Scenari politici

Pd calabrese migliore attore non protagonista (del congresso): ecco chi sta con chi nel Cosentino

Mentre Bonaccini rompe gli indugi e lancia la sua Opa sulla segreteria nazionale in molti restano alla finestra in attesa di posizionarsi in maniera ufficiale. Ma le affinità politiche e l’eventuale sostegno agli altri potenziali candidati come Orlando, De Micheli e Schlein si possono dedurre con un minimo margine di errore (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Antonio Clausi
22 novembre 2022
12:03

Il frastagliato mondo del Pd cosentino è in attesa di ricollocamento. La batosta che ha caratterizzato l’ultima tornata elettorale ha fatto perdere quota ai notabili del partito. Tutti, però, guardano con interesse al Congresso e al dualismo che si prospetta all’orizzonte. Massima attenzione, tanto per iniziare, alla fatwa lanciata da Bonaccini alle correnti. Inevitabilmente, però, dovrà averci a che fare.

Così come Elly Schlein e gli altri che intenderanno cimentarsi nelle primarie. A meno di un colpo di scena legato al sindaco di Bari De Caro, la corsa alla segreteria dovrebbe essere ancora una volta animata da esponenti del centro-nord. Nessuno spazio per una vocazione meridionalista, a testimonianza di quanto certificato il 25 settembre: si guarda da Roma in su e nelle grandi città.


La variabile dell’autonomia

Uno dei nodi cruciali è il ddl sull’Autonomia delle regioni. Chi si porterà sulle posizioni del governatore dell’Emilia Romagna, lo farà consapevole dell’idea attendista e possibilista nei confronti del ministro Calderoli. Tra questi, se due più due fa quattro, non ci dovrebbe essere il capogruppo in consiglio Mimmo Bevacqua, che a più riprese ha definito la riforma «una sciagura».

A prescindere da questo aspetto, tuttavia, c’è da pesare la posizione di Dario Franceschini che pare abbia già optato per Schlein al pari della moglie Michela De Biase, eletta di recente alla Camera. La vicinanza con l’ex Ministro della Cultura è nota e radicata nel tempo, situazione che indurrebbe a parlare di sorpresa per una scelta differente. Cosa potrebbe allora spingere Bevacqua ad orientarsi su altri lidi? L’indole troppo di sinistra, per non dire movimentista, della deputata.

Gli indecisi

Tale indole potrebbe piacere invece ad Andrea Orlando. Non si è espresso pubblicamente, ma i suoi più stretti colleghi di partito Peppe Provenzano e Marco Sarracino hanno già lasciato trapelare un convinto endorsement qualora non sia proprio Orlando a scendere in campo. Carlo Guccione, che per la presentazione del suo libro “Amara Verità” ha fatto il pienone al Rendano di Cosenza portando sul palco proprio l’ex ministro del Lavoro, non è per nulla convinto. Preferisce attendere gennaio e che qualcuno entri nel merito delle questioni affrontando i contenuti. Il suo mantra resta la costruzione di un partito socialista e ambientalista.

Su Schlein potrebbero convergere il segretario provinciale Vittorio Pecoraro, i giovani democratici, la vicesindaca di Palazzo dei Bruzi Maria Pia Funaro e l’ex candidata al Senato Francesca Dorato. Sarebbe, nel caso, una scelta di rottura generazionale e di genere, ma i tre sono comunque attenti alle mosse del capogruppo PD al Parlamento europeo Brando Benifei. Anche Giuseppe Mazzuca e Franco Iacucci non hanno sciolto le riserve.

Enza Bruno Bossio di recente ha puntato il dito contro le correnti e il potere maschile, sottolineando i perché a suo avviso il Pd non abbia tutelato le donne. Ad oggi non ha preso posizione, magari in attesa di altre candidature. Per esempio ha avuto modo di apprezzare nel corso dell’ultima legislatura la figura dell’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli.

L’idea Bonaccini

Gli ex renziani di Base Riformista hanno già individuato Stefano Bonaccini come l’uomo della svolta. In provincia di Cosenza, come le amministrative di Paola hanno evidenziato, ha un certo peso specifico Graziano Di Natale, primo dei non eletti democrat in Regione. Un’associazione di idee viene spontanea, così come per il consigliere provinciale Aldo Zagarese. Quest’ultimo tuttavia si è autosospeso dal Partito Democratico, in aperto contrasto con Irto e Pecoraro, dopo essere stato sub-commissario della federazione bruzia.

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