Grande attesa

Occhiuto spinge l’acceleratore sulle nomine: parte la rivoluzione che cambierà il volto della Regione

La proroga del Decreto Calabria darà il via libera per la scelta dei commissari della sanità. Ma in ballo ci sono anche i nuovi dg della Cittadella. E presto arriveranno le new entry in Giunta (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Pietro Bellantoni
4 novembre 2022
15:08
La sede della Regione Calabria
La sede della Regione Calabria

La rivoluzione di novembre partirà proprio oggi, a patto che il Governo Meloni tenga fede a quanto promesso. Il Consiglio dei ministri di questa sera – oltre ad approvare la Nota di aggiornamento al Def e le misure economiche contro il caro bollette – dovrebbe prorogare il Decreto Calabria, la legge speciale per la sanità regionale.

Le rassicurazioni a Occhiuto

L’esecutivo, sul punto, avrebbe dato le sue «rassicurazioni» direttamente al presidente della Regione, Roberto Occhiuto. Che, dal Cdm, aspetta il segnale concordato per iniziare a sovvertire tutto, o quasi.


La rivoluzione, si sa, non è certo un pranzo di gala, e il governatore sarebbe pronto a far rotolare tante teste. Con un obiettivo: rimodellare la Regione e i suoi vertici per renderli più funzionali al proprio progetto politico.

Proprio oggi, nell’annunciare l’approvazione, da parte della Commissione europea, del Programma operativo 2021-2027 della Regione, che prevede risorse pari a 3,17 miliardi, Occhiuto ha lanciato una «nuova sfida» alla «burocrazia» della Cittadella: «Riuscire nel più breve tempo possibile a partire con i nuovi bandi in tutti gli ambiti del programma». Quello del governatore sembra una sorta di avviso ai naviganti: chi non sarà all’altezza del compito sarà messo da parte.

Nuovi commissari?

La proroga del Decreto Calabria permetterà a Occhiuto di concludere la ricognizione del debito («spero entro fine anno») ma anche di confermare o sostituire gli attuali vertici delle aziende provinciali e ospedaliere. Per ora nessuno, ai piani alti di Germaneto, sembra conoscere le reali intenzioni del presidente, anche se diversi addetti ai lavori ritengono che potrebbe decidere di fare a meno di qualche commissario poco gradito. È il caso di ricordare che gran parte degli attuali manager erano stati scelti dal tecnico che aveva gestito la Sanità prima di Occhiuto, l’ex prefetto Guido Longo.

I dg della Cittadella

La sanità è solo uno degli ambiti da ridefinire per il buon esito della rivoluzione. L’altro è l’organigramma della Cittadella. Il 6 novembre scadono gli incarichi di molti direttori generali, gli uomini-chiave per vincere la «sfida». Anche in questo caso, le indiscrezioni sulle intenzioni di Occhiuto non abbondano. Ma la più ricorrente è questa: il presidente procederà con «qualche conferma» senza rinunciare a diversi «volti nuovi». Tradotto: anche nei dipartimenti volerà qualche testa, forse anche per effetto di una possibile modifica della struttura burocratica della Cittadella.

In due uffici strategici, intanto, Occhiuto si è affidato all’usato sicuro. Proprio ieri ha firmato i decreti per la conferma di Eugenia Montilla e Tommaso Calabrò, rispettivamente dg di Segretariato generale e Transizione digitale. Rimarranno al loro posto anche i dirigenti nominati nell’ultimo anno: Filippo De Cello (Economia e finanza), Jole Fantozzi (Salute), Domenico Costarella (Protezione civile) e Maurizio Nicolai (Programmazione comunitaria). Un altro punto fermo è il vice capo di gabinetto, Marina Patrizia Petrolo, entrata in servizio pochi giorni fa dopo aver atteso a lungo il nulla osta del ministero dell’Interno, suo ente di appartenenza. Petrolo è la moglie di Tonino Daffinà, amico e collaboratore storico del presidente.

E la Giunta

A novembre non ci saranno solo scelte tecniche. La prossima settimana Occhiuto incontrerà Matteo Salvini e i dirigenti di Fratelli d’Italia per individuare i sostituti degli assessori Tilde Minasi e Fausto Orsomarso, appena eletti in Senato. Ai due partiti il compito di fare i nomi, al governatore quello di dare l’imprimatur finale.

Molto trambusto in casa Lega. In corsa per il dopo Minasi – secondo quanto trapela da ambienti del Carroccio – potrebbero esserci le ex candidate Emma Staine (Europee 2019) e Caterina Capponi (Regionali 2020). Non sono tuttavia da escludere colpi di scena.

Incertezza massima anche in Fdi, dove più di un dirigente regionale lamenta l’assenza di dibattito interno, a riprova del «verticismo» di un partito che «non ha coinvolto i vertici locali neanche in occasione della formazione delle liste per il Parlamento».

Al momento, a contendersi il posto di Orsomarso sono il coordinatore cosentino Angelo Brutto – che conta sull’appoggio dell’assessore uscente – e il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese. Quest’ultimo, spiega chi sta seguendo da vicino la trattativa, al momento sarebbe il favorito del pronostico, visto che a supportarne le ambizioni è Giovanni Donzelli, il fedelissimo di Meloni che presto potrebbe diventare il nuovo coordinatore nazionale del movimento.       

Occhiuto vorrebbe chiudere in fretta la partita. A lui, in fondo, le dinamiche interne ai partiti interessano poco. Quel che gli sta a cuore è la rivoluzione, quella che parte oggi.

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