paralisi di tutto!».

Commenti e posizioni, quelli della Bruno Bossio, sui quali è subito intervenuto il portavoce 5 stelle alla Camera, Francesco Forciniti. La diatriba si consuma tutta sui social, dove il pentastellato risponde: «E’ davvero imbarazzante che il PD, per bocca della deputata calabrese Enza Bruno Bossio, si prenda ancora il lusso di seminare menzogne sullo stato dei lavori del terzo megalotto della statale 106, quando tutti sanno che l’iter di progettazione ed esecuzione non è mai stato bloccato da chicchessia. Piuttosto, se questo travagliato iter va avanti da decenni e non ha mai visto la luce, è solo a causa della conclamata incapacità politica e amministrativa delle forze di centrodestra e centrosinistra che hanno governato negli ultimi vent’anni, e che hanno fatto tanti di quegli errori in questa vicenda da poterci scrivere un libro».

Ad oggi questo sarebbe lo stato dell’arte: «L’iter – spiega Forciniti - non è assolutamente bloccato, nessuno si sarebbe mai sognato di provare a bloccarlo, né il governo e neppure chi come me ha sentito il dovere, da cittadino innamorato del suo territorio prima ancora che da esponente politico, di provare a verificare se si faceva ancora in tempo a migliorare il tracciato, ma ha poi desistito quando si è reso conto che la cosa sarebbe stata troppo complicata. Semplicemente, i lavori non sono ancora partiti perché la compagnia a cui quelli bravi come la Bruno Bossio hanno affidato i lavori è in ritardo sulla consegna del progetto esecutivo, e ha chiesto del tempo in più per adempiere, promettendo di recuperare questo tempo in più durante la realizzazione dell’opera. Tutto il resto sono menzogne, fango e strumentalizzazioni politiche messe in giro da persone che hanno distrutto la Calabria e ora pretendono pure di dare lezioni a chi sta provando a ricostruirla!»

Giornalista
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