Per Morra il problema della Giustizia sono gli avvocati: i 5s prendono le distanze e le toghe reagiscono

Un tweet del senatore calabrese presidente della Commissione parlamentare antimafia scatena una ridda di repliche nel Movimento e tra le associazioni che rappresentano i professionisti

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di Alessia Bausone
23 settembre 2020
21:52
Nicola Morra - foto di repertorio
Nicola Morra - foto di repertorio

Per il senatore Nicola Morra, eletto nel collegio uninominale di Cosenza nel 2018 per il secondo mandato parlamentare sotto il simbolo del M5S, il problema della giustizia italiana sono i troppi avvocati. Lo ha detto espressamente in un tweet che ha fatto molto scalpore nel mondo forense e politico.

 


Il M5s prende le distanze

Difficile definire le uscite di Morra come casuali o strafalcioni. Solitamente ogni tasto digitato è ben studiato, ma a questo giro forse non ha valutato sufficientemente l'effetto delle sue parole.

 

Tant’è che a sconfessarlo c’è stato, in primis, un suo collega di partito, il presidente della commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Mario Perantoni, che di professione fa proprio l’avvocato. «La giustizia italiana è un sistema malato da anni e anni, soprattutto di inefficienza. Per questo stiamo realizzando un’azione riformatrice che ne aumenta le risorse umane e finanziarie. Il presidente Morra non coglie il segno: puntare il dito contro l’Avvocatura, così come contro ogni altra categoria, è conseguenza di analisi semplicistiche» ha dichiarato.

 

A Perantoni han fatto eco tutti i deputati del M5S in commissione giustizia della Camera: «Gli avvocati sono una risorsa fondamentale per il Paese, oltre che una delle pietre angolari del sistema giustizia». Insomma, Morra non trova sponde nemmeno dall’interno.

 

Gli avvocati non ci stanno. Le reazioni nazionali e calabresi

Per l’Associazione nazionale dei giovani avvocati le parole del presidente della Commissione parlamentare antimafia sono inaccettabili e chiede l’intervento del ministro della giustizia Alfondo Bonafede. Per Aiga: «Morra ricopre un ruolo apicale nelle nostri istituzioni ma, forse, ne dimentica l’importanza sminuendo la figura dell’Avvocato ed il diritto di difesa che ne rappresenta la più alta estrinsecazione». Il presidente nazionale dell’associazione, Antonio De Angelis, è ancora più duro: «In un paese come l’Italia che ha visto anche gli avvocati cadere per mano mafiosa è insostenibile che gli stessi si debbano difendere anche e soprattutto dallo Stato».

 

Per il coordinamento calabrese di Aiga, guidato dall’avvocata di Tropea e consigliera dell’ordine degli avvocati vibonesi Caterina Giuliano: «Ricordiamo a Morra che non c’è Giustizia senza l’insopprimibile ruolo dell’Avvocato. I problemi della giustizia non verranno mai risolti se ad essi non si guarda con spirito critico e obiettivo, se invece di indagare le reali cause della crisi del sistema si continua a demonizzare l’intera categoria. Oggi più che mai occorre che venga riconosciuto, anche in Costituzione, il ruolo sociale dell’avvocato».

 

È intervenuta anche un’altra importante associazione nazionale, Movimento Forense, secondo la quale:  «Dopo Davigo e Di Matteo anche Morra ritiene che gli avvocati, come per Erdogan, siano un intralcio alla giustizia» e lancia un appello agli avvocati che siedono in Parlamento di prendere congiuntamente le distanze dalle parole del senatore cosentino.

 

Il presidente della sezione catanzarese di Movimento Forense Vittorio Ranieri è stato ancora più tranchant: «L’uscita del senatore Morra è preoccupante. Se il suo unico fine era quello di cavalcare il populismo giudiziario, penso che gli stessi elettori dei cinquestelle ne siano stufi. L’avvocatura è l’ultimo baluardo dei diritti dei cittadini, non di certo un intralcio. Se non lo capisce se lo faccia spiegare dai suoi collaboratori».

 

Il presidente dell’ordine catanzarese Talerico: «In Morra malafede mista a populismo»

Antonello Talerico, presidente dell’ordine degli avvocati di Catanzaro non è uno che le manda certo a dire. Su Facebook ha definito le parole di Morra intrise di malafede e populismo. Contattato direttamente ha dichiarato: «Se il Presidente Nicola Morra conoscesse i dati e le statistiche ministeriali si renderebbe conto che ciò che afferma non ha alcuna corrispondenza con la realtà. Il sistema giustizia è in affanno per carenze di organico, carenze strutturali e carenze finanziarie, oltre a una non sempre facile organizzazione degli uffici e delle piante organiche. Da un uomo di Stato che riveste un ruolo come quello di Morra mi aspetterei la diffusione di dati e informazioni obiettive e non di valutazioni modeste e superficiali. Sembra che abbia una crisi di identità, parla come se fosse un attivista social del M5S dimenticando di essere, tra l’altro, presidente della Commissione Antimafia».

 

Il precedente del “bollino blu” per gli avvocati

C’è un precedente. Nel 2018 Morra propose, in una conversazione con l’Ansa a Rossano, un bollino blu, come quello della famosa marca di banane, per gli avvocati.

 

«Un modo da verificare e validare la loro tenuta morale ed etica. Nel contrasto alla criminalità organizzata si partirà anche da quella parte dell’economia sana che rischia di essere inquinata: uno strumento potrebbe essere l’istituzione di un bollino blu per gli iscritti ai vari  ordini professionali. Penso a una sorta di controllo di filiera etica che possa rappresentare una certificazione di moralità» dichiarò il senatore che portò, anche all’epoca, il gelo nel M5S.

 

Il suo collega in commissione antimafia Davide Aiello prese pubblicamente le distanze e si urlò al pericolo di schedatura per gli avvocati.

 

Morra dopo aver lanciato la sparata non tornò più sull’argomento e ritenne di non dover replicare ai giornalisti. Chissà se questa volta renderà conto delle sue “studiate” sparate.

Giornalista
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