La polemica

Pd Cosenza, la replica di Stasi a Boccia: «Non si agisce per un posto nei listini bloccati»

Dura la presa di posizione del primo cittadino di Corigliano Rossano alle esternazioni rese dal responsabile nazionale Dem degli Enti Locali: «Ci sono territori, amministratori, soggetti politici che non sottostanno più a decisioni calate dall'alto»

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di Matteo Lauria
24 marzo 2022
16:00
Flavio Stasi
Flavio Stasi

Le dichiarazioni di Boccia (Pd) non smuovono granché le posizioni del sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, che, anzi, incalza: «Forse a Roma non ci si crederà, ma evidentemente da queste parti c'è anche gente che non venderebbe la propria dignità per l'1% di possibilità di essere messi in un listino bloccato, e questa è stata la variabile che ha fatto saltare il banco: altro che errori imperdonabili. Un bravo dirigente valorizzerebbe questo fattore, ma in giro ne vedo pochi».

Per il responsabile nazionale degli Enti Locali Francesco Boccia non ci potrà essere più spazio nel centrosinistra per chi ha contribuito alle destre di governare la Provincia di Cosenza. Chiaro il riferimento a Stasi che, tuttavia, va avanti spedito per la sua strada volta al rinnovamento: «Ci sono territori, amministratori, soggetti politici che non sottostanno più a decisioni calate dall'alto e compromessi con gruppetti di potere che hanno devastato la scena politica degli ultimi decenni. Quella stagione si è chiusa». 


Stasi non si sottrae alla sorta di espulsione preannunziata dai vertici del Pd: «Si tratta di un commento che in parte offende l'intelligenza di centinaia di amministratori che hanno espresso per due volte una esigenza politica, ma soprattutto trovo bizzarro che un alto dirigente di partito si permetta di addossare ad amministratori, che svolgono dignitosamente il proprio ruolo al di fuori della sua organizzazione, le proprie responsabilità rispetto ad una propria sconfitta elettorale. Leggendo tale commento, continua l’amministratore, però, credo emerga il nocciolo della questione: le elezioni provinciali sarebbero una "trattativa tra gruppi dirigenti"».

«Si tratta, di fatto, di una ammissione: questa è stata la causa della sconfitta, perché i protagonisti delle elezioni provinciali - nel mondo reale almeno - sono i territori e le centinaia di uomini e donne che li amministrano, i quali non sono stati minimamente chiamati ad un qualche confronto politico, ma avrebbero dovuto solo prendere atto (supinamente) degli esiti di queste mirabolanti trattative tra soggetti non meglio identificati. Ed ha ragione il commissario - coclude Flavio Stasi - quando dice che la sconfitta è frutto di personalismi: in queste ormai note spartizioni mi pare evidente come la Provincia, che è una Istituzione e non un mobile-bar, sia stata barattata per postazioni dirigenziali di partito, il tutto in funzione delle prossime elezioni politiche, ovvero dei fortunati a cui sarà garantito un posto al sole - a proposito di sistemi elettorali ignobili - nei listini bloccati». 

Giornalista
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