Paola, il Pd alla ricerca degli antichi splendori. Pagliaro: «Non si riparte da zero ma da Schlein e dall’identità di sinistra»
VIDEO | Il giornalista e militante dem fa risalire l'inizio della decadenza alle scorse elezioni amministrative, quando il partito si schierò con Politano in una coalizione con le forze della destra: «Non è più tempo di coalizioni civiche, serve un nuovo gruppo dirigente»
Scomparso dal panorama elettorale cittadino già dal 2022, quando partecipò alle amministrative sotto le insegne del movimento "La migliore Calabria" (Lmc), il Partito Democratico paolano è attualmente una realtà priva di una guida chiara, incapace di influire sulla politica locale e insufficiente nel fornire il necessario contrappeso per mantenere un consenso equilibrato.
Alle pendici del Santuario, il consenso sembra inclinarsi sempre più verso il centrodestra, al quale sembra essersi orientato anche il sindaco, precedentemente capogruppo socialista. Una deriva particolarmente preoccupante per il Pd, che in passato ha giocato un ruolo determinante nell'elezione di due primi cittadini (Perrotta nel 2017 con il simbolo ufficiale e l'attuale, Politano, sotto le “mentite spoglie” di Lmc), ottenendo sempre una significativa rappresentanza.
Gli splendori di un tempo ormai passato si sono dissolti nell'attuale gruppo consiliare, escluso sia dall'amministrazione che dall'aula "Lo Giudice", dove l'ultimo esponente - Renato Vilardi - ha deciso di passare al gruppo misto. Il Pd paolano si trova ora a riflettere sulle vicende personali dell'ex consigliere regionale Graziano Di Natale, cercando una nuova configurazione che ristabilisca il legame con la tradizione alla base della propria identità. Questa operazione sarà difficile, ma non impossibile, a condizione di rinnovare il dialogo con una base trascurata per troppo tempo.
Di questo è convinto Alessandro Pagliaro, giornalista esperto e fine analista, che da componente del partito guidato dalla segretaria Elly Schlein - della quale ha appoggiato con fermezza la candidatura quando il resto dei democrat paolani erano stati esortati a sostenere Bonaccini - ha proposto la sua ricetta, per venir fuori dalle secche di una crisi che rischia di trascinare nel baratro l’intero centrosinistra locale.
«I dati parlano chiaro - è l’esordio dell’analista - la crisi di questo partito comincia lo scorso anno, quando c'erano state le elezioni amministrative. In quel frangente il Pd si schierò a favore di Politano, in una coalizione con Fratelli d'Italia e tutte le forze della destra. Fu una cosa anomala, fuori da ogni logica politica, forse unica in Italia, e nonostante tutto il Pd, insieme alla destra, riuscì a vincere le elezioni. È ovvio, non avendo una base identitaria, questa amministrazione, essendo una coalizione molto eterogenea, non ha retto la contraddizione».
Quindi l’affondo di Pagliaro: «Il Pd di Paola ha preso il minimo storico, si è attestato intorno al 7% sia alle elezioni comunali che a quelle successive politiche. E aveva una rappresentanza di tre consiglieri e due assessori e man mano questa rappresentanza si è andata sempre più assottigliando. Prima se ne sono andati due e ultimamente se n'è andato un altro. Per cui, dal 1945, la formazione che era erede del Partito Comunista Italiano, poi diventato Pds e Ds, per la prima volta in Consiglio comunale non siede con un rappresentante di quella antica tradizione di sinistra, e questo è un fatto veramente brutto per Paola, perché si perde la memoria, si perde la storia, ed è chiaro che ci sono situazioni che è difficile recuperare».
Il giornalista, già candidato a sindaco nelle edizioni delle amministrative 2007 e 2012, si è quindi espresso sulle possibilità future del partito. «Non si riparte da zero - ha concluso Pagliaro - perché tengo a precisare che il congresso nazionale è stato vinto da Elly Schlein, la nostra segretaria, che si è basata su un'identità ben precisa per il partito, una identità di sinistra, di antica tradizione, che si batte per i diritti, per il lavoro, per la pace, per l'ambientalismo. Quindi, ecco, ricreare un'identità di sinistra contrapposta a questa destra fascista e reazionaria che governa l'Italia, può sicuramente avvicinare le nuove generazioni, però ci dobbiamo sforzare tutti, non è più tempo di coalizioni civiche, basta soltanto ridare a questo partito un nuovo gruppo dirigente».
«Anche a Paola ovviamente - è l’affondo conclusivo – perché quando si perde, e lo si fa su tutti i fronti, il gruppo dirigente, dal segretario al presidente a chi sostiene quella linea, si deve dimettere, è un patto democratico, cosa che a Paola ancora non è avvenuta e che stiamo aspettando. Devo dire un'altra cosa, che c'è un gruppo molto nutrito di iscritti, simpatizzanti, elettori, che a Paola ci siamo riuniti intorno alla politica di Elly Schlein. Siamo un bel numero, chiediamo soltanto di poter essere rappresentati da una politica identitaria nuova, che aggreghi. Quindi auspico che anche a Paola il Movimento 5 Stelle possa radicarsi e fare politica, che i movimenti civici, ambientalisti che lottano per i diritti, possano trovare la loro strada, per cui da qui a tre anni, se reggerà questa amministrazione, dovremmo essere pronti a dare un'alternativa valida con una sua identità, che sia un'alternativa di sinistra, progressista e democratica».