Regole per i congressi del Pd. A Reggio è già rottura tra Neri e Falcomatà

Il responsabile organizzativo Dal Moro ha convocato la Conferenza dei segretari regionali. Congressi previsti tra ottobre e dicembre. Prima però sono da completare i provinciali. Ne mancano un trentina in Italia. In Calabria solo Reggio dove le tensioni sotterranee rischiano di far implodere il partito alla vigilia delle comunali

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di Riccardo Tripepi
29 luglio 2018
12:23

Parte ufficialmente il percorso del Pd verso i congressi. Dopo la cena sull’Aventino che Matteo Renzi ha voluto per stringere a sé i fedelissimi, si apre la stagione che porterà il partito a scegliere la propria guida prima delle prossime elezioni europee.

Gianni Dal Moro, nominato responsabile organizzativo nazionale nella segreteria di Maurizio Martina, ha convocato i segretari regionali del Pd per il prossimo 1 agosto per discutere un solo punto all’ordine del giorno: “Regolamento quadro congressi regionali e territoriali”.


 

Il percorso, insomma, è quello che già si era ipotizzato in direzione nazionale e cioè i congressi regionali da celebrarsi tra il mese di ottobre e quello di dicembre. Subito dopo il congresso nazionale. Anche la Calabria, dunque, dovrebbe incamminarsi su questo sentiero nonostante le attuali difficoltà. Del resto è già da tempo nominata la Commissione di garanzia per il congresso che aspetta di poter entrare nel vivo del proprio lavoro.

Lungo il percorso, però, si pone da subito un primo ostacolo. Dal Moro è stato chiaro e lo ribadirà il prossimo primo di agosto: prima di cominciare con i regionali si dovranno completare i provinciali. Sono solo una trentina in tutto le federazioni provinciali che non hanno celebrato il proprio congresso. Tra queste, unica calabrese, quella di Reggio che è da tempo commissariata sotto la guida di Giovanni Puccio.

 

Adesso, dunque, non si potrà più attendere e i big reggini (Giuseppe Falcomatà, Nicola Irto, Sebi Romeo, Giuseppe Neri) dovranno rompere gli indugi anche a costo di far saltare i precari equilibri che reggono il partito in riva allo Stretto.

Fino ad oggi il congresso è stato bloccato perché non si voleva procedere ad una conta interna. Adesso la situazione è radicalmente mutata. Giuseppe Falcomatà vuole la sua celebrazione anche per avviare il percorso (nuove primarie?) per legittimare la propria ricandidatura alle comunali dell’anno prossimo. Verso il sì al congresso anche Sebi Romeo e Nicola Irto. Rimasto a frenare con tutti i suoi uomini, invece, è il segretario questore di palazzo Campanella Giuseppe Neri. I suoi rapporti con Giuseppe Falcomatà sono deteriorati come non mai e il consigliere regionale, fresco di spostamento nel gruppo Moderati per la Calabria, non vuole certo restare a guardare alle prossime regionali dove si troverebbe schiacciato tra Romeo e Irto.

 

Ed allora Neri, che qualche giorno fa ha riunito i suoi a Gallico per una pizza, ha ipotizzato una strategia: approntare liste civiche e valutare in un secondo momento con chi percorrere la strada verso le comunali. Chiaro che un eventuale congresso del Pd andrebbe a scontrarsi con questa strategia di logoramento del primo cittadino.

Falcomatà, del resto, ha ricevuto diversi messaggi e sollecitazioni dalla base del partito che non capisce più da che parte di stanno muovendo i propri dirigenti e teme possibili smottamenti a destra.

Il congresso di Reggio Calabria, insomma, potrebbe essere il primo crocevia per il partito calabrese che rischia fortemente di finire schiacciato dai populismi e dalle ringalluzzite forze della destra.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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