Aree industriali in crisi, parte da Lamezia il tour nazionale del Pd

Marco Miccoli e Carlo Guccione accolgono le proposte per rilanciare una parte della Ex Sir: «L’attenzione del Governo sarà massima, i miliardi dell’Europa un’occasione da sfruttare»

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di Giuseppe Mazzeo
22 luglio 2020
13:40

Parte dalla Calabria, parte da Lamezia Terme, parte da un sogno infranto che si vuole far rinascere. Il tour nazionale del Partito democratico prende il via dall’area industriale ex Sir, oggi area produttiva Papa Benedetto XVI, con l’obiettivo di avanzare idee e proposte sulle aree di crisi industriali. I presupposti li hanno gettati i vari piani approntati dal governo per risalire la china dell’emergenza sanitaria, da quello nazionale a quello per il Sud. Una spinta decisiva l’ha offerta poi l’approvazione del Recovery Fund che destina 209 miliardi all’Italia, una parte dei quali a fondo perduto. «Un’occasione storica» per il responsabile delle crisi industriali del Partito democratico, Carlo Guccione, che ha organizzato la tappa lametina alla quale ha partecipato il responsabile nazionale Lavoro del Pd, Marco Miccoli. All’incontro con la stampa era presente anche il consigliere regionale Libero Notarangelo.

Le proposte di Lameziaeuropa

È stato Raffaele Mammoliti, dirigente del partito e già candidato al consiglio regionale, ad aprire i lavori nella sede dell’Agenzia di sviluppo Lameziaeuropa, per conto della quale Tullio Rispoli ha avanzato alcune proposte da sottoporre all’attenzione del governo, che riguardano «l’area industriale di Lamezia Terme» ma interessano «lo sviluppo dell’intera regione». La prima richiesta è stata quella di inserire il progetto “Waterfront Lamezia e nuovo porto turistico” tra quelli strategici della Regione. Una vasta area parte dell’ex Sir in cui realizzare complessi turistici in stretta connessione con aeroporto, stazione, svincolo autostradale e porto. Chiesta anche la possibilità di inserire un emendamento al decreto Semplificazione che preveda la figura del commissario, in grado di gestire in maniera più celere tutte le procedure necessarie a realizzare le opere, che saranno interamente finanziate dai privati, italiani ed esteri. Altre proposte hanno riguardato l’eliminazione del vincolo della Sovrintendenza su parte dell’area industriale, che impedisce l’applicazione della Zes; la realizzazione di rotatorie e un raccordo più rapido con l’autostrada; e la realizzazione di un bando da 50 milioni di euro per le Piccole e medie imprese insediate nelle aree industriali non complesse.


Guccione e l’importanza dell’industria

Carlo Guccione ha posto l’accento sulla «terribile crisi industriale» che colpisce la Calabria, e che forse non viene percepita nella sua vastità. Secondo il consigliere regionale «la Calabria non può essere solo turismo e agricoltura, non può rinunciare del tutto all’industria». Specie «alla luce del Piano per il Sud», specie «alla luce delle opportunità ottenute appena qualche sera fa con la concessione di 209 miliardi all’Italia». Per Guccione ci sono tutte le condizioni per «rilanciare un’area che non è solo confinata al Lametino, ma è al servizio dell’intera Calabria e di tutto il Mezzogiorno». Ha poi ripreso l’argomento Zes: «Molte aree non sono ancora operative con la Zes, che rappresenta un’altra occasione per attrarre investimenti ed è già alla nostra portata». A parere del politico cosentino «è giunta l’ora di chiudere le passerelle e passare alla fase operativa, per concretizzare i piani ed iniziare a tramutarli in investimenti». È il caso, ad esempio, «degli Accordi di programma che hanno messo sul piatto 145 milioni di euro per i Contratti di sviluppo ma che ancora sono fermi». Stavolta «i soldi ci sono», non si può correre il rischio «di vederli sparire per mancanza di progetti».

L’attenzione del Governo sulla Calabria

Punto sul quale ha battuto molto Miccoli, uomo forte di Nicola Zingaretti in Calabria. «Questo nostro tour ha l’obiettivo di raccogliere le proposte da tramutare in progetti finanziabili. Qui torneremo con il ministro Provenzano, con il sottosegretario Morani. Non possiamo permetterci più di assistere inermi, c’è bisogno di concretezza per evitare di renderci responsabili dei ritardi che invece ci circondano». Miccoli ha accolto di buon grado le proposte di Lameziaeuropa: «Non è pensabile ragionare sul futuro di queste aree senza inserirlo in un contesto armonioso in cui l’ambiente, il turismo, le imprese vadano di pari passo. Tutto deve essere connesso, e ci sono finalmente le condizioni per farlo».

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