Il Pd convoca i sindacati: «Salviamo la Calabria con i fondi europei e non solo»

VIDEO | I democrat hanno presentato a Cgil, Cisl e Uil un pacchetto di proposte, riflessioni e analisi per fare ripartire la regione. Tra i temi affrontati: l'assunzione di 5mila giovani, il nodo sanità e quello relativo alle infrastrutture

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di Tiziana Bagnato
31 agosto 2020
14:55

Il Pd chiama, i sindacati rispondono. Si è tenuto a Lamezia Terme l’incontro tra i vertici del Pd in consiglio regionale e Cgil, Cisl e Uil per discutere del pacchetto “Idee per il rilancio della Calabria” confezionato dai democrat sulla base delle opportunità offerte dai fondi europei. Quattro in particolare le proposte avanzate: 400 milioni di euro per la ripartenza delle imprese calabresi sane, 200 milioni per un reddito di sussistenza mirato, 110 milioni per il progetto TerraFerma, volto alla formazione e all’utilizzo di risorse giovani da inserire nella prevenzione del dissesto idrogeologico.

 


Cinque mila giovani da assumere

E poi, ancora, l’avvio di un piano condiviso tra istituzioni e parti sociali per arrivare a cinque mila assunzioni con contratto nei servizi pubblici essenziali. Si tratta del primo incontro di una collana di confronti che andranno a coinvolgere le altre parti sociali calabresi. Articolate le idee programmatiche del Pd, a partire al piano per l’assunzione di cinque mila giovani nelle pubbliche amministrazioni con fondi europei già disponibili. Cinquanta i milioni da destinare ad un intervento strutturale che incida sulla attuale debolezza delle pubbliche amministrazioni in termini di capacità programmatorie attuative gestionali e di spesa. «Bisogna offrire agli enti locali – si legge nel documento - la possibilità di stipulare un accordo di programma con la Regione Calabria e di comunicare il proprio fabbisogno di personale. Acquisiti i dati la regione, rimodulando le risorse europee già disponibil,i provvederà ad avviare un piano organico. Il nuovo decreto semplificazioni preannunciato a livello nazionale i programmi per l'utilizzo delle risorse delle recovery found dovranno certamente garantire un nuovo approccio sistemico, ma in Calabria possiamo cominciare già adesso».

 

Dissesto idrogeologico e sanità

Si articola in tre tappe il Progetto TerraFerma: formazione dei soggetti destinati alle azioni anti dissesto; sostegno per consentire loro la costituzione di cooperative specificamente dedicate; finanziamento di progetti integrati per aree omogenee proposti degli enti locali anche in forma associativa. L'idea guida è quella di prevenire il dissesto idrogeologico con il coinvolgimento di dieci mila giovani e disoccupati di lunga durata.

 

Sul nodo Sanità il Pd punta all’abolizione del decreto 35, al ripensamento alla radice della logica commissariale, all’implementazione effettiva dell'assistenza territoriale: «Bisogna aprire immediatamente un tavolo istituzionale per capire come intervenire e sollecitare alle doverose assunzioni di responsabilità la struttura commissariale». E poi, ancora, spiega il partito, far partire e potenziare strumenti già previsti quali le aggregazioni funzionali territoriali e le unità complesse di cure primarie. Per quanto riguarda la fiscalità di vantaggio, «la Calabria – affermano i democrat - deve sostenere la battaglia per recuperare il divario esistente prima di poter competere ad armi pari. Ciò per cui si è impegnato il ministro per il Sud Provenzano con la decontribuzione del 30% su tutti i lavoratori delle imprese del sud è un primo passo fondamentale».

 

Infrastrutture e acqua pubblica 

Sui ritardi spesa Anas e Rfi il Pd spiega che «la Calabria è prigioniera di inconcepibili ritardi su interventi infrastrutturali di importanza primaria che languono in larga parte nell'assurdo rimpallo di burocrazia interna degli enti di pertinenza». Altro tasto dolente l’acqua pubblica: «Nella scorsa consiliatura è stata approvata una normativa complessa sul servizio idrico integrato pienamente rispettosa del principio di trasparenza e legalità intenta a coinvolgere organicamente i comuni e volta a determinare l'affidamento del servizio attraverso una gara secondo le regole comunitarie che assicuri il regime concorrenzialmente più conveniente per i cittadini calabresi. Oggi si vorrebbe stravolgere questo chiaro impianto normativo che la Calabria attendeva da decenni e tenere in piedi un carrozzone che, è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti. Si prende la Sorical, le si cambia nome e statuto, si sorvola sui debiti che la schiacciano e in barba ad ogni doverosa procedura concorrenziale le si regala un servizio che non le spettano gli compete». «La gestione delle risorse idriche - si legge ancora - deve rispettare gli standard più elevati che garantiscano il suo essere un irrinunciabile bene pubblico».

 

Presenti per i sindacati i segretari regionali Uil, Cisl e Cgil Santo Biondo, Angelo Sposato e Tonino Russo che hanno rilanciato l'idea di un confronto con la Regione e di un ragionamento ampio e condiviso per voltare pagina.

Giornalista
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