Il primo cittadino di Reggio Calabria commenta l’avviso di garanzia recapitato al presidente della Regione Calabria: «Mai degenerare in processi sommari»
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«Io credo che il rispetto dei principi di legalità e trasparenza, così come l’osservanza dei dettami costituzionali e la fiducia nell’operato della magistratura, sono condizioni imprescindibili per chiunque rappresenti le Istituzioni. Vivere in uno Stato di diritto, e rappresentare degnamente le istituzioni in cui lo Stato si articola, significa rivendicare sempre, specie quando la questione coinvolge chi ha posizioni diverse, le garanzie costituzionali che spettano ad ogni cittadino italiano. Riportiamo la politica al livello di dignità che i calabresi meritano».
Il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, non dribbla e non si sottrae alla domanda, ma anzi offre una chiave per certi versi differente dal fiume di solidarietà fatto giungere al presidente Roberto Occhiuto a mezzo stampa da amici, colleghi di partito e alleati.
«Molto spesso – ha argomentato Falcomatà - notizie come quella dell’avviso di garanzia ricevuto dal presidente della Regione Calabria diventano strumento di lotta politica. Io penso che la magistratura vada rispettata sempre, davvero, e vada lasciata lavorare in piena autonomia perché, semplicemente, ciò equivale al rispetto per lo Stato e le sue articolazioni».
Il primo cittadino aspirante governatore ribadisce anche la posizione espressa dal suo partito a livello regionale: «Bene fa la politica a chiedere che i profili etici di questa vicenda vadano chiariti, ma ritengo vada ribadito con altrettanta fermezza il principio di non colpevolezza fino a condanna definitiva sancito dalla nostra Costituzione. La dialettica politica, anche serrata e senza sconti, è un’altra cosa e le inchieste giudiziarie devono a mio avviso rimanerne fuori».
L’auspicio dichiarato di Falcomatà – protagonista fino a poco tempo fa di una vicenda giudiziaria che ha trasformato due condanne per abuso d’ufficio rimediate in due gradi di giudizio in una sostanziale assoluzione in Cassazione - è che tutti sentano l’esigenza di mantenere il dibattito politico nell’alveo della contrapposizione sulle idee e sulle scelte politico-amministrative senza mai degenerare in processi sommari.
«Personalmente ritengo sia utile continuare a parlare della sanità disastrata della nostra regione, dei pesanti tagli agli enti territoriali, della lentezza dei progetti del Pnrr, dell'inefficace impiego dei fondi europei, del trasferimento delle funzioni alla Città Metropolitana, delle difficoltà sul tema delle infrastrutture, delle strade, delle risorse sulle grandi opere come l'alta velocità, del completamento della statale jonica, ed ancora dei temi del lavoro, dei diritti, e l'acuirsi preoccupante delle condizioni di povertà per migliaia di famiglie calabresi. Su questi aspetti credo ci si debba confrontare, non su altro».