Post regionali, bagarre politica per il Parco d’Aspromonte

VIDEO | Il ministro Costa insiste per affidare la presidenza ad Autelitano, nomina nata dall'intesa con Oliverio che costituisce uno smacco istituzionale per la Santelli

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di Agostino Pantano
2 febbraio 2020
10:08

All’ente Parco nazionale d’Aspromonte, dopo il suicidio politico del centrosinistra, ecco lo smacco istituzionale per la governatrice Jole Santelli. La poltrona di presidente è vacante dall’agosto del 2018, ma sta suscitando polemiche l’accelerazione inferta dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

 


Quest’ultimo sta per nominare Leo Autelitano, che 2008 fu a capo dell’ente per volere del suo compagno di partito, il Verde Marco Pecoraro Scanio, e la casella che a giorni si riempirà potrebbe essere il primo “pepe” messo nei rapporti tra Regione e governo che non sono amici. Anche perché la genesi di questa nomina è parecchio indicativa di come i partiti modellino le istituzioni secondo i propri interessi.

 

Infatti, quando governatore era l’inviso Mario Oliverio, il ministro dei 5stelle – che per procedere con la nomina ha bisogno dell’intesa con la Regione – ha tenuto in sella all’ente l’attuale facente funzioni, il sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte Domenico Creazzo.

 

La svolta, si apprende in questi giorni, è avvenuta pochi ore prima della presentazione delle liste, quando Oliverio – tirati i remi in barca – ha detto si alla proposta di Costa per porre sullo scranno Autelitano, ovvero una figura della tanto vituperata prima Repubblica. Un irrigidimento finalmente scioltosi, che potrebbe giustificarsi col fatto che nel frattempo il facente funzione Creazzo aveva cambiato bandiera, passando con Fratelli d’Italia nella cui lista è stato eletto consigliere regionale.

 

Costa, che per piazzare l’avvocato di Bova avrà certamente sentito i consigli del corregionale Pecoraro Scanio – nel frattempo diventato 5stelle - voleva imporre la nomina di Autelitano prima delle elezioni. Ma nelle commissione parlamentari riunite per il necessario parere il centrodestra ha fatto bagarre, costringendo il ministro a vedere il semaforo verde solo il 28 gennaio – 2 giorni dopo il trionfo della Santelli – che a questo punto, in vista del decreto ministeriale che completerà l’iter, ha pochi margini di manovra.

 

La governatrice ingoierà il rospo, e si consegnerà al fair play istituzionale, oppure denuncerà politicamente l’alchimia degli ex Verdi che sta facendo diventare rossi di rabbia anche una parte dei 5stelle calabresi ?     

Giornalista
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