Botta e risposta

Ospedale di Acri, Occhiuto attacca il sindaco Capalbo: «Fa il Masaniello». La replica: «Qui solo per le passerelle»

VIDEO | Il presidente della Regione ieri nel centro cosentino per un'iniziativa elettorale in vista delle Europee. Spazio anche alla sanità e alle proteste dei mesi scorsi: «Non ricevo i primi cittadini che strumentalizzano i problemi per loro fini politici». Dura la risposta

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di Francesco Spina
4 giugno 2024
13:01

La campagna elettorale per le elezioni europee, ha portato ieri ad Acri il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto (per la prima volta nella città cosentina da quando ricopre il ruolo di governatore ndr), il quale è tornato su una recente polemica con il sindaco Pino Capalbo, che ai microfoni del nostro network lamentava la mancata disponibilità di Occhiuto ad incontrarlo, insieme ad alcuni cittadini presenti lo scorso 10 aprile nel piazzale della cittadella regionale a Catanzaro «che, pacificamente, erano lì per far valere il proprio diritto alla salute», in merito alla riorganizzazione della rete ospedaliera approvata di dalla struttura commissariale e che, secondo Capalbo e gli stessi manifestanti andrebbe a compromettere ulteriormente la qualità dei servizi dell’ospedale “Beato Angelo” di Acri.

 «Il sindaco Capalbo io negli ultimi due anni e mezzo l’avrò incontrato 20 volte - ha precisato Occhiuto ai nostri microfoni a margine di un’iniziativa elettorale che si è svolta nella sede acrese del circolo di Forza Italia -. Credo che sia uno dei sindaci calabresi che ho incontrato più spesso. È sempre venuto in Cittadella e come gli altri sindaci, ha sempre trovato udienza, accoglienza e disponibilità da parte del Governo regionale».  


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«Fatto grave se Occhiuto non avesse voluto incontrarci di proposito», tuonò Capalbo nel corso di un’intervista all’interno degli studi di Cosenza Channel. Dichiarazioni – quelle del primo cittadino di Acri - che ieri hanno trovato una replica da parte del presidente della Regione: «Molte volte quando vengono i sindaci a parlarmi non mi chiedo nemmeno se sono di centrodestra o di centrosinistra – ha detto Occhiuto ai nostri microfoni -, perché i sindaci governano il territorio ed è mio dovere rispettarli. I sindaci che fanno i Masaniello, che portano la gente sotto il palazzo della Regione, chiedendo al presidente un incontro per poi poter dire “ecco siamo riusciti a parlare con il presidente”, non li ricevo, quando appunto fanno i Masaniello».

Occhiuto, riferendosi proprio a Capalbo ha poi aggiunto: «Non ricevo quei sindaci che strumentalizzano i problemi per loro fini politici, soprattutto quelli che quando strumentalizzano i problemi lo fanno con il bisogno alla salute dei calabresi. Sulla malattia e sul bisogno alla salute non si può fare il Masaniello», ha concluso Occhiuto.

Lo stesso governatore nel corso dell’iniziativa elettorale ha parlato, appunto, anche del nosocomio acrese: «State tranquilli – ha affermato Occhiuto - perché ho piena consapevolezza di quanto sia importante l’ospedale di Acri per questa città. Voi pensate che io sia così stupido da non voler rilanciare questo ospedale? Vi assicuro che ad Acri vogliamo lasciare il segno e sappiamo che sia l’ospedale che la Sibari-Sila possano essere un modo per rilanciare questo territorio».

«Ad Acri sono di casa – ha continuato Occhiuto -, qui ho sempre raccolto ampi consensi, il territorio è nei miei pensieri». Infine la stoccata a Pino Capalbo: «Io sono disponibile con tutti i sindaci della Calabria, così come anche con il vostro sindaco che dovrebbe vergognarsi per chi ha sostenuto politicamente in passato (riferendosi a Oliverio ndr) e per speculare sul bisogno e sulla sofferenza della gente».

La replica di Capalbo

«Apprendiamo con stupore che l’On. Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, si è recato nella nostra città preferendo una sezione di partito all’incontro pubblico con i cittadini acresi: un presidente di Regione rappresenta tutti». È quanto si legge in una nota diffusa dal sindaco di Acri Pino Capalbo e sottoscritta anche dalla sua Giunta e dai Consiglieri di Maggioranza.  

«Legittima la sua presenza a sostegno dei candidati di Forza Italia che concorrono alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno – si legge -, ma è altrettanto legittimo da parte dei cittadini acresi sapere quali sono le azioni che intende intraprendere il presidente Occhiuto relativamente ai tanti problemi che affliggono il nostro ospedale, sul piano di dimensionamento scolastico, sulla delibera a sostegno del polo universitario carcerario, sulla statale Sibari-Sila, sulla statale 660 finita nel dimenticatoio».

«Ricordiamo al presidente che siamo stati costretti ad intraprendere un ricorso sul dimensionamento scolastico e sulla riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese, che vede, tra l’altro, il nostro nosocomio penalizzato nonostante risulti tra i migliori per la qualità dei servizi sanitari di medicina e nonostante l’Asp registri per lo stesso le più alte performance tra gli ospedali di zona disagiata».

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La nota dell’Amministrazione Capalbo continua poi con un nuovo duro attacco al governatore della Calabria: «I tentativi di interlocuzione istituzionale con il presidente sono stati vani: negato anche l’incontro quando ci siamo recati sotto la cittadella a seguito della mobilitazione popolare del 4 aprile u.s.  Evidentemente – continua la nota -, il rispetto per una comunità ricca di storia e cultura non merita l’attenzione del presidente della Regione, che preferisce le riunioni di sezione al giusto confronto che dovrebbe avere con la comunità acrese. Le motivazioni di tale scelta hanno facile comprensione: l’incapacità di argomentare le scelte fatte a danno di Acri. È molto più facile rifugiarsi nelle sezioni di partito e prendere l’applauso di qualche migrante della politica nostrana, ma a questo punto non sarebbe più facile fare solo il segretario di partito e lasciare la carica di presidente della Regione? Lei, Sig. Presidente, impari la geografia: Acri è in Calabria». 

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E infine la replica ad Occhiuto, che ai nostri microfoni ha definito Capalbo un «Masaniello»: «Lei, Sig. Presidente, impari anche la storia: Tommaso Aniello, detto Masaniello, è stato un capo popolo contro gli oppressori, non certamente uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia. Portare la gente in piazza, insieme a tutte le forze politiche e sindacali, è un diritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione, ed un sindaco che difende gli interessi della città sarà sempre in prima fila a manifestare».

Giornalista
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