«Non ci interessa entrare nel merito della vicenda giudiziaria che in questi giorni interessa il governatore della Calabria Roberto Occhiuto; è nostro auspicio, piuttosto, che egli possa dimostrare quanto pubblicamente afferma facendo emergere la sua totale estraneità ai fatti. Fanno porre degli interrogativi, tuttavia, le circostanze descritte dalle indagini e diffuse dalla stampa ma se c’è stata mai una vicenda corruttiva che ha coinvolto il presidente della Regione Calabria sarà solo un eventuale processo a stabilirlo e non certo la stampa o i social». Così in una nota il movimento Reggio Bene Comune, che fa capo alla maggioranza di Falcomatà, in merito all’indagine che coinvolge il governatore.

Il gruppo si sofferma sulla strategia comunicativa adottata da Occhiuto. «Costretto da insistenti richieste di alcuni giornali, sia regionali che nazionali, ha tentato di anticipare la deflagrazione della vicenda con un videomessaggio sulla propria pagina social; luogo immateriale in cui i giornalisti non possono chiaramente rivolgere alcuna domanda, escludendo di fatto il confronto con gli addetti ai lavori. Successivamente si è sottratto ad un'intervista già da tempo concordata con un'emittente televisiva regionale, nel format Perfidia di LaC News24 della brava ed attenta Antonella Grippo, adducendo la motivazione che gli avvocati l'avrebbero sconsigliato di parlare. Il giorno dopo però, con uno schiaffo professionale ed etico-politico nei confronti della stampa calabrese, si affida alla comfort zone di un salotto televisivo affine, su una rete nazionale che ha un chiaro indirizzo editoriale asseverabile, senza ombra di dubbio, alla sua stessa area politica; ospite quindi di un format che gli concede una morbida vetrina senza alcun contraddittorio».

Il riferimento è all’intervista andata in onda ieri sera su Rete4, nella trasmissione di Nicola Porro. «Solo questo basterebbe – prosegue il movimento – ad evidenziare un nervosismo che non dovrebbe appartenere ad un uomo delle istituzioni che ha sempre dichiarato di nutrire fiducia nei confronti della magistratura; fintanto che, almeno, le indagini riguardavano altri esponenti politici. Sono gravi le affermazioni della più alta carica istituzionale della Regione Calabria che definisce "stronzate" un avviso di garanzia; detto da un presidente di Regione ciò risulta essere altamente lesivo del lavoro della magistratura».

«Chi ha l'onore di guidare una Regione – aggiungono da Reggio – dovrebbe avere il buon gusto di difendersi nell'eventuale processo e non “dal processo”; sicuramente senza utilizzare la circostanza per attaccare la magistratura. Su questo ci aspettiamo che il governatore si confronti nelle sedi opportune, non nei salotti televisivi, quindi, ma in mezzo ai rappresentanti eletti del popolo calabrese; magari all'interno della sede del Consiglio regionale che è l'assise deputata a discutere democraticamente delle vicende che riguardano non Roberto Occhiuto, come potenziale imputato, ma tutta la comunità calabrese».